Secondo il Cnf, le dichiarazioni di Bruno Vespa durante la puntata del popolare talk show del 24 ottobre sulla bocciatura della conciliazione obbligatoria da parte della Corte costituzionale, sono state considerazioni ingiustificate e false.
Il Consiglio nazionale forense esprime sconcerto per quanto ascoltato durante la trasmissione Porta a Porta di data 24 ottobre.
Le dichiarazioni del conduttore dott. Bruno Vespa sulle qualità della mediazione e sui presunti doppi fini della contrarietà dell’avvocatura sono apodittiche e non realistiche.
Si tratta di uno spot improprio, trasmesso dal mezzo pubblico, a favore di una legge che presentava e presenta più aspetti problematici in ordine alla effettiva tutela dei diritti dei cittadini, e che certo non va abrogata, ma rivisitata in meglio.
Entrambe le commissioni giustizia di camera e senato, d’altra parte, si erano a suo tempo espresse negativamente sulla obbligatorietà.
E la Corte Costituzionale, giudice delle leggi, lo scorso 24 ottobre ne ha dichiarato la illegittimità rispetto alla Costituzione italiana.
Naturalmente ciascuno è libero di pensarla come crede sulla obbligatorietà della mediazione, fermo restando che la obbligatorietà è sostanzialmente sconosciuta nel resto d’Europa, e non solo, ed è stata esclusa dal rito del lavoro, dove pure era prevista.
Il Cnf stigmatizza duramente le considerazioni ingiustificate e false per le quali l’avvocatura sarebbe interessata ad allungare le cause per godere di rendite di posizione.
Quel che però traspare dalle considerazioni del dott. Vespa, è l’apparente disprezzo per la funzione e il ruolo costituzionale dell’avvocatura, come garante dell’esercizio del diritto di difesa, disprezzo che si rivolge anche alla straordinaria storia degli avvocati che tanto hanno contribuito a costruire un sistema democratico nel nostro Paese, anche attraverso la loro azione parlamentare, e che come tutti i lavoratori stanno subendo gli effetti di una crisi economica senza sconti o sussidi di sorta.
Naturalmente il CNF sarà lieto di apprendere dal dott. Vespa che lo stesso non ha mai inteso offendere l’onore e la storia degli avvocati.
Pronti, in tal caso, a qualsiasi confronto leale, costruttivo e privo di pregiudizi.