L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani chiede al Ministro della Giustizia di esprimere forte contrarietà al ddl Concorrenza e ad affrettate e non ponderate modifiche dell’ordinamento forense.
L’ANAI chiede, al Parlamentoche vengano stralciate le norme che riguardano l’avvocatura dal ddl Concorrenza.
Queste le otto ragioni per dire no al provvedimento:
1.- Il ddl concorrenza viola lo spirito e il precetto formulato nella riforma dell’ordinamento forense che ha escluso i soci di capitale dalle società tra avvocati.
2.- La normativa ordinamentale, fissata qualche anno fa, non può essere derogata in quanto risponde al principio di indipendenza dell’esercizio dell’attività di assistenza e difesa in tutti i processi (civili, penali, amministrativi, tributari etc).
3.- Il ddl concorrenza è in stridente contraddizione con il codice deontologico e può determinare gravi e rilevanti conflitti di interesse tra avvocato e socio di capitale.
4.- La presenza di soci di capitale non professionisti, anche in percentuale, contribuisce ad eludere i principi fondamenti di libertà, dignità ed autonomia della libera professione forense, introducendo strumenti elusivi a favorire di grandi soci di capitale che, attraverso la propria rete di società correlate e società di servizi, finiranno per condizionare specie i giovani avvocati.
5.- Il ddl concorrenza favorirà la presenza di gruppi e poteri forti, non esclusa la criminalità organizzata, che finiranno per pregiudicare e gravemente inquinare l’esercizio dell’attività di avvocato.
6.- Con le nuove disposizioni si introduce il concetto di società multidisciplinare senza tener in alcun conto l’importanza del segreto professionale particolarmente previsto e tutelato dalla nuova normativa forense.
7.- Con il ddl concorrenza si apre l’attività di consulenza e di assistenza stragiudiziale (oggi esclusiva) a settori che non danno garanzia di specialità e professionalità, invadendo sfere di competenza dell’avvocatura che vanno tutelate.
8.- Il progetto legislativo interviene sui compensi professionali vincolando l’avvocato a obbligatori preventivi scritti per prestazioni nei processi che non sono sempre facilmente valutabili “a priori”, trattandosi di attività di complessa stima preventiva.