L’Associazione nazionale avvocati italiani si appella al ministro della Giustizia perché elimini la mediaconciliazione obbligatoria.
“Giugno sarà il mese delle riforme della giustizia – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – chiediamo allora al Guardasigilli di ripensare alla mediaconciliazione perché si è rivelata una perdita di tempo per i cittadini che intendono promuovere un’azione giudiziaria per la tutela dei propri diritti, con un costo che è illegittimo, come risulta dalle decisioni della Corte Europea di giustizia”.
“La mediaconciliazione non può essere un quarto grado di giudizio come ha inteso stabilire il Tribunale di Roma – ha continuato De Tilla – Le parti hanno il diritto di non comparire in sede di primo incontro. E da ciò non può scaturire alcuna conseguenza nel successivo giudizio che una delle parti potrà instaurare.
La decisione del Tribunale di Roma, stigmatizzando il comportamento di una parte che si era limitata a dichiarare di non partecipare alla procedura di mediazione ritenendo fondata la propria posizione, contrasta con questo sacrosanto principio.
Probabilmente quel giudice romano non sa che in qualsiasi sistema difensivo di un paese democratico la parte ha la libertà di scelta se comparire o meno”.
Il Tribunale di Roma, con la decisione del 29 maggio scorso è intervenuta sul “giustificato motivo” di mancata partecipazione alla mediazione.
Il giudice ha infatti stigmatizzato il comportamento di una compagnia assicurativa che si è limitata a dichiarare di non aver partecipato alla mediazione delegata dal giudice ritenendo la sua posizione fondata. Così facendo però, ha osservato il giudice, “Ogniqualvolta la controparte ritenga erronea la tesi della parte che l’ha convocata in mediazione e pertanto inutile la sua partecipazione all’esperimento di mediazione” sarebbe proprio per questo giustificata a non comparire. Al contrario “la ragione d’essere della mediazione si fonda proprio sulla esistenza di un contrasto di opinioni, di vedute, di intenti, di interpretazioni e così via, che il mediatore esperto tenta di sciogliere favorendo l’avvicinamento delle posizioni delle parti fino al raggiungimento di un accordo amichevole”.
Di diverso avviso però il presidente Anai, secondo il quale “Il tribunale di Roma mostra di non sapere che la istanza di mediaconciliazione instaura una procedura senza alcuna precisa indicazione delle ragioni in fatto e in diritto della domanda. La genericità rafforza il diritto di non rispondere”.