L’Associazione nazionale avvocati italiani, guidata dal presidente Maurizio De Tilla, ha incontrato ieri il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al quale è stata ribadita la contrarietà alla norma che introduce nel Ddl Concorrenza i soci di capitale.

«Ieri sera, dopo tre ore di riunione, ben otto associazioni forensi su dieci hanno detto no alla norma che permette il socio di capitale – ha detto De Tilla al Guardasigilli – una disposizione che contraddice e vìola il precetto tassativo della legge di riforma dell’ordinamento che ha escluso i soci di capitale dalle società professionali, obbligatoriamente limitato ai soli professionisti. La normativa – ha aggiunto De Tilla – che non può essere derogata, risponde al principio di indipendenza dell’esercizio dell’attività di assistenza e difesa nel processo (civile, penale, amministrativo, tributario, etc.).

Il ddl, inoltre è in contraddizione con il codice deontologico e rischia fortemente di favorire la presenza di gruppi di affari, magari anche contaminati dalla criminalità organizzata che finiranno per pregiudicare e gravemente inquinare il libero esercizio dell’attività di avvocato.

Verranno favoriti grandi soci di capitali, multinazionali, banche e assicurazioni, che attraverso le proprie società di servizi finiranno per condizionare la libera professione di avvocato, soprattutto i giovani avvocati, che nello svolgimento delle loro funzioni non saranno più autonomi, ma in una condizione di dipendenza e asservimento alle logiche aziendali».

Il presidente Anai ha inoltre fatto presente che con le nuove disposizioni si introduce il concetto di società multidisciplinare senza tener in alcun conto l’importanza del segreto professionale particolarmente previsto e tutelato dalla nuova normativa forense. Si apre, inoltre, l’attività di consulenza e di assistenza stragiudiziale (oggi esclusiva) a settori che non danno garanzia di specialità e professionalità, invadendo sfere di competenza dell’avvocatura che erano state giustamente tutelate. Si interviene, infine, sui compensi professionali vincolando l’avvocato a obbligatori preventivi scritti per prestazioni nei processi che non sono facilmente valutabili “a priori”, trattandosi di attività di difficile stima preventiva».

Senza contare che, ha sottolineato De Tilla, «il socio di capitale potrebbe aprire la strada a strane gestioni, magari addirittura aprire le porte degli studi professionali alla criminalità organizzata».

Al termine dell’incontro, infine, il ministro della Giustizia Orlando ha informato che via Arenula è pronta a presentare il regolamento sulle elezioni forensi e che probabilmente verrà inserito nel decreto Competitività. 

Di Golem

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