“Non si può configurare un Organismo di rappresentanza politica di una categoria professionale di grande rilevanza, qual è quella dell’avvocatura, con scelte improprie e “quotiste “che non tengano conto di programmi, della selezione di candidati e della espressione del voto generale degli iscritti”. Con queste parole il presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani Maurizio De Tilla chiede che il Congresso forense straordinario che si dovrà tenere a Rimini venga convocato al più presto.
“A Venezia sono state respinte tutte le proposte ed il discorso è stato rinviato ad un congresso straordinario che dovrà essere convocato subito dopo le elezioni dei Consigli dell’Ordine”.
“La quota per gli Ordini non è giustificata in quanto gli stessi hanno già grande ed autorevole voce nelle assemblee territoriali e nell’assise congressuale – ha continuato De Tilla – I rappresentanti degli Ordini sono eletti dagli avvocati con un sistema elettorale perfetto che attribuisce il voto individuale a ciascun iscritto. Del pari democratica è l’elezione dei delegati alla Cassa, eletti con liste e con quozienti elettorali. Il CNF è un organismo prevalentemente disciplinare e non va eletto, ma nominato dai Consigli dell’Ordine. La presenza delle Associazioni è garantita dalle votazioni aperte e democratiche. E si può ulteriormente assicurare con presenze di diritto (almeno tre) nell’Organo Esecutivo dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura”.
“Bastava quindi mettersi d’accordo su concetti di sana democrazia e di corretta rappresentanza – ha concluso il presidente Anai – per approdare ad un risultato positivo che è purtroppo mancato”.