L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani, insieme al Movimento forense, sostiene le iniziative parlamentari volte ad introdurre due nuovi istituti nel nostro ordinamento: il Pignoramento in proprio e l’Accesso alle banche dati da parte degli ordini forensi.
Nello specifico si tratta della
a) estensione della facoltà di cui alla Legge 21.1.1994 n. 53 (c.d. legge sulle “notifiche in proprio”) anche ai pignoramenti che si eseguono mediante notificazione di un atto (es. pignoramento presso terzi, pignoramento immobiliare, nuovo pignoramento automobilistico, pignoramento di navi ed aeromobili, di quote sociali, di titoli di proprietà industriali);
b) estensione agli Ordini circondariali forensi della facoltà di accesso alle banche dati ex art. 492 bis c.p.c.
Secondo il presidente Anai Maurizio De Tilla «L’introduzione di questi nuovi istituti è finalizzata da un lato ad ampliare le attribuzioni degli avvocati nel processo di esecuzione civile, con massima garanzia di competenza e tutela dei diritti degli interessati, e dall’altro a rendere più snella (e meno dispendiosa) l’esecuzione dei pignoramenti, da sempre disagevole».
L’ANAI chiede inoltre che, per alleggerire il carico giudiziario, sia affidata agli avvocati, come avviene in altri Paesi, la emissione di decreti ingiuntivi non esecutivi, oltre che la intimazione con convalida della licenza per finita locazione e dello sfratto, salvo la opposizione da presentare entro il termine di trenta giorni.
Secondo De Tilla sarebbe da valutare anche «la possibilità per gli avvocati di svolgere funzioni di responsabilità certificativa ed autorizzazione in materia di volontaria giustificazione».
Da considerare inoltre, ha concluso De Tilla che «Con i segnalati atti da affidare agli avvocati si sottrarrebbero al carico giudiziario almeno 500 mila procedimenti».