Riposte Internationale chiede lo stop a torture e arresti arbitrari ad Algeri
In occasione dalla visita in Italia del presidente della Repubblica algerina, Abdelmajid Tebboune, con tappe a Roma (26 maggio) e a Napoli (27 maggio), l’ONG Riposte Internationale lancia un appello alle autorità italiane affinché affrontino la questione delle condanne arbitrarie e del rispetto dei diritti umani nel Paese.
In un comunicato, l’ONG denuncia, in particolare, “le violenze del potere algerino contro gli oppositori e il popolo pacifico”, oltre che “gli assassini mascherati di detenuti per reati d’opinione nelle carceri algerine”. “Si tratta di parametri che vorremmo che il governo italiano tenesse in considerazione nelle sue future cooperazioni con il regime totalitario algerino”, afferma l’Ong con sede a Parigi puntando i fari, in particolare, sulla morte “in condizioni particolarmente oscure del detenuto di opinione, Hakim Debazi, nel carcere di Koléa”. “Questo precedente gravissimo non deve restare impunito”, avverte Riposte Internationale invocando l’apertura di un’inchiesta internazionale.
Hakim Debazi, 55 anni e padre di tre figli, è stato fermato il 22 febbraio ad Hadjout per le sue pubblicazioni sui social network. “Come centinaia di altri detenuti – accusa l’Ong – è vittima del potere arbitrario del regime. Riposte Internationale ritiene che sia la direzione del carcere di Koléa sia l’Autorità di tutela devono assumersi le loro responsabilità” di questa morte. L’obiettivo di un’inchiesta “imparziale consiste prima di tutto nel fissare le responsabilità in questo genere di drammi”, continua l’Ong, chiedendo alla comunità internazionale di “esigere la cessazione della tortura, degli arresti e delle condanne arbitrarie” in Algeria nonché la “liberazione incondizionata dell’insieme dei detenuti politici e d’opinione”.