Caro Babbo Natale, lo so che è un po’ tardi per scriverti questa letterina ma credimi questo 2013 è stato davvero impegnativo quindi, in extremis, “vengo con questa mia a dirti” sperando che ti giunga per tempo al Polo Nord.
Il regalo che ti chiedo non è proprio una cosuccia ma nemmeno una cosa irrealizzabile: non è una consolle di ultima generazione o una bambola di quelle che caga, vomita e all’occorrenza si candida alle primarie attizzando le speranze di chi pensa “Ohhh ma quella bambola cambierà davvero le cose, è così giovane, piena di energia” per poi ritrovarsi il sette gennaio con la solita bambola che caga e vomita.
Non è la pace nel mondo! Per quella, perdonami, non saresti in grado di provvedere. Del resto se non ci riesce quell’altro, quello… non mi viene mai il nome, ma si dai, quello simile a te ma senza il vestito della Coca Cola e con il triangolo d’emergenza dietro la testa, sì, quello lì, dico… se non ci riesce Lui a risolvere, che ci ha provato pure mandando a nome suo un rappresentante della famiglia che gli hanno fatto fare una fine ingrata come si vede nel film di Mel Gibson girato a Matera, figurati tu.
Però il mio è un desiderio forte e i desideri si possono chiedere solo a Babbo Natale, sempre che Belen non ti risponda su “wechat” e allora è tutto un altro discorso.
Quindi, caro Babbo Natale io vorrei, ecco, vorrei che tu potessi farli rendere conto almeno per un attimo delle loro scelte quando affidano la conduzione di un programma ad Albano, con quei capelli tinti che sembra un indiano d’America in un film a basso costo. Vorrei che ti trasformassi in una vocina tipo “grillo parlante” di Pinocchio ma con la voce del ragionier Ugo Fantozzi cosicché quando viene presentato un progetto con l’indiano e la Parodi che aiutano le persone a ritrovarsi gli sussurri all’orecchio: “è una cagata pazzesca, non abusate della pazienza di quei poveri vecchietti, tra un po’ comincia C’è posta per te della De Filippi, perché realizzare un programma simile con la differenza sostanziale che non c’è lo studio?”. Lo so “rendersi conto” non è proprio una richiesta da poco ma non ti chiedo una cosa definitiva tipo conversione di San Paolo, alludo più a qualcosa di sporadico, tipo illuminazione a intermittenza.
Qualcosa che faccia capire ai megadirettori che non si risollevano le sorti di un’azienda togliendo le stampanti dalle redazioni. Non si risparmia creando una coda come dal dottore davanti ad una fotocopiatrice, si risparmia agganciando i compensi milionari ai risultati. Ti chiedo di fare il 20%? Ti dò i milioni che chiedi e che sicuramente meriti; fai solo il 15? Beh, rivediamo al ribasso anche il compenso. La crisi può essere un’opportunità per rivedere in parte lo schema. Mai come in questo periodo un grosso artista, un grosso autore, una grossa società esterna (tanto son poche) che produce fiction o format non può minacciare di andarsene dalla concorrenza. ‘Ndo va? Ci provasse. Dall’altra parte della barricata hanno problemi ancora più seri e il terzo soggetto in campo… quello è bravo a fare annunci in conferenza stampa di programmi che poi non partono.
Una “lucidità temporanea”, ecco, svincolata dalla logica delle correnti, delle amanti, della presunzione di credere che tanto il pubblico si mangia tutto quello che gli viene dato. Non è più così. Sempre grazie alla crisi il pubblico forse non ha più nemmeno i soldi per accenderla la tv e se deve vedere il sequel numero N di una fiction comincerà sempre più spesso a fare altro. Sta già accadendo. E se le repliche di Montalbano fanno ascolti record non è il caso di essere felici… si sta grattando il fondo di una pentola che ha sacrificato le altre reti ad una programmazione che non è un’alternativa reale.
Babbuccio Natale, so di chiederti molto e non vorrei essere preso a calci nel sedere dalle renne dell’etere ma se puoi spazza via anche il concetto di qualità sbandierata su twitter: sembrano gli inchini delle dame di corte in una puntata di Lady Oscar: (parafrasati seppur virgolettati) “Ah! Si possono fare ascolti anche senza il trash – Oh la qualità degli argomenti! – Uh, sì, questa è la strada da percorrere! Eh! La batracomiomachia”. Fai fatica a capire di cosa stanno parlando visti i numeri da era glaciale. Fa sì che lo Spirito del Natale giunga potente anche a quelli del palinsesto che spostano le serie tv così, senza avvertire nemmeno i decoder che registrano puntate di “Protestantesimo” al posto di un serial Killer, che all’inizio può sembrare addirittura una trovata geniale di sceneggiatura.
Io dal canto mio guarderò sempre tutto, il più possibile e senza pregiudizi e cercherò sempre di fare l’avvocato del diavolo ma se la faccia di Andrea De Carlo nel promo di “Masterpiece” mi sembra l’espressione Magnum di Ben Stiller in “Zoolander” ti giuro che questo non mi influenzerà.
P.s: spero anche per il prossimo anno di poter avere ancora la possibilità di scegliere i progetti sui quali lavorare senza che questo venga interpretato come un reato che si deve pagare. Con affetto, tuo Andalù.