Originario dell’Asia centrale, l’agnocasto (Vitex Agnus Castus) cresce spontaneo lungo i fiumi e nelle vallate a clima temperato.
Il nome Vitex deriva da Vitilium che significa “intreccio” e infatti i rami flessibili, ma robusti e duri,di questa pianta, anticamente, servivano per costruire palizzate. Omero, infatti, definisce l’agnocasto come “viticcio per intrecciare”soprassedendo sulle virtù terapeutiche della pianta. Il nome agnus che significa “agnello” e castus “casto”, invece, si riferiscono alla proprietà anafrodisiaca (che contrasta il testosterone) nell’uomo. Secondo la leggenda, infatti, i monaci erano soliti mettere dei boccioli di agnocasto tra i vestiti per conservare la castità e i semi erano chiamati “pepe del monaco”, perché erano soliti utilizzarli come spezia nella loro cucina. La capacità anafrodisiaca è sottolineata anche da Plinio il Vecchio che, nella sua “Naturalis Historia”ricorda come petali di agnocasto venissero sparsi sui letti delle donne ateniesi per garantire la loro fedeltà quando i loro mariti andavano in guerra.
Pietro Andrea Mattioli, medico e botanico senese del 500, a proposito dell’Agnocasto, scrive nel suo erbario figurato: “… costringe gli impeti di Venere tanto mangiato fritto quanto crudo… si crede che non solamente mangiandosene o bevendosene faccia gli uomini casti ma ancor giacendovisi…”.” Ippocrate utilizzava questa pianta per il trattamento di lesioni e infiammazioni mentre Dioscoride, l’autore del “De Materia Medica” è stato il primo a riscontrare l’effetto positivo dell’Agnocasto sul sistema riproduttivo femminile. Lo raccomandava per le madri che allattavano. per espellere la placenta dopo il parto, e per controllare l’emorragia.
Dal un punto di vista della moderna fitoterapia l’agnocasto agisce sul sistema endocrino, in particolare modula la produzione di alcuni ormoni ipofisari responsabili del ciclo mestruale femminile. Per questo motivo è utile nei disturbi femminile quali amenorrea (assenza di mestruazioni), mastodinia (dolore mammario), oligomenorrea ( condizione in cui l’intervallo tra i cicli è inferiore ai 25 giorni), polimenorrea (condizione in cui la distanza tra i cicli supera i 36 giorni). Grazie all’azione sulla ghiandola pituitaria l’agnocasto esercita un’azione antispasmodica e antiestrogenica indicata per contrastare acne, irritabilità e nervosismo tipici della sindrome premestruale. L’azione galattogena aiuta a stimolare la produzione di latte nelle puerpere. Inoltre ha un azione sedativa generale utile in caso di tachicardia, nelle vertigini,nell’insonnia, nelle malattie psicosomatiche che si localizzano a livello dei genitali e in caso di ansia generalizzata. Infine, l’agnocasto può essere utile in menopausa per migliorare molti sintomi come sudorazione notturna e vampate di calore.