Abbiamo tre figli fatti in casa e tre figli di cuore (in affidamento). A parlare così è Marina Birollo, una veneta di 46 anni dell’associazione Papa Giovanni XXIII, che assieme a suo marito Giancarlo Violetto, (50 anni) ha scelto di accogliere i bambini maltrattati, le persone in difficoltà e i diversamente abili
In questo periodo la casa dei due coniugi accoglie 6 figli: un giovane di 21 anni, una diciottenne, un sedicenne, una quattordicenne, un bimbo di 10 anni e una piccolina di 8 mesi. “Siamo sposati da 22 anni- spiega Giancarlo Violetto- e da ventuno abbiamo scelto di far parte dell’associazione Papa Giovanni XXIII e accogliere a casa nostra bimbi, adulti con storie difficili. Quando ho sentito parlare Don Oreste Benzi di accoglienza, ho capito che quella era la mia strada da sempre, io volevo seguire il Vangelo dando una famiglia a chi non ce l’aveva. In seguito conobbi Dario un ragazzo down e la sua famiglia adottiva (sempre della Papa Giovanni XXIII) avevo già visto tanti ragazzi down, ma tra Dario e la sua famiglia affidataria c’era qualcosa di particolare. Da quel momento ebbi la certezza che la mia strada era accogliere bimbi maltrattati, persone sole. Noi consideriamo persone tutti quelli che la società bolla come scarti, ogni vita ha diritto a una famiglia e a essere amata”.
“Il mio limite non è evidente come un handicap visivo- spiega Marina Birollo- il mio limite è avere delle ferite interiori. Non mi sono fermata a preservare i miei limiti ma mi sono lanciata fidandomi nel Signore, aprendomi alla strada dell’accoglienza, che mi ha dato la forza di superare le mie barriere mentali. Ho dovuto faticare tantissimo per trovare la mia serenità, nella mia scelta di “ condivisioni di vita”, cioè accogliere bimbi e persone in difficoltà, sento accolto il mio limite. Ora mi sento serena e appagata, nonostante ogni giorno ci siano mille impegni”.
Da circa un mese, in questa famiglia allargata, è arrivata una bimba di 8 mesi con dei problemi celebrali, ed è diventato il centro della casa, tutti sono accanto a lei per darle una carezza, un aiuto. Prima che arrivasse c’erano dei contrasti forti tra alcuni figli, ma l’arrivo di questa nuova bimba ha sanato i rapporti.
In passato era successo un altro piccolo miracolo, grazie ad un’altra bimba. Una ragazzina di 14 anni che aveva da poco tentato il suicidio, aveva in braccio una bambina di pochi anni senza bulbi oculari e con tanti problemi di salute (Mariangela è morta quando aveva cinque anni) e disse: “Io ho tentato di buttare la mia vita e lei ogni giorno (rivolta alla piccola) lotta per vivere”. Sofia una ragazza di 18 anni, figlia di Marina e Giancarlo ha raccontato: “da questa esperienza di vita ho imparato a stare vicino alle persone che hanno più bisogno, a capire i bisogni del mondo. Ho imparato a ringraziare per quello che ho e non lamentarmi di quello che mi manca”. Flavio di 21 anni il maggiore dei figli ha detto: “Volevo fare il militare di carriera, ma a un certo punto le mie idee sono cambiate. Grazie anche all’esperienza di vita con Mariangela (la bimba senza bulbi oculari morta da qualche anno) non me la sono sentita di partire in missione e sparare contro altre persone. Mariangela mi ha fatto riflettere sull’importanza della vita, qualsiasi vita, e mi ha insegnato a stringere i denti, lei nonostante le tante difficoltà andava avanti ed era sempre sorridente”. Questo nucleo familiare ci insegna cosa significa amare veramente e tra i tanti impegni si occupano anche di distribuire alimenti alle famiglie, nella zona di Cittadella, alle porte di Padova, colpite dalla crisi di questi tempi. Si può vivere anche con poche cose, ma l’amore non deve mancare mai.