Se il libro di Falanga si auto-definisse un libro di comunicazione si esporrebbe, naturalmente, ad aspre critiche da parte dei famigerati e temutissimi addetti ai lavori. Poco più di cento pagine non esauriscono in modo scientifico e sistematico argomenti così complessi come la comunicazione politica. Ma l’autore non ha tale pretesa. E gira la questione in modo molto sottile. Dichiara da subito il suo bersaglio: la sinistra degli ultimi vent’anni. E attraverso un percorso fatto di esempi, snocciola delle regole di base della comunicazione, che lui preferisce definire considerazioni. Iniziando dalla differenza tra un fatto ed una notizia, che è un ottimo primo passo, in un mondo dominato dai media (per carità! Non pronunciate midia, all’americana! Falanga se ne avrebbe giustamente a male).
Giova ripetere che se lo si interpretasse come un libro divulgativo sulla comunicazione, potrebbe andar bene esclusivamente per i neofiti della materia. Invece è altro. In questo risiede la sua forza. Se lo si legge avendo a riferimento la sinistra italiana ed il suo più che maldestro modo di gestire le tante occasioni di comunicazione, dal comizio al dibattito, dall’intervista alla comunicazione di crisi, il libro diviene una lettura quasi divertente. Ci appare un Falanga che prende per mano i vari esponenti politici di sinistra e, con la pazienza del maestro Manzi, li alfabetizza ripartendo dalle basi. Offre una definizione ai termini propri della politica: consenso, comizio, propaganda. Tocca il suo apice quando, nel settimo capitolo, offre degli esempi concreti di come la sinistra “ha saputo perdere con certezza le elezioni”.
Teniamo ben presente che a contrapporsi politicamente c’è qualcuno che, al di là delle valutazioni personali o politiche, ne sa di comunicazione e, in buona parte, ne ha riscritto le regole. E’ il classico esempio del Barcellona che gioca contro la Tricase. Bisogna che almeno sui palleggi la Tricase si alleni un po’ di più. Chissà, magari con qualche nuovo acquisto potrà puntare al risultato.
Personalmente credo che uno dei meriti del testo sia quello di far capire che la comunicazione non si improvvisa, non si inventa, e può essere materia complessa. Soprattutto nella comunicazione tra individui, vista la quantità pressoché infinita di variabili che entrano in gioco. La comunicazione c’era prima della microchirurgia, prima dell’astrofisica, prima dei talk-show. La comunicazione nasce con il Big Bang. E scrive sempre la storia di tutti, ad ogni livello.
Da leggere.
“A proposito di comunicazione – come perdere con certezza le elezioni” – di Franz Falanga
2009, 128 pagine
Armando Editore