Ma come abbiamo potuto permettere che il potere economico, il potere mediatico e il potere politico si concentrassero nelle mani di una sola persona, consolidandosi vicendevolmente?
Così finisce l’Italia?
No! Non credo proprio (ho già in frigo una bella bottiglia di ottimo spumante italiano).
Caro Direttore
Diego Della Valle quando ha scritto la “famosa” lettera aperta sui giornali, neanche tanto tosta e profonda, neanche tanto lungimirante, neanche tanto originale, è stato il primo, probabilmente, a non rendersi conto della portata innovativa e dirompente di tale iniziativa.
I detrattori dovrebbero almeno un po’ aspettare prima di dare l’”a fondo”.
Mi spiego meglio ed esagero per farmi capire, non me ne vogliate:
quando Cristoforo Colombo con tre barcarole fece un percorso più o meno scontato, una volta accettata, in linea di principio, l’idea della rotondità della Terra, andando a sbattere, per puro caso, su un Nuovo Continente che, come si è poi appurato, non fu neanche il primo viaggiatore esterno a visitare, fu a sua volta il primo a non rendersi conto di che cosa significava e quale imprevedibile futuro apriva il suo viaggio.
Anche allora non mancarono i detrattori, fu necessario il “famoso” uovo per zittirli; ad ogni modo poi si affermarono certamente i meriti, nonché, bisogna dirlo, le incognite, tuttavia di grande storia, sulle gelosie e i pettegolezzi, di piccole storie.
Perché faccio questo “impossibile” accostamento?
Non sono un fan di Della Valle, non è questo il punto. Il punto è l’Italia.
La più grossa, devastante e complessa anomalia di questo nostro “impossibile” Paese è che non esistono più, o sono ridotti al lumicino, gli UOMINI LIBERI.
Questo non è, o non è più, un Paese di uomini liberi, elaboratori di idee ed opinioni, per cui ogni volta, una dichiarazione, una intervista, un articolo sarebbero una sorpresa, una novità, in ogni campo, dalla politica all’economia, alla religione, alla letteratura, all’arte, e così via.
Questo, ormai è ridotto ad essere un Paese di DILETTANTI ADDETTI AI LAVORI, apparentemente espressione e rappresentanti del “sociale”, della “cristianità”, del “mondo della cultura” ecc.
Primo risultato è la perdita dell’ironia, come è facile accorgersi guardandosi intorno (quei pochi che resistono sono a loro volta “addetti ai lavori” e cmq sempre precari, ma la gente comune… che facce!) perché il dilettante è rigido, ha paura di sbagliare, di essere scoperto e, in quanto “addetto ai lavori” ha una (presunta) professionalità da difendere.
Quando parla un Cicchitto, si sa già da prima che cosa dice; quando parla un Pecorella (ex uomo libero, poi anche lui asservito al “conveniente” – il profumo dei soldi spopola – perché poi si sa, ogni comodità finisce col diventare necessità) già si sa che cosa dice, e così tutte le altre “solite facce”.
Sfido chi legge a fare il nome di un solo politico italiano, di serie A, B, C (diciamo di serie… ne abbiamo tanti che possiamo percorrere l’intero alfabeto) che, quando apre bocca, non si sappia già che cosa sta per dire. Persino Frattini (e dico Frattini, non Gelmini che era davvero imprevedibile rivelasse candidamente il segreto di Stato di un tunnel dalla Svizzera all’Abruzzo, ma, come diceva Totò, ogni eccezione ha la sua regola), poco prima che Sarkozy e, quasi contemporaneamente, Cameron e Obama intervenissero pesantemente in Libia, pronunziò la storica frase “stiano bene attenti gli Americani prima di attaccare un Paese libero e sovrano come la Libia”. Non disse la meno prevedibile frase “stia ben attento il nostro Premier alle sue frequentazioni con figuri poco raccomandabili”, il che gli avrebbe fatto acquistare punteggio, ora che si è recato in Libia con la bisaccia a tracolla, dove, quindi lo avrebbero, certo, gravato di meno pive.
Come si fa a seguire una trasmissione dove, alla fine, sono confermate tutte le previsioni dell’inizio? Eppure… perché da un Gad Lerner (o altre trasmissioni o occasioni “copia e incolla”), si vedono sempre i “soliti”, non vengo chiamato io? Non vieni chiamato tu valente giornalista, o non vieni chiamato tu lettore disincantato?
Perché tutti, e dico TUTTI, non vogliono sorprese, vogliono che la trasmissione finisca come è iniziata, o meglio come si prevedeva fin dall’inizio. Perché correre rischi? Anche gli scoop dei VIP sono (logicamente) pilotati, ma vuoi mettere il vero scoop della libera manifestazione del pensiero di una persona libera? Tutta un’altra cosa (come dimostra la defenestrazione di quelli che, più o meno, ci avevano provato).
Questo è il “grave” che ci assilla.
Piacevole eccezione, devo dire, è stata la trasmissione dell’altra sera, Pippo Baudo dalla Gruber.
Mi stavo già addormentando, quando mi sono messo a sentire. Non ha detto nulla di eclatante, non entro neanche nel merito (non era questo che mi premeva sottolineare), ma ha parlato da uomo libero.
La stessa cosa può dirsi di Della Valle, con maggiore incisività e dirompenza, data la sua scelta; ha interpretato, forse, la parte del monoculus in terra caecorum, ma comunque la sua “uscita” è stata qualcosa di diverso rispetto all’andazzo conformistico.
Certo ha potuto permetterselo perché aveva i soldi per farlo. Questo non è giusto! E qui il problema diventa sociale e politico.
Ma lasciamo perdere, ora, l’uomo delle Tod’s.
Facciamo qualche esempio:
devo parlare della psicologa amica di famiglia, che aveva in cura un bambino della famiglia, imprigionata, mummificata nella sua veste professionale che, secondo lei, non le consentiva confidenza, per cui si allontanava, confusa e indecisa, aveva paura anche di salutare; era il bambino, infine ad avere in cura lei?
Lasciamo perdere anche questo.
Potremmo parlare della legge sulle intercettazioni (e le varie “ammazza-processi”, “salva-premier” ecc.) o di quello che dicono, in proposito, che so, un Casini, un Di Pietro, una Santanché, e come commentano i mass-media sia le leggi che il loro dire. Potremmo farlo ma ci porterebbe troppo per le lunghe, per quello che conta.
Allora:
Prendiamo un Sarkozy (giusto per intenderci, ma vale anche per altri), a parte quello che dice, o fa, nella sua veste istituzionale, dove è un “addetto ai lavori” ma sul serio, non da dilettante, quando si rivolge ad un interlocutore, un intervistatore ecc., parla da uomo libero, a capo di un popolo libero.
Questa è la differenza con un Berlusconi (ma non solo; qui può essere considerato emblema di una intera classe alla guida di questo Paese, non solo politica) eterno dilettante addetto ai lavori, o, se preferite, eterno “addetto ai lavori” in quanto “dilettante”.
Un concreto esempio specifico?
La Giustizia, in Italia, è assolutamente disastrata (basti pensare alla lungaggine di tutti i processi, penali, civili e amministrativi) e l’Organizzazione dei Giudici è pessima (credo sia l’unico Paese del Mondo Civile, dove Organo giudicante e Pubblico Ministero sono pappa e ciccia per definizione); e qui mi riallaccio, caro Direttore, anche all’episodio del ragazzo sotto processo per l’ovetto di cioccolato (sembra di essere ritornati al furto delle mele degli anni ’50), da te richiamato nel precedente numero di GOLEM dove sottolinei, giustamente, come le legislature capitanate dal Baffino nulla abbiano fatto per ovviare a casi simili (perché quest’ultimo è a sua volta un tanto serioso quanto inconsistente – una volta si occupava di viaggi e tempo libero del vecchio PCI – sedicente “addetto ai lavori”. Come dimostra, tra l’altro, l’incapacità di varare, durante le sue “legislature” appunto, uno straccio di legge sul conflitto di interessi); nonché all’episodio di quel Magistrato che è stato zittito, infine, dalla Cassazione, che vendeva olio d’oliva dell’azienda di un parente, all’interno di un Ufficio Giudiziario (per il che era stato anche richiamato dal Capo dell’Ufficio), e pretendeva di essere risarcito per danno all’immagine da un giornalista che aveva, appunto descritto il fatto: vendita di olio all’interno dell’ufficio. C’è voluta la Cassazione!
Del resto basta vedere come vestono molti, moltissimi Giudici, soprattutto i più anziani, per la verità, non in modo alternativo, casual (credo di essere stato uno dei primi, anni fa, a rompere con gli stereotipi), ma semplicemente sciatto; ecco, amministrano la Giustizia come vestono, in modo sciatto.
Caso riepilogativo e simbolico di tutto quanto sopra, è l’omicidio Meredith. Prove schiaccianti “al di là di ogni ragionevole dubbio” in Primo Grado per una dura condanna di Amanda e Raffaele; assenza totale di prove in Secondo Grado. Chi ha ucciso Meredith? Il povero nero Guede già condannato? Ci credete? E i 4 anni di vita sottratti agli assolti?
E quali sono stati i commenti degli “addetti ai lavori”? Inutile infierire, basta vedere…
L’unica reazione vera, dura, dirompente è stata l’insofferenza della folla, i fischi, le urla in piazza, i “vergogna!” “vergogna!”; l’insofferenza, come… il milione e passa di firme contro l’attuale legge elettorale? No! Contro gli attuali “dilettanti addetti ai lavori”, giudici compresi, di cui Berlusconi è emblema!
Intanto, come avverrebbe in Belucistan o in Kirghizistan, Amanda passa la notte all’Ambasciata Americana a Roma, prima di “fuggire” in America; intanto, nessuno se ne accorge, ma crolla una palazzina a Barletta… tralasciata, appunto, dai “dilettanti” (nonché “addetti ai lavori”), provocando 5 morti (non è il primo né, ahimé, sarà l’ultimo caso); intanto, piano, piano (anche qui nessuno se ne accorge), Marchionne si sgancia da Confindustria e porta la FIAT … lì dove è “fuggita” Amanda.
Bene! Berlusconi teoricamente avrebbe ragione ad esternare lamentele sull’andamento della Giustizia, quest’altra “catastrofa” (a parte l’assoluto assenteismo nel porvi rimedio, la ricerca di soluzioni ad personam ecc. peraltro componenti della sua scarsa credibilità); allora perché non gli si dà alcun peso? Perché, appunto, non è credibile, in quanto “dilettante addetto ai lavori”; se avesse, invece, l’investitura di libero pensatore, nel dire queste cose; in concreto, diciamo la verità, se queste cose fossero dette da un altro, se fosse un Sarkozy a dire queste cose, quale ben diverso e importante valore avrebbero, quali conseguenze di rilievo per la collettività comporterebbero!
Quali consistenti basi sarebbero poste per elaborare poi il tutto in sede istituzionale e varare una seria e soddisfacente riforma della Giustizia, così come qualsiasi altra riforma!
Uscire dall’inquietante quadro che credo di aver efficacemente tratteggiato è una “mission impossible”? Forse sì, ma non credo si debba gettare la spugna; in fondo… anche quelle dei film furono, poi, alla fine, coronate da successo.
Allora coraggio,”damose da fa’”, come diceva quello, tenacia e un pizzico di ottimismo!
Una volta si diceva: l’imagination au pouvoir! Ora andiamo avanti, diciamolo in italiano, perché essendo fermi da 20 anni, avendo saltato un’intera generazione, siamo quelli che più hanno bisogno di cambiamenti: CAPOVOLGERE TUTTO.
Viene prima la voce degli addetti ai lavori e poi quella degli uomini liberi? CAPOVOLGERE:
Prima il libero pensiero, poi anche i c.d. addetti ai lavori, “quelli che ne capiscono”, “quelli che hanno le mani in pasta” diranno la loro.
Prevale la prudenza statica e parrocchiale di chi “ha vissuto” sulla freschezza e il dinamismo dei giovani? CAPOVOLGERE:
Prima la voglia di vivere, di farsi sentire, di sbagliare e ricominciare dei giovani, poi la saggezza, prossima alla morte, dei vecchi.
La pigrizia, il restare attaccati all’esistente, “meglio un uovo oggi che una gallina domani” domina sulla ricerca del futuro, su ciò che è nuovo? CAPOVOLGERE:
Prima l’avanguardia, la novità, la competizione avvincente e produttiva di gioia, di interesse, di alterni risultati, poi la conservazione, la salvaguardia di quello che, bene o male è già patrimonio acquisito.
Il comodo conformismo dilaga, per cui la storia e la vita quotidiana sono un continuo, catatonico, ripetersi di A + B = C, un continuo serpente che si mangia la coda? CAPOVOLGERE:
Rompere il cerchio con eccentricità e inventiva, trovare altre formule, non dormire, ma vivere.
E così via.
E ti pare semplice? Giusta osservazione.. lo so, lo so, altro che! Non mi dire niente.
No! Niente affatto! – Rispondo – Lo so bene. Sarebbe bello se fosse tutto molto più alla portata; ma allora… che mission impossible sarebbe?
Ciao.