A cosa serve la felicità? Di che poteri dispone chi è felice? La felicità non può essere trattata con superficialità, la felicità infatti è ciò che ci allunga la vita e fa sì che sia più ricca e intensa.
Ma facciamo un passo alla volta, è proprio vero che la felicità allunga la vita?

La felicità allunga la vita
Sì, la felicità allunga la vita, e non di poco: i ricercatori hanno scoperto che neanche smettere di fumare allunga la vita quanto l’allunga la felicità; è ovvio quindi che un ex fumatore felice abbia una prospettiva di vita maggiore sia rispetto a un ex fumatore infelice che rispetto ad un fumatore felice. Insomma l’unione dei due fattori sarebbe la condizione ideale per una vita lunga (e ovviamente felice). Ma mettiamo da parte questa parentesi e portiamo le verifiche a tale affermazione.
Nel 1930 fu avviato uno studio mastodontico che è durato più di 70 anni ed è finito nel 2001. Eseguito su 180 suore, era stato concepito per avvicinarsi ad una maggiore comprensione dell’Alzheimer. Ma come molte ricerche, cominciate per un motivo, la scoperta che ne è derivata è stata tutt’altra: gli inaspettati effetti della felicità.
Vediamo come venne svolta questa ricerca.
Fu chiesta l’autorizzazione a queste 180 suore di poter tenere sotto controllo la loro cartella clinica per tutta la durata della loro vita, inoltre fu chiesto loro il permesso di utilizzare a scopo di ricerca il loro cervello una volta che fossero morte, infine fu loro dato un diario dove annotare tutti i ricordi (ricordiamoci che era una ricerca sull’Alzheimer); e fu proprio da questo ultimo elemento, il diario, che vennero le scoperte più interessanti: tutte le suore che riportavano dai loro ricordi di aver vissuto soprattutto emozioni felici, erano vissute mediamente dieci anni in più di chi aveva riportato soprattutto ricordi neutri o infelici.
Non vi era invece differenza tra coloro che avevano vissuto una vita nella norma e coloro che avevano vissuto una vita mediamente triste, cioè a fare la differenza era solo la felicità, la vera felicità, quella sentita come tale.
Questa scoperta fu molto importante per la psicologia, ha posto infatti lo psicologo sullo stesso piano di qualsiasi altro medico. Pensate ad esempio, come possa essere salutare per un anziano essere felice, come questo possa allungargli la vita. Oltretutto non solo la felicità allunga la vita, ma la migliora, e non solo per il benessere emotivo che crea ma soprattutto per la vita piena e soddisfacente che ne deriva.

La felicità ci arricchisce
Da uno studio è stato scoperto che provare emozioni felici fa venire la voglia di fare e di attivarsi, questo dovrebbe dare spunti di riflessione anche sul meccanismo inverso: per far venire la voglia di fare alle persone svogliate probabilmente basterebbe far sì che siano felici. Quest’ultima riflessione potrebbe essere d’aiuto agli studenti: uno studente felice ha più voglia di studiare rispetto ad uno studente triste; ma potrebbe anch’essere d’aiuto alle imprese per quanto convenga l’alto morale della forza lavoro. Ma vediamo da quale ricerca si è verificato questo effetto.
Nel 2002 Barbara Fredrickson e Christine Branigan prepararono diverse scene di film evocanti diverse sensazioni. Vi erano tre categorie principali: emozioni positive, tra cui appunto la gioia, la contentezza e la felicità; emozioni negative, tra cui la rabbia e la paura; e spezzoni di film senza alcuna carica emotiva. Fecero quindi vedere uno spezzone diverso ad ognuna delle persone intervenute all’esperimento; alla fine del filmato veniva chiesto al partecipante di turno di elencare tutte le cose che avrebbe voluto fare nell’immediato.
Fu verificato che coloro che avevano visto scene riguardanti la paura avevano voglia di mettere in atto comportamenti di fuga, e coloro che avevano visto spezzoni riguardanti la rabbia avevano voglia di mettere in atto comportamenti aggressivi. Questo dovrebbe far riflettere sullo spirito di emulazione che produce la televisione, soprattutto nei bambini i quali non hanno ancora la maturità per riflettere e fermare le loro azioni, ma questa è solo una parentesi. Mentre coloro che avevano visto spezzoni di film emotivamente positivi non solo avevano voglia di fare cose allegre o piacevolmente avventurose, ma avevano anche molte più idee di coloro che avevano visto scene negative o neutre, essi infatti facevano un elenco più lungo di cose che avrebbero voluto fare di lì a poco.
Da studi come questo è stato compreso che coloro che sono felici hanno più idee, più voglia di fare, sono più creativi, e inoltre hanno una vita sociale più gratificante; ma queste caratteristiche non sono presenti solo nel momento in cui sono felici, esse infatti rimangono sempre più o meno attive.

Un attimo di felicità dura per sempre
Ma come è possibile tutto ciò? La felicità è solo un’emozione fugace, come fa ad influenzare tutto il nostro fare e il nostro essere?
Questo è dovuto al fatto che nel momento in cui si prova felicità la nostra mente diventa fervida di idee, idee che non si dimenticano, ma rimangono in noi, e più proviamo emozioni felici più ci riempiamo di idee, come se creassimo un magazzino di creatività al quale attingere. Questo magazzino inoltre prevede anche soluzioni su come affrontare i momenti difficili, nonché idee riguardanti l’attivazione e l’attività fisica.
L’attività fisica tra l’altro non è solo salutare di per sé: migliorando il rapporto con noi stessi migliora anche quello con gli altri e una vita sociale ottimale diventa essa stessa nuova fonte di felicità, così abbiamo una felicità che si perpetua.

La felicità e i settori della vita
In pratica la felicità agisce principalmente a tre livelli che si intrecciano e si incrementano tra loro:
Settore psicologico; abbiamo tante idee su cosa potremmo fare, questo ci aiuta ad affrontare con più grinta o in maniera più costruttiva anche i momenti più difficili, in questo modo possiamo presto risperimentare la felicità riempendo maggiormente il nostro magazzino mentale, in una sorta di felice feedback positivo;
Settore fisico; quando siamo felici diventiamo più attivi, quindi tendiamo a fare più attività fisica, l’attività fisica ci dona una salute migliore e ci fa sentire più sicuri migliorando anche la nostra vita sociale;
Settore sociale; essere felici ci fa vivere meglio le relazioni sociali, le quali possono diventare fonte di altra felicità.

Creatività sofferta o felice… del resto cos’è la felicità?
A questo punto, avendo parlato di creatività, non si può non aprire una parentesi sulla creatività associata alla sofferenza, ci sono moltissimi artisti che nella sofferenza trovano la massima espressione della loro arte, qui allora bisognerebbe ragionare sul concetto: che cosa è realmente la felicità? Per molte persone la felicità è sapere provare dolore: fisico (i masochisti), o mentale, emozionale.
La felicità per ognuno di noi è qualcosa di diverso, ma per tutti noi è ciò che fa sì che la nostra vita sia lunga e creativa.

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