La mozione, prendendo spunto dalla terribile relazione approvata all’unanimità dalla commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema sanitario nazionale sulla situazione in alcuni Opg italiani, chiede di rimettere mano alla materia per dare semplicemente attuazione alla nostra Costituzione. «La situazione carceraria in Italia è una vera e propria vergogna nazionale. A proposito della crudeltà noi abbiamo un numero crescente di suicidi nelle carceri italiane, abbiamo detenuti ammassati come animali e non sistemati come esseri umani» a fare questa dichiarazione non è stato il presidente di Antigone, non è stato un esponente delle opposizioni ma il presidente della commissione Giustizia del Senato, Edmondo Berselli durante una delle due sedute che il Senato ha dedicato alla situazione nelle carceri in Italia.
Martedì 27 settembre, infatti, con le conclusioni del ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, al Senato si è conclusa la due giorni di dibattito dedicata alla situazione carceraria italiana.
Sovraffollamento, misure alternative alla detenzione, assistenza sanitaria all’interno degli istituti di pena: tanti gli argomenti affrontati dall’Aula di Palazzo Madama. 67.377 la popolazione carceraria al 16 settembre 2011, di cui 28.300 (il 43%) in attesa di giudizio di primo grado, come nel film di Alberto Sordi. 24.368 sono stranieri (38%) di cui 12.035 giudicabili e 12.147 condannati in via definitiva.
Il cahiers de doleances
I punti critici sono ovviamente il sovraffollamento che, nonostante le misure approvate dal governo Prodi nel 2006, continua ad essere una vera e propria piaga.
Un problema collegato con il ricorso della custodia cautelare che non rappresenta l’estrema ratio ma quasi «una metodologia coercitiva nei confronti dell’indagato». Ma collegato anche con l’alto numero di stranieri detenuti, quando invece si potrebbe continuare a sottoscrivere accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei flussi migratori permettendo così ai detenuti stranieri condannati di scontare la pena nel loro Paese di origine.
Dopo il sovraffollamento non potevano mancare i numeri sulla carenza di personale: dalla polizia penitenziaria a quello addetto ai servizi di assistenza sanitaria proveniente dall’esterno.
Preoccupa anche il piano carceri
Tra tutte le tematiche affrontate ha meritato una parte di mozione anche il piano carceri, partito da molto lontano con l’allora Guardasigilli Roberto Castelli e ripreso anche durante questa legislatura con il ministro Alfano. Il Parlamento chiede di sapere quali siano i criteri di assegnazione degli incarichi e degli appalti (siamo pur sempre in Italia), l’indicazione delle risorse stanziate e quelle effettivamente utilizzate, l’elenco delle opere in data odierna, la data di inizio lavori e della presunta consegna. Si chiede inoltre di sapere il perché il commissario delegato per il Piano carceri abbia nominato cinque soggetti attuatori e abbia selezionato i contrattisti sulla base di «una scelta di carattere fiduciario». Secondo quale criterio lo stesso commissario possa affidare a liberi professionisti, dove non sia possibile utilizzare le strutture pubbliche, la progettazione degli interventi previsti anche in deroga alla normativa vigente. Quali e quante siano, quindi le procedure adottate fino a questo momento in deroga alle disposizioni della legge nazionale nella materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. A questo proposito, nella sua replica il ministro della Giustizia ha reso noto che entro il 2 novembre 2011 verranno pubblicati tutti i bandi di gara relativi ai 19 padiglioni dell’intero piano.
Il Guardasigilli propone
Il ministro Palma lo ha ripetuto anche nella sua replica: modificare subito l’articolo 123 delle disposizioni di attuazione del Cpp, in modo da obbligare, salvo casi eccezionali, il magistrato ad accedere al carcere, pena sanzione disciplinare, per la convalida e per l’interrogatorio del soggetto detenuto; Modificare l’articolo 558 Cpp, specificando che quando si deve procedere al rito direttissimo non è previsto il passaggio in carcere dell’arrestato o del fermato in flagranza di reato; potenziare le videoconferenze, intervenire subito sulla questione della sanità. E ancora Palma ha ricordato la proposta di modifica dell’articolo 386, comma 5, Cpp con la previsione di arresto facoltativo per i reati di minore gravità, rendendo magari più incisivo l’arresto domiciliare e di considerare la detenzione in carcere solo per esigenze eccezionali: «capovolgere – ha detto il ministro – la formula attuale che consente al Pm in caso di arresto di disporre gli arresti domiciliari, ma prevedere questi per i reati di minore importanza per cui si è proceduto all’arresto facoltativo, ferma restando la possibilità per il Pm di stabilire in casi di eccezionale rilevanza la restrizione in carcere. Tutte misure che porterebbero nell’immediato ad una riduzione di circa 2000 persone detenute. Infine, arriverà a breve in Consiglio dei ministri un disegno di legge sulla depenalizzazione dei reati bagattellari ma non si parlerà mai, almeno con questo Guardasigilli, di amnistia e indulto.
Gli Opg, interventi subito
Proprio a proposito degli ospedali psichiatrici giudiziari, il Guardasigilli ha affermato che la prima settimana di ottobre incontrerà il ministro della salute Ferruccio Fazio «per risolvere le problematiche tuttora pendenti, sia con riguardo alla sanità penitenziaria, sia con riferimento agli ospedali psichiatrici giudiziari». In particolare su questi ultimi era stata formulata la proposta di collegare la durata della misura di sicurezza con la gravità del reato, in modo da impedire, ad esempio, che per una resistenza si possa rimanere internati in un Opg anche 18 anni a causa delle proroghe, così come evidenziato dal dossier della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale.
Benvenuti all’inferno
Il dossier riguardante gli Opg è stato votato lo scorso luglio all’unanimità dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale e il 26 luglio, la stessa commissione, dopo tre visite ispettive a sorpresa svolte tra il 22 luglio 2010 e il 21 luglio 2011 ha disposto il sequestro dei locali di Montelupo Fiorentino e di Barcellona Pozzo di Gotto con immediato sgombero e ridislocazione delle persone ricoverate.
Il documento (leggibile tra gli allegati) è un vero e proprio viaggio all’Inferno, dove, seppure in burocratese del Senato, si possono ben immaginare le condizioni di questi contenitori della follia, luoghi dove la «privazione della libertà è contraria al senso di umanità», dove si può entrare per scontare una pena di due anni ma rimanervi per 25 in regime di proroga.
Nella descrizione degli ambienti, la frase che ricorre spesso è: «si avverte lezzo nauseabondo per la presumibile presenza di urine sia sul pavimento che sugli effetti letterecci». «All’interno della stanza n. 4 – riporta il dossier – munita di letti particolari che presentano un foro in corrispondenza del bacino viene rinvenuto il signor S.C., nudo, coperto da un lenzuolo, in regime di contenzione e legato al letto con una legatura in garza sia alle mani che ai piedi che gli impedisce qualsiasi movimento: l’internato presenta anche un vistoso ematoma alla zona cranica parietale».
Nell’Opg di Napoli, il direttore Stefano Martone ha sottolineato che il 40 % degli internati è detenuto in proroga, riportando in particolare il caso eclatante di M.L., entrato per una misura detentiva di 2 anni ma internato da 25. Ma la lista sarebbe lunga perché ad esempio anche il sig. N.D.P. risulta internato da 3 anni nonostante il magistrato di sorveglianza abbia dato parere favorevole al trasferimento in comunità terapeutica, struttura purtroppo inesistente sul territorio.
Nella lista fortunatamente c’è anche la struttura di Castiglione delle Siviere, suddivisa in vari edifici in condizioni buone, su un ampio parco verde recintato, con alberi di alto fusto, una piscina, zone attrezzate con tavoli, panche e sedie. Qui i pazienti hanno a disposizione la scuola elementare e media, una piscina appunto, una palestra ed una sala per la pittura e possono imparare a rilegare volumi e a fare il pane. Anche per quanto riguarda gli Opg conviene migrare al nord?
Carcere come strumento di afflizione
Resta pur sempre difficile capire come poter attuare tutta una serie di misure se si parla ancora di “tendenza politico-criminale” se si mira a “creare delle forme alternative di esecuzione della pena detentiva”. Il senatore Sandro Mazzatorta (Lega Nord), avvocato, intervenuto in aula ha voluto riflettere «sull’attuale ordinamento penitenziario, basato ancora oggi sulle riforme del 1975 e del 1986, tutte centrate sull’ideologia del trattamento rieducativi e sulle misure alternative alla detenzione e, da ultimo, sulle finalità della pena detentiva espiata in carcere». Il senatore Mazzatorta ha poi voluto sottolineare che «la linea d’azione – i radicali la rappresentano in maniera esemplare – espressione di quella tendenza politico-criminale che mira a creare delle forme alternative di esecuzione della pena detentiva, a scapito delle esigenze di tutela sociale proprie dell’esecuzione penitenziaria». Eppure pochi giorni dopo lo stesso partito ha votato contro il carcere per un parlamentare e un ministro.
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