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Dopo la chiusura del gasdotto Maghreb-Europa

L’ennesimo segnale di “inaffidabilità” arriva da Algeri. A soli dodici giorni dalla chiusura del Gasdotto Maghreb-Europa (GME), Sonatrach vuole rinegoziare al rialzo il prezzo del gas consegnato alla Spagna.

L’Algeria intende imporre un aumento del prezzo del gas che consegna alla Spagna rinegoziando i suoi megacontratti da 20 miliardi di euro con il gruppo Naturgy. Quest’ultima distribuisce e commercializza gas naturale ed energia elettrica in Spagna (anche contitolare dei gasdotti Medgaz e GME).

Diffusa da alcuni giorni dai media spagnoli, la notizia è stata confermata sabato 13 novembre dal quotidiano “Le Soir d’Algérie”, noto per essere vicino al regime politico-militare che governa il Paese.

Dalla chiusura, alla fine dello scorso ottobre, del gasdotto Maghreb-Europe Gas Pipeline (GME) in transito attraverso il Marocco, il gasdotto diretto di Medgaz è diventato l’unico canale di approvvigionamento della Spagna con il gas algerino.

La Spagna dipende per metà dall’Algeria per i suoi acquisti di gas naturale. Questo fa capire la trappola in cui si è rinchiuso il governo di Madrid, che, per sua ingenuità, non ha saputo difendere gli interessi del suo Paese.

Ricordando la visita ad Algeri qualche settimana fa del ministro spagnolo per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, il sito di “Libremercado” rileva che quest’ultima aveva promesso che non sarebbe mancata la fornitura di gas, ma non ha parlato di prezzi.

Il quotidiano economico spagnolo “Expansion” ritiene che Sonatrach, che detiene il monopolio della produzione e del trasporto di gas e petrolio in Algeria, imponendo una rinegoziazione dei contratti al suo “partner” Naturgy, voglia approfittare della esplosione dei prezzi del gas sul mercato internazionale per massimizzare i profitti sul mercato spagnolo.

L’aumento del prezzo di questi contratti dovrebbe concretizzarsi dal 1 gennaio 2022, il che indubbiamente aggraverà ancora di più la crisi energetica spagnola, secondo la stessa fonte.

Legando l’acquisto della metà del proprio fabbisogno a un fornitore inaffidabile, la Spagna non è più in grado di raggiungere l’indipendenza energetica. Pertanto, qualsiasi aumento dei prezzi imposto dal regime di Algeri sarà prima o poi trasferito alle famiglie e alle imprese spagnole.