L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani sottolinea come il CNF dovrà pagare la sanzione utilizzando i contributi che gli avvocati versano unicamente per i fini istituzionali e giurisdizionali dell’Organismo nazionale, che è un Ente pubblico che dovrebbe essere sottratto al controllo dell’Antitrust.
«La comminata sanzione non ha precedenti e si riconduce ad una erronea concezione dell’attività di avvocato e della natura degli organi rappresentativi che non hanno nulla a che vedere con le regole della concorrenza, che sono state escluse più volte dai voti e dai documenti approvati in sede UE» ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla.
«Procedere con una sanzione di un importo iperbolico di quasi un milione di euro costituisce una vera e propria intimidazione all’attività difensiva e viola principi costituzionali sanciti dagli artt. 24 e 111 della Costituzione – ha continuato De Tilla – Gli avvocati proprio perché difendono i cittadini non sono imprenditori e non possono essere sottoposti a principi di liberalizzazione selvaggia.
«Sulla materia dovrà intervenire il giudice ordinario – ha concluso De Tilla – oltre che la Corte dei diritti dell’uomo».