Originaria delle Isole Canarie, l’edera (Hedera Helix) è diffusa in tutta Europa. Il nome deriva dalla parola latina helix che significa prendere o aggrapparsi, che deriva a sua volta dal termine greco antico helissein che significa arrampicarsi.

In natura ne esistono moltissime varietà che si differenziano tra di loro per la forma delle foglie, che possono essere: stellate, palmate, romboidali con variegature ai margini e sulle nervature, e per il loro colore che può essere verde di diverse tonalità, giallo, dorato, bianco, color crema, grigio ecc.

Nell’antichità l’edera godeva di grande fama, le sue foglie costituivano, infatti, la corona dei partecipanti di tutte le feste dedicata a Bacco (chiamato dai greci Dioniso), divinità alla quale la pianta era consacrata. Una delle tante leggende racconta che l’edera comparve subito dopo la nascita del dio per proteggerlo dal fuoco che bruciava il corpo della madre in seguito ad un fulmine lanciato da Zeus. Per questo motivo i Tebani la chiamavano “perikiosos = avvolgitore di colonne“. Dioniso però era anche il dio dell’innocenza e della spensieratezza e, all’edera, con la quale si cingeva il capo ed avvolgeva il suo bastone, veniva anche dato il significato di innocenza e innocuità. Da questo probabilmente è derivata l’usanza di appendere o rappresentare le osterie con un tralcio di edera a indicare l’innocenza e la non dannosità del vino. Un’altra credenza legata all’edera, nei paesi dell‘Europa centrale e meridionale, è quella di usarla nei periodi natalizi assieme all’agrifoglio per adornare l’uscio delle case e i camini per tenere lontani i folletti che, durante tale periodo, amavano fare scherzi.

Per quanto riguarda la nota proprietà di arrampicarsi dell’edera, secondo un’antica leggenda, un giovane di nome Cisso, il quale si esibiva nelle feste in onore di Bacco con salti ed acrobazie spericolate, ebbe un giorno un grave incidente. Il divino Bacco, che si era affezionato al giovane, per impedirne la morte lo trasformò quindi in una pianta, l’edera, capace di arrampicarsi su qualsiasi superficie. Essendo la pianta sacra a Bacco, tra i greci e poi tra i latini, si diffuse la convinzione che circondare la fronte con una corona di edera prevenisse gli effetti dovuti alle intossicazioni da eccesso di vino. La convinzione era così radicata che gli antichi scrittori documentavano che, per placare i postumi delle sbornie, era sufficiente mettere a bollire alcune foglie di edera nel vino e bere il tutto.

Da un punto di vista fitoterapico ai preparati a base di edera si ascrivono proprietà antinfiammatorie utili in caso di nevralgie e reumatismi. L’azione sedativa ed espettorante la rende utile in caso di tosse, febbre, bronchiti e faringiti, oltre che per espellere il catarro. In cosmesi l’edera è molto utilizzata per creme anticellulite e antismagliature, grazie alla proprietà vasocostrittrice e drenante. L’edera migliora la circolazione periferica in caso di geloni e fragilità capillare. Inoltre, l’azione antibatterica è utile in tutte le infezioni uro-genitali come cistiti e candida.

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