La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva”, che viene poi definita “la più grave delle patologie cui siamo chiamati a far fronte”. Questo il monito lanciato dal Presidente della Repubblica durante il suo intervento di mercoledì scorso, all’Accademia dei Lincei.

Sì, a pronunciare queste parole è stato proprio Giorgio Napolitano in persona e non Crozza nell’imitazione del Presidente. Insomma non è una battuta comica. Nell’Italia del “mondo di mezzo”, dove regnano mafia e disoccupazione, dove i bambini in assoluta povertà sono oltre un milione, dove c’è un debito pubblico mostruoso, i servizi tra i peggiori d’Europa e una tassazione tra le maggiori, il problema, fuor di metafora, è Beppe Grillo! Gli eversori sono quelli del M5S. E pensare che qualcuno, invece, considera eversivo il terrorismo nero, gruppi come i NAR, tanto per dire, di cui faceva parte quel Massimo Carminati, al centro dell’inchiesta “Mafia Capitale” che sta sconvolgendo Roma. Oppure, per qualcun altro, è eversivo modificare la Costituzione senza nemmeno essere stati eletti dal popolo, né consultare sull’argomento lo stesso benedetto popolo! E i più intemerati potrebbero considerare eversiva la condotta di un Presidente della Repubblica che, anziché sciogliere le Camere in presenza di una crisi di Governo e consentire le elezioni, nomina direttamente un nuovo Presidente del Consiglio di suo gradimento a cui impone, ad esempio, un Ministro dell’economia. O si potrebbe ritenere  eversivo, almeno in senso lato, occupare per oltre 60 anni (60!) una poltrona da deputato e in quei 60 anni far finta di nulla o quasi nulla, dall’occupazione Sovietica dell’Ungheria alla trattativa Stato Mafia, salvo poi indignarsi con dei giovanottelli insolenti come i 5stelle, che queste cose le fanno notare.

Ma, giustamente, nessuno pensa che Napolitano sia un eversore, né la pavida e leccaculista stampa nazionale ha fatto notare l’enormità dell’ultimo monito presidenziale. Ha dovuto pensarci quel terrorista di monsignor Giancarlo Bregantini, capo della commissione episcopale sul lavoro della CEI, cui il Papa, quest’anno, ha affidato la redazione delle meditazioni della Via Crucis a Roma. Scrive, infatti, il cattoterrorista: “è più eversivo un politico corrotto che un antipolitico onesto”. Del resto, monsignor Bregantini è lo stesso che, da Arcivescovo della Locride, scomunicò le ‘ndrine e i mafiosi in genere. Che ci si può aspettare da un tipo così? Mentre da Napolitano ci aspettiamo che l’arzillo 90enne vada a godersi al più presto il meritato riposo, liberando il Colle, seppur obtorto collo!

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