“Un fondo sperimentale a capienza limitata che finanzi la riforma della giustizia grazie ai risparmi derivanti dalla riduzione dei flussi in entrata dal processo civile.
E’ questo il progetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando lanciato a Foggia giovedì 26 settembre nel corso del congresso straordinario dell’Aiga, “Direzione Europa: riformare fuori dagli schemi” che si conclude sabato.
Un’idea che sposa uno dei cavalli di battaglia dell’AIGA, associazione italiana dei giovani avvocati: la riforma della giustizia che si finanzia da sola.
“Finalmente – commenta Nicoletta Giorgi, presidente dei giovani avvocati, che in avvio del convegno ha regalato al ministro una maglietta con lo slogan coniato dall’AIGA “Causa che pende non rende” – un ministro che parla di reinvestire sulla giustizia, che concepisce una giustizia che investe su sé stessa, con un ruolo attivo di tutte le sue componenti, in primis dell’avvocatura”.
Dopo una piccola dotazione iniziale quindi il fondo evocato dal ministro potrebbe essere alimentato proprio dai risparmi derivanti dal minor costo in ore personale e materiali dovuti all’introduzione del processo civile telematico e dalla riduzione delle cause civili. “Abbiamo un problema serio – ha spiegato il ministro nel suo intervento – coniugare la necessità di risorse con i tagli alle spese. D’altra partepensare a una accelerazione del processo senza un reclutamento del personale di cancelleria è una mera illusione. All’interno della necessità dei tagli alla spesa che competono a ogni ministero, la condizione che io ho posto è che nel 2015 ci sia un’assunzione di 1000 persone tra cancellieri e personale amministrativo”.

“Le riforme – ha spiegato il ministro – non si fanno solo perché ci sono delle buone leggi. Le riforme funziono solo se sanno cambiare le prassi, se sanno suscitare il sostegno attivo di tutte le componenti, in primis dell’avvocatura”. Il ministro si è dichiarato “sorpreso dalla posizione dall’ANM, in commissione perché si tratta di una riforma fatta insieme con molti punti di convergenza. Non vorrei che il giudizio dell’Anm fosse influenzato da altre considerazioni.
Non è un problema: andremo avanti. Tendendo comunque conto dalle indicazioni dell’audizione dell’Anm”. Sulla questione nella mobilità nell’ambito della magistratura il ministro ha detto: “Abbiamo atteso ad affrontare questo tema per una questione di rispetto istituzionale. Vogliamo affrontare la questione con un Csm che si sia pienamente costituito”.

Uno slogan, una maglia: causa che pende non rende

«Causa che rende non pende» è lo slogan che sintetizza il messaggio dei giovani avvocati: una giustizia lenta non è utile a nessuno, in primis ai legali. La provocatoria maglietta, indossata da decine di giovani avvocati ha accolto il ministro della Giustizia Andrea Orlando arrivato a Foggia per partecipare al congresso straordinario dell’AIGA, dal titolo “Direzione Europa: riformare fuori dagli schemi”. «Vogliamo sfatare il mito – spiega la presidente Giorgisecondo il quale, almeno per qualcuno, “Causa che pende rende”. Se in passato può essere stato vero per qualcuno, oggi non lo è. Non lo è per le imprese, che ogni anno, secondo un recente studio di Confartigianato, spendono oltre un miliardo di euro per avere giustizia. Non lo è per i cittadini, che vedono calpestato il proprio di ritto a una giustizia snella e veloce. Non lo è per gli avvocati, il cui interesse è garantire ai propri clienti risultati concreti e rapidi». I dati parlano chiaro: una causa civile dura in media in Italia 1.185 giorni, contro una media Ue di appena 544.

Situazione analoga per il recupero di un credito: se in Italia servono 1.210 giorni per recuperarlo per via giudiziale, in Spagna ne bastano 515, in Germania 394 e negli Stati Uniti d’America addirittura 300. Ancora, secondo lo European Justice Scoreboard 2014 l’Italia conta 5 cause civili e commerciali pendenti ogni 100 cittadini: in Francia sono 2, in Germania 1, in Finlandia sono prossime allo zero.

«La giustizia lenta – prosegue la presidente dei giovani avvocati – è un danno enorme e sempre sottovalutato. Un danno per le imprese, per il cittadino e anche per gli avvocati. A nessun legale, infatti, conviene tenere per anni clienti in sospeso, gestire interminabili procedure, non produrre risultati concreti in tempi ragionevoli». Da AIGA arriva un messaggio chiaro al ministro Orlando e a tutto il governo: «Tante volte, nella storia del nostro Paese – conclude la presidente Giorgi – si è parlato di riforma del Paese, di svolte epocali, di cambi di rotta. Oggi è tempo di agire: al ministro Orlando e a tutto il governo chiediamo di mettere subito in campo una serie di azioni concrete e condivise, anche guardando ai tanti modelli di giustizia efficiente che l’Europa ci offre».

«Tante volte, nella storia del nostro Paese – spiega la presidente di AIGA Nicoletta Giorgi – si è parlato di riforma del Paese, di svolte epocali, di cambi di rotta. Oggi è tempo di agire, di mettere in campo una serie di azioni concrete e condivise, anche guardando ai tanti modelli di giustizia efficiente che l’Europa ci offre». L’obiettivo: prendere in esame l’attuazione della legge di riforma dell’avvocatura da un lato e la riforma del processo dall’altro per comprendere se davvero il sistema giustizia italiano si sta preparando per competere ad armi pari in Europa.

«Le riforme richiedono il coraggio di abbandonare vecchi schemi, di guardare all’efficienza, abbandonando inutili corporativismi e miopi visioni conservatrici. In questo progetto la collaborazione del governo, il sostegno del parlamento, e il confronto con avvocatura e magistratura sono ingredienti indispensabili. Da Foggia diremo il nostro sì al cambiamento, attendendoci altrettanto da tutte le altre forze in campo».

Le sfide per l’avvocatura

«Il passaggio dal governo Letta al governo Renzi – ha detto in apertura del congresso la presidente Nicoletta Giorgi – ha avuto un grande impatto sulla nostra categoria professionale. Partivamo da una situazione di esasperazione, dal continuo dileggio del sistema giustizia a seguito di una serie di interventi che non portavano benefici ma anzi ostacolavano l’accesso del cittadino alla giustizia, mentre ora ci sentiamo chiaramente parte in causa. L’avvocatura deve essere e sentirsi pari alla magistratura. In questi giorni abbiamo sentito interventi a difesa di una categoria che distraggono dai veri problemi della giustizia”. Questo passaggio epocale infatti mette l’avvocatura di fronte alla realtà dei numeri. “Assistiamo – ha detto Nicoletta Giorgi – all’impoverimento della nostra categoria. I numeri li conosciamo, abbiamo oltre 50mila colleghi che dichiarano 10.300 euro di reddito professionale; 140 mila posizioni con reddito medio che va da 5mila a poco meno di 30mila euro” (su un totale di 230 mila avvocati, dati cassa forense). “Guardare al presente non ci basta, abbiamo bisogno di un ordinamento giuridico europeo, affrontare i temi della competitività facendo dell’avvocato italiano un professionista contemporaneo».

Temi ripresi anche dal ministro Orlando. «L’AIGA ha svolto un ruolo importante all’interno dell’avvocatura spingendo per un’apertura all’innovazione. Un ruolo fondamentale che risponde a un interesse non solo generazionale ma di carattere più generale. I giovani avvocati che si trovano schiacciati tra mercato ecorporativismo, possono sviluppare una terza via solo se puntano su specializzazione e professionalizzazione rifiutando di competere sulle tariffe».

Geografia giudiziaria

Durante il congresso si è parlato anche di riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Il sindaco di Foggia, Franco Landella, nel suo saluto istituzionale, ha ribadito la sua «disapprovazione per la recente riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che in Capitanata rischia di produrre conseguenze molto negative per la macchina della nostra giustizia», con riferimento alla soppressione, lo scorso anno, del Tribunale di Lucera. «Le dimensioni del nostro territorio, gli aspetti legati a una forte criminalità, la mole di inchieste e cause – ha proseguito il primo cittadino – avrebbero dovuto indurre quanti hanno ridisegnato i confini della circoscrizioni giudiziarie a muoversi con una logica diversa». Landella è intervenuto anche sul tema dell’ubicazione della nuova sede dell’ufficio e degli archivi giudiziari, sposando la proposta della sezione foggiana dell’Aiga, che lo scorso luglio aveva espresso la propria contrarierà allo spostamento degli uffici e degli archivi del Tribunale in un palazzo di sei piani in piazza Padre Pio, giudicando «sproporzionati» i costi di affitto (in relazione alla vicenda è stata aperta un’inchiesta giudiziaria), e proponendo come soluzione alternativa la costruzione di un nuovo plesso in viale I Maggio (dove si trova la sede principale del Tribunale), ritenuta dalla sezione di Foggia dell’Aiga «l’unica soluzione realmente definitiva e in linea con le finalità di risparmi della spesa pubblica e di razionalità organizzativa per tutte le componenti della giurisdizione». «È una vicenda sulla quale pende un procedimento penale e che questa amministrazione ha affrontato con ponderazione e oculatezza dal momento del suo insediamento», ha detto Landella. «Ribadisco – ha concluso il sindaco – la ferma volontà da parte nostra di individuare una soluzione che venga incontro alle esigenze presentate dal presidente del Tribunale di Foggia, con cui stiamo collaborando in modo virtuoso e sinergico. L’auspicio è che la presenza odierna del ministro Orlando possa essere occasione per confrontarci sull’argomento».

Centomila schede informative sul Processo Civile Telematico sono in arrivo nei tribunali italiani. Le ha stampate AIGA, associazione dei giovani avvocati, nella giornata conclusiva del congresso straordinario “Direzione Europa: riformare fuori dagli schemi” le ha distribuite ai 250 avvocati provenienti da tutte le sezioni dell’associazione. “Le distribuiremo nelle cancellerie e negli uffici giudiziari di tutta Italia”, spiega Nicoletta Giorgi, presidente nazionale di AIGA. “Lo scopo è quello di dare a tutti i colleghi indicazioni operative chiare ed efficaci sui vantaggi e i risparmi immediati che il processo telematico consente”.

Le dieci schede costituiscono un’utile guida alle novità che dal 30 giugno scorso interessano il processo telematico. Passo dopo passo, all’avvocato viene quindi spiegato come consultare i dati di una causa in forma anonima anche da smartphone e tablet; come conoscere la data di una causa anche senza essersi costituito; come estrarre copia autentica dal fascicolo informatico. Il tutto dal proprio studio senza fare inutili code in tribunale o perdendo tempo al telefono.

“Con questa iniziativa AIGA, che a maggio con un report mise in evidenza il ritardo di molti tribunali nell’attuazione del Processo Civile Telematico, intende dare il suo contributo fattivo al buon andamento del PCT, elemento che consideriamo centrale per la modernizzazione del sistema giustizia e lo snellimento dei costi che consentiranno come ha annunciato il ministro Orlando venerdì di reinvestire nella giustizia” conclude Nicoletta Giorgi.

Il confronto sulla governance dell’avvocatura e l’appuntamento di Venezia

Proprio il Processo Civile Telematico sarà uno dei temi principali del XXXII Congresso Nazionale Forense che si terrà a Venezia, al Gran Teatro La Fenice dal 9 all’11 ottobre. “Oltre il mercato. La nuova avvocatura per la società del cambiamento” il titolo di questo incontro, un’occasione di riflessione e di dibattito sugli attuali scenari della Giustizia e della professione forense. Il tema di una governance unitaria dell’avvocatura è stato al centro del dibattito conclusivo del congresso “Direzione Europa: riformare fuori dagli schemi”, che ha portato a Foggia 250 giovani avvocati provenienti da tutta Italia. Al dibattito hanno partecipato il presidente dell’OUA Nicola Marino, del presidente di Cassa Forense Nunzio Luciano, del componente del CNF Andrea Pasqualin, della presidente dell’ANF Ester Perifano, del presidente dell’UNCC Renzo Menoni e della presidente di AIGA Nicoletta Giorgi. Nel pomeriggio i giovani avvocati discuteranno a porte chiuse della mozione che verrà presentata al Congresso Nazionale Forense di Venezia. 

Di Golem

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