Il sugo. Strano a dirsi ma il sugo è una delle cose centrali della vita di una grande star, un’icona del cinema mondiale, una delle donne più belle del secolo, Sophia Loren. Basta pensare alla notte in cui vinse l’Oscar, era il 1962 e lei era in lizza con la straordinaria madre de La Ciociara di Vittorio De Sica.
Non andò a Los Angeles, perché sarebbe svenuta se perdeva ma sarebbe svenuta anche se vinceva tanta era l’emozione, e allora scelse di stare a casa, tranquilla, tra le mura domestiche. E per calmarsi cosa si mise a fare? Il sugo. E’ la meravigliosa normalità di una donna straordinaria, quella Sophia Loren che a 80 anni ancora incanta e che ha deciso ora di raccontarsi ”senza veli”, come dice lei, in un’autobiografia. E’ ovviamente il suo volto più intimo che colpisce, le sue umili origini, persino la sua bruttezza di bambina troppo magra perché affamata dalla guerra (mi chiamavano Stuzzicadenti, rivela), l’abbandono da parte del padre totalmente assente, che riconobbe la sorella Maria solo quando lei lo pagò con i suoi primi guadagni, un milione. E la grande determinazione, la forza che la porta persino a lanciarsi nell’acqua ghiacciata dell’oceano nonostante non sapesse nuotare per accettare una parte alla quale non poteva dire no, la sua prima parte da protagonista in Africa sotto i mari (era il 1952). Sofia Scicolone che poi diventa Sophia Loren – il nome glielo coniò Sergio Lori, il critico cinematografico del quotidiano Roma, traslandolo dal proprio cognome – e incontra l’uomo che avrebbe cambiato il suo destino, l’uomo a cui, scrive, la lega una straordinaria complicità: Carlo Ponti. Carlo per lei ha fatto molto, e non soltanto investendo in grandi produzioni per costruire film intorno a lei, o per lanciarne la carriera internazionale obbligando ad imparare l’inglese lei, napoletana nell’anima. Lui le sceglieva i vestiti (devi vestire solo di shantung bianco, le diceva), le insegnò persino ad usare le posate nel modo più opportuno. Poi l’incontro con il cinema americano e l’inizio della grande favola che porta il volto di Cary Grant. E’ amore, per lui si capisce, per lei meno perché la riservatissima Sophia è vero che si mette a nudo ma non scopre mai fino in fondo i suoi sentimenti e difende strenuamente la sua intimità. Allora il capitolo dedicato a Cary Grant e al suo flirt è assolutamente straordinario, a partire dal primo appuntamento al quale lui si presenta con una irresistibile MG rossa fiammante ”per cui scorrazzammo per ore – racconta lei – per la dolce campagna spagnola”. Quell’amore serve anche a dare una svolta alla storia contrastata con Carlo Ponti, perché lui era sposato e le leggi dell’epoca poco permissive, ma alla fine l’amore trionfa e la gelosia per Cary Grant a qualcosa serve. Inutile fare l’elenco delle grandi star e degli episodi assolutamente godibili raccontati in queste pagine con la grazia di una donna che è diventata una grande stella pur mantenendo la semplicità e il senso della realtà delle origini. Non a caso il libro ruota intorno ad un clima assolutamente casalingo e familiare che ne segna l’inizio e la fine.
Sophia Loren. Ieri, oggi, domani. La mia vita
di Sophia Loren
Rizzoli
pagg. 336 + 64 pagine di inserto fotografico a colori
euro 19.00