Molti conoscono il nome dei Gesuiti, soprattutto dopo l’elezione a Pontefice di Jorge Bergoglio, il primo papa Gesuita della storia, ma non tutti forse sanno che nella storia di questo ordine c’è stata la soppressione nel 1773 da parte di papa Clemente XIV e la ricostituzione il 7 agosto 1814 con una bolla pontificia firmata da Pio VII.
In questi giorni, pertanto, i membri della Compagnia di Gesù festeggiano due avvenimenti importanti, il primo dei quali è la memoria del fondatore dell’ordine, Íñigo López de Loyola chiamato poi Ignazio, che la Chiesa ricorda nel giorno 31 luglio.
Nato da una nobile famiglia basca intorno al 1491, nel 1517 si arruolò nelle truppe del vicerè di Navarra per combattere contro i francesi, ma durante l’assedio di Pamplona venne colpito da una palla di cannone che gli fracassò una gamba, rendendolo claudicante per il resto della vita. Durante la convalescenza avvenne in lui una profonda crisi spirituale che lo portò alla conversione, e dopo molte esperienze presso monasteri e comunità religiose, arrivò a Parigi per completare la formazione teologica. Vi giunse nel 1528, qui iniziò a farsi chiamare Ignazio, ritenendo che fosse la traduzione del proprio nome basco Íñigo, e conobbe i primi compagni che lo seguirono nella formazione della compagnia. Quando nel 1539 gli venne chiesto dal papa di costituire un ordine vero e proprio, i membri della compagnia rifletterono a lungo prima di giungere alla stesura del formulario contenente i principali fondamenti dell’ordine: il carattere apostolico, il fine di far progredire gli uomini nella fede, la povertà, l’obbedienza alla santa sede e l’assistenza ai bisognosi. La Formula venne approvata da Paolo III nello stesso anno. Così la Compagnia di Gesù divenne un ordine canonico, cioè riconosciuto dalla legge canonica e i suoi membri si dedicarono sempre più alle attività che si erano prefisse, soprattutto la cura delle anime con la catechesi, gli esercizi spirituali e la confessione, le opere di carità verso i malati, i poveri e i carcerati, l’attività educativa mediante l’insegnamento nelle scuole e nei collegi, l’apostolato nel mondo con le missioni in tutte le zone più sperdute della terra.
L’ordine si diffuse fino a diventare ricco di vocazioni e il numero dei gesuiti crebbe sempre più, fino a quando nel secolo degli Illuminati e delle politiche riformiste dei governi, i gesuiti diventarono una presenza scomoda in molti stati, a causa proprio della loro totale obbedienza alla Santa Sede. Così intorno al 1750 iniziarono ad essere cacciati dai vari regni europei e dalle loro colonie, con l’accusa di corrompere la gioventù e insegnare la supremazia del papa sul potere monarchico. Le pressioni diventarono sempre più forti, finchè il 21 luglio 1773 papa Clemente XIV soppresse la Compagnia che allora contava circa 23.000 membri. I gesuiti sopravvissero solo nella cosiddetta Russia Bianca, sotto la zarina Caterina, che pur essendo ortodossa, li accolse e li protesse. Fu soltanto nel 1814, dopo alcuni tentativi non riusciti, che l’ordine venne ricostituito ufficialmente quando papa Pio VII il 30 luglio firmò la bolla pontificia.
Il giorno 7 agosto 1814 nella chiesa del Gesù a Roma avvenne la celebrazione ufficiale dell’atto di restituzione dell’ordine alle sue antiche funzioni. I gesuiti presenti erano solo 150, quasi tutti anziani e malandati, ma ebbero la soddisfazione di vedere con i loro occhi il risorgere della Compagnia dopo 41 anni di esilio e di sofferenze. Quell’atto finalmente rappresentò anche la fine di una condanna che gravò su tanti religiosi costretti a vagare come appestati per l’Europa senza avere alcun riconoscimento. Da quel momento ricominciò la grande tradizione pedagogica ed educativa dei gesuiti con i collegi e le università, e riprese l’altro punto forte della compagnia, le missioni nel mondo. Tuttavia bisogna sottolineare che durante i 41 anni di soppressione, i gesuiti pur non potendo più essere parte della chiesa come ecclesiastici, continuarono ugualmente la loro missione, diventarono abati nei monasteri, bibliotecari, precettori, consiglieri di uomini illustri. A casa Leopardi, ad esempio, visse a lungo come precettore il messicano padre Torres.
Oggi i Gesuiti hanno molti motivi per festeggiare e gioire di questo anniversario. I 200 anni della ricostituzione della Compagnia cadono in un momento in cui al soglio pontificio è seduto un gesuita, che oltre a ciò è anche il primo papa extraeuropeo, e infatti la grande opera missionaria di questi apostoli di Gesù ha dato e sta dando i suoi frutti proprio lontano dall’Europa, quella che per sete di potere era riuscita a sopprimere l’ordine. Forse dobbiamo riflettere e pensare che ormai il centro del mondo non è più l’Europa, ma nelle terre lontane da noi, che forse rappresentano il futuro del cattolicesimo oltre che quello dei Gesuiti stessi.