Lo sport insegna a rispettare le regole e la disciplina. Queste sono le parole della nuova campionessa italiana di pugilato della categoria pesi leggeri, Anita Torti, 38 anni, milanese, avvocato di professione e pugile per passione.

Si allena tutti i giorni, durante la pausa pranzo e alla sera, così la sua vita si divide tra tribunale e palestra. Una contraddizione? Non per lei, che anche in uno sport definito violento come la boxe trova positivo il rigore delle regole e della disciplina.

Ha iniziato a praticare questo sport per caso, quando dopo la morte di suo padre, per staccare un po’ dalla routine e riprendersi dal lutto, è andata a New York ed è capitata per caso in una palestra di boxe, e le è venuta voglia di provare ad allenarsi.

Una volta tornata in Italia, si è rivolta alla palestra milanese MMA, ma quando ha chiesto di praticare pugilato all’allenatore, Garçia Amadori ha tentato in tutti i modi di dissuaderla, non aveva mai allenato una donna e non avrebbe cominciato adesso, ma visto che lei insisteva, le ha proposto di incominciare un allenamento in cui lei doveva da subito combattere. Pensava che a forza di prendere pugni le sarebbe passata la voglia, invece al contrario delle sue previsioni, lei continuava a tornare, a prendere pugni ma anche a darli, dimostrando così una grande tenacia e forza di volontà, e anche di essere una grande incassatrice. Fu allora che il suo allenatore si rese conto che avrebbe seriamente potuto introdurla nel pugilato professionistico e che la Torti aveva buone possibilità di scalare le classifiche e di puntare a dei titoli. Infatti ha vinto da pochi mesi il titolo di campionessa dei pesi leggeri, strappandolo alla campionessa in carica Gentili, e lo difenderà il prossimo 8 agosto, ma è anche proiettata verso il campionato europeo e il mondiale.

Anche se Anita nella vita fa l’avvocato, e il pugilato è solo una passione, tuttavia le dà tante soddisfazioni, soprattutto le permette di scaricarsi, ma come dice lei stessa, la sorpresa più piacevole è stata quando ha scoperto che questo sport, sebbene violento, sia anche estremamente disciplinato e pieno di regole che non vanno oltrepassate. Infatti sul ring non si tollerano colpi bassi. Chi colpisce a tradimento viene squalificato. Inoltre è uno sport che per i suoi fattori insegna la disciplina, che deve essere ferrea e indistruttibile.

Ha tenuta segreta la passione del pugilato alla sua famiglia per diverso tempo, tanto che la madre l’ha scoperta per caso quando un giornale di Pavia, dove prima abitava, parlava di lei e dei suoi incontri. Anita ricorda che quel giorno, sconvolta, la mamma le ha chiesto com’era possibile che si dedicasse ad uno sport tanto violento: l’aveva fatta bella, dinamica, slanciata, con dei bellissimi capelli scuri raccolti in numerose treccine in onore delle origini malgascie della madre, perché voleva rovinarsi la faccia a suon di botte? Nonostante tutto Anita ha voluto continuare a seguire la sua passione, e adesso punta ad obiettivi sempre più alti.

Anche uno sport come il pugilato può aiutare a superare momenti difficili e a insegnare ad avere grinta nella vita, del resto la vita è un po’ per tutti un ring, bisogna fare in modo di andare al tappeto il meno possibile, e quando succede si deve avere la forza di rialzarsi e di riprendere a combattere. Lo sport, quello praticato bene e insegnato da veri maestri, ha salvato molti giovani dalla strada o da una vita di delinquenza, quindi perché la boxe dovrebbe fare un’eccezione? In fondo per stessa ammissione della campionessa Torti, è uno sport incredibilmente onesto, dove nessuno ti può voltare le spalle. E dovrebbe essere questa la prima regola per cambiare la società in cui viviamo. Troppe volte subiamo colpi bassi senza avere la possibilità di ribellarci, e dai colpi bassi nascono le ingiustizie che generano disastri e caos. Se noi imparassimo a vivere la nostra vita in maniera più pulita, sarebbe forse ugualmente dura, ma probabilmente ci eviteremmo delle delusioni.

Da sempre le donne sono state guardate con aria di sufficienza, specialmente in uno sport prevalentemente maschile come la boxe, ma la storia della Torti dimostra che come al solito i pregiudizi sono sbagliati. E lei, che è già campionessa italiana, e aspira a diventare campionessa mondiale, può essere considerata un esempio di donna molto tenace che fa di tutto per realizzare i suoi sogni e seguire le sue passioni. Questo non fa venire in mente il film di Rocky interpretato dal grande Silvester Stallone e tutti gli insegnamenti che la saga ha impartito a varie generazioni di persone? Rocky non ha mai mollato, è finito al tappeto ma si è sempre rialzato, i suoi avversari colpivano, ma lui incassava perché aveva una resistenza e una volontà di ferro. Quindi la Torti non potrebbe essere la versione femminile di Rocky che sprona le donne a non mollare mai, ma anzi a diventare sempre più forti e a rialzarsi quando vanno al tappeto nonostante gli avversi colpi della vita?

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