Il mondo della musica classica ha recentemente subito una grande perdita, si è spento nella sua casa in Virginia il maestro Lorin Maazel, famosissimo direttore d’orchestra e compositore, noto anche ai non appassionati per le sue brillanti interpretazioni della musica viennese durante il concerto di capodanno che si tiene ogni anno nella capitale austriaca.
Ma chi era il maestro Maazel? Sulla stampa sono apparsi molti commenti su di lui, e i più lo hanno chiamato superdotato, genio della musica, enfant prodige, straordinario direttore d’orchestra e violinista eccezionale. In effetti Lorin Maazel era tutto questo, e anche molto di più. Era lettore instancabile dei classici, quasi divoratore di libri, nonostante il poco tempo libero che gli lasciava la musica; era scrittore, aveva un suo blog in cui gli piaceva annotare pensieri, riflessioni, note di viaggio durante i suoi spostamenti in tutto il mondo; era laureato in filosofia, parlava correntemente sei lingue, tra cui anche l’italiano; era un marito, un padre, un nonno; era un mentore per i giovani musicisti talentuosi. Era un uomo, insomma, eccezionale da tutti i punti di vista.
La sua vita iniziò a Parigi il 6 marzo 1930 in una famiglia di origine ebrea russa, che presto si trasferì oltreoceano, a Pittsburgh, dove il piccolo Lorin all’età di cinque anni iniziò a studiare il violino e a sette direzione d’orchestra. Debuttò a nove anni a New York guidando l’orchestra Interlochen, e nel 1941 a soli undici anni diresse, su invito del grande Arturo Toscanini, la NBC Symphony Orchestra. In quest’ultima occasione, il grande Maestro italiano fu tanto colpito dal suo genio musicale, che dopo averlo ascoltato, gli disse: “God bless you” (che Dio ti benedica).
Non è possibile elencare tutte le sue attività musicali, sarebbe un elenco infinito. Dei suoi 84 anni, 75 furono spesi a comporre opere, a dirigere orchestre, a incidere dischi con una attività instancabile e sempre eccezionale. I numeri sono davvero incredibili: ha diretto 200 orchestre, inciso 300 dischi, firmato settemila concerti, composto innumerevoli opere, tra le quali il suo orgoglio era senza dubbio l’opera tratta dal libro di Orwell, “1984”. Durante la sua carriera ha ricevuto i premi più ambiti, tra cui la Legione d’Onore in Francia per ben due volte, la Bundesverdienskreuz in Germania, il premio Abbinati in Italia, e tanti altri.
Da alcuni anni aveva creato in Virginia, dove viveva con la famiglia, un laboratorio di perfezionamento per giovani musicisti, a cui era collegato anche un festival diventato famoso, il Festival di Castleton. Questa attività gli dava una soddisfazione particolare, era una missione per lui, con la quale si impegnava a coltivare il talento di giovani musicisti mediante il suo tutoraggio e l’esecuzione, in modo da presentare sul palcoscenico i suoi allievi, portando così una nuova energia alla musica classica. Egli stesso definì questa sua attività “più che un lavoro d’amore, un lavoro di gioia”.
Mi piace ricordarlo anche per il suo grande amore per l’Italia e la sua musica, in particolare Maazel era appassionato di Puccini, del quale ha detto: “nessun compositore è riuscito ad entrare nell’animo umano, quello più puro e incorrotto, come fece lui in opere come Madama Butterfly. Ci mostra la bellezza che c’è in noi prima che si sgretoli nella banalità della vita quotidiana”.
Senza dubbio la sua vita quotidiana non fu mai banale, così come le sue opere e le interpretazioni musicali sempre particolarmente accurate, approfondite e con quel pizzico di estrosità che è proprio delle persone geniali. Il Maestro Lorin Maazel si è spento il 13 luglio in seguito a complicazioni di una polmonite, e già si sente la sua mancanza. Il mondo, non solo della musica, deve colmare un grande vuoto, ma forse sarà impossibile. Persone come il Maestro Maazel sono uniche.