I consulenti del lavoro sono la prima categoria professionale a veder approvato dalla Commissione di garanzia competente un proprio codice di autoregolamentazione per il diritto allo sciopero, codice proposto dal Consiglio nazionale dell’Ordine.
Commenta il presidente nazionale dell’Ancl, il sindacato unitario di categoria, Francesco Longobardi: “Anche se sottoscritto dal Consiglio nazionale, lo sciopero è uno strumento sindacale, e sta a noi come Ancl proclamare eventuali scioperi e verificare che questo codice, nella sua attuazione e con i paletti che prevede, sia davvero lo strumento, al quale lavoravamo, utile a manifestare il nostro dissenso alla Pubblica amministrazione. Questo è un primo step”.
Lo sciopero rientra nella sfera dei “nuovi” diritti che secondo l’Ancl devono essere garantiti anche ai professionisti che si interfacciano quotidianamente con la Pa. Nuovi per i professionisti, ma ben noti agli altri lavoratori: sciopero, malattia, riposo e ferie, maternità.
Una delle più grandi sfide sindacali, infatti, che l’Ancl ha deciso di intraprendere nel medio e nel lungo termine è quella di veder riconosciuta giuridicamente la figura del “professionista intermediario telematico”.
Un ruolo che la progressiva telematizzazione della Pa ha di fatto creato e imposto ad almeno 1,5 milioni di professionisti, consulenti del lavoro in primis, scaricando su di essi sempre più adempimenti e moltiplicando scadenze, e rendendoli quasi dei “telelavoratori” della Pa a costo zero. Sul professionista intermediario il Centro studi nazionale dell’Ancl, coordinato da Paola Diana Onder, con una sua apposita commissione ha concluso recentemente uno studio con una proposta di statuto.
Di questo, e di molto altro si è parlato giovedì nell’evento organizzato dall’Ancl al Festival del lavoro di Fiuggi, dal titolo “Come si è evoluta la figura del consulente del lavoro negli ultimi dieci anni”: un convegno a grandissima partecipazione dei colleghi per discutere dello stato di salute della categoria e di come questa si deve proiettare nel futuro.
“L’evoluzione nella nostra professione nell’ultimo decennio – ha detto Longobardi nella sua introduzione – non riguarda solo la tecnologia, abbiamo avuto una crescita delle nostre competenze, necessarie a svolgere l’attività. Siamo unici perché uniche sono le nostre conoscenze”.
Per il sindacato è ben chiara la necessità di un riposizionamento della categoria, soprattutto in questi anni di recessione: “Siamo diventati sempre di più gestori di crisi – ha continuato Longobardi – E siamo noi gli unici a sostenere davvero le aziende cercando le soluzioni più giuste per restare nel mercato e creare occasioni di sviluppo”. “Insieme, tutti noi dirigenti della categoria abbiamo una grande responsabilità di fronte ai colleghi che rappresentiamo”, ha ricordato nel suo saluto la presidente dell’Ordine Marina Calderone, presente all’evento con il presidente della Fondazione studi Rosario De Luca.
Il convegno poi si è chiuso con una tavola rotonda che ha approfondito temi di attualità per i consulenti del lavoro come l’impatto delle liberalizzazioni, l’autopromozione e l’evoluzione della professione in consulente “globale” per l’impresa e nuove proposte per una riforma del lavoro.