Fuggire l’ha salvato, ma scappare dalla sua famiglia, dal suo paese, dalla sua classe sociale non è stato facile: prima ha provato per anni a uniformarsi ai valori che gli erano stati trasmessi, a essere un ‘duro’, come gli chiedeva il padre. Questi laceranti tentativi di andare contro il proprio vero sé sono la materia pulsante del romanzo Il caso Eddy Bellegueule, dove il nuovo e giovanissimo fenomeno letterario francese, Edouard Louis, racconta come ha vissuto prima di cambiare vita e nome.

Quella che racconta Edouard – un giovane biondo coltissimo ed elegante, senza alcuna traccia delle sue origini popolari nell’accento né tantomeno nei modi squisiti – è un’infanzia impregnata di violenza, l’unica forma di comportamento – scrive nel suo libro, fenomeno da 200mila copie solo in Francia – conosciuta dagli uomini del villaggio del Nord del paese dove è cresciuto. Di questa violenza lui è stato vittima fin da bambino, tanto fisicamente quanto moralmente: respinto dai genitori, vessato dai coetanei, picchiato dai compagni di scuola per la sua aria effeminata. “Scrivendo, avevo l’ambizione di fare della violenza uno spazio letterario – racconta il 21enne, oggi brillante studente parigino grazie a una borsa di studio – come ha fatto Marguerite Duras con l’amore. Affrontare la violenza dal punto di vista letterario mi ha permesso di esprimere ciò di cui gli uomini del villaggio non si rendono nemmeno conto, come i genitori che dicono a Eddy “sei la vergogna della famiglia”. A essere infarcita di violenza non era però solo la sua famiglia, ma tutto il suo ambiente: “volevo descrivere il mondo del sottoproletariato, pervaso da una violenza continua, che è effetto della dominazione perché i poveri – sottolinea – sono esclusi da tutto, cacciati dalla scuola, dalle strutture, dal sistema”. A questa violenza Eddy avrebbe anche voluto adeguarsi: “mi hanno detto che il libro è la storia di una fuga, ma – spiega – non è così, prima di allontanarsi c’è l’abiezione: Eddy prova a uniformarsi, a uscire con delle ragazze, a bere, ubriacarsi, fare a botte, dire parolacce, ingozzarsi, a essere “un duro””. E’ il suo corpo, che lo spinge verso altri uomini, “cioè contro la mia famiglia, contro il paese intero” a indicargli la fuga – si legge nel libro – come “l’ultima strada percorribile”. “Si pensa che la fuga sia da vigliacchi, invece – riflette Edouard oggi – è un atto rivoluzionario fantastico: è Assange, è Snowden, è Bellegueule”. Dalla fuga reale a quella letteraria, sono stati grandi maestri come Simone de Beauvoir, Marguerite Duras, a dare a Eddy “le chiavi per reinterpretarmi perché a quel punto – ricorda – la questione non era più accettarmi ma reinventarmi, costruirmi come gay, scrittore, autore. Con il libro ho voluto fare lo stesso processo, volevo che il mio romanzo fosse come una scatola degli attrezzi, con tutti gli strumenti per reinventarsi”. Molti lettori lo hanno capito, e gli hanno scritto lettere accorate, raccontandogli il loro passato di rifiutati, maltrattati: “mi hanno detto che il romanzo è catartico, ma non è così, è un libro politico proprio perché scrivendo mi sono reinventato e ho voluto dare agli altri lo strumento per farlo: sono convinto che la letteratura possa permettere questo cambiamento molto più della politica”. E’ dunque la parola letteraria più efficace di quella politica nell’agitare il sentire comune? “Si – risponde convinto Edouard – in questo momento lo è: la letteratura può e deve avere questa forza politica, la stessa che ebbero Sartre, Gide, Simone de Beauvoir“. La stessa che ha esercitato su di lui Marguerite Duras, dal cui romanzo ‘Il rapimento di Lol V. Stein’ ha estratto una citazione che ha voluto come epigrafe del suo romanzo: ‘per la prima volta il mio nome pronunciato non nomina’. Una frase che spiega perché abbia voluto cambiare nome, rompere con il suo passato per diventare Edouard Louis: “per me Eddy aveva il suono del povero, del frocio, era insopportabile”. Oggi Edouard è un uomo nuovo ed è pronto a scrivere il suo secondo libro: “non sarà il seguito di questo, ma – anticipa – sarà sempre autobiografico, perché è lì che trovo la forza e la violenza che mi affascinano” e che hanno fatto del suo libro di debutto, iniziato appena diciottenne, uno dei casi letterari francesi più discussi degli ultimi anni.

Il caso Eddy Bellegueule
di Edouard Louis
Bompiani
pagg. 169
16 euro

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