FIRENZE. Studiare anche il Libro della Creazione per essere comunque più vicini a Dio: hanno fatto anche questo i monaci vallombrosani. A testimoniarlo numerosi volumi e testi contenuti nell’archivio dell’Abbazia, che dimostrano, addirittura, la presenza dell’astronomo pisano Galileo Galilei a Vallombrosa. Un imponente lavoro di ricerca che sarà presentato al grande pubblico nella mostra I monaci e la cultura scientifica tra ‘600 e ‘800 che si svolgerà dal 21 giugno al 31 ottobre a Vallombrosa, nel Museo dell’Abbazia, organizzata dal Comune di Reggello (Firenze) in collaborazione con l’Abbazia di Vallombrosa, Museo Masaccio di Arte Sacra, Sistema Museale Chianti Valdarno e con il contributo della Regione Toscana-Consiglio Regionale. L’inaugurazione ufficiale è prevista per sabato 21 giugno alle ore 11.

Lo studio delle discipline scientifiche è stato un aspetto molto significativo dell’esperienza monastica vallombrosana i monaci si occupavano intensamente di botanica, astronomia, ottica, matematica, geometria, meccanica, meteorologia, idraulica. Molti monaci sono stati al tempo stesso teologi e scienziati, anche quando la scienza cominciò ad assumere una propria fisionomia ed una metodologia diversa dalla filosofia e dalla teologia. A dimostrarlo i numerosissimi volumi presenti nella Biblioteca dell’Abbazia.  Per far comprendere come si è sviluppato questo lungo ed importante lavoro, la mostra sarà suddivisa in quattro sezioni: botanica, matematica astronomia e meteorologia. Per ognuna di queste si potranno ammirare i volumi frutto dell’attività di indagine e di ricerca portata avanti dai monaci.  La mostra però non si ferma qui: un’intera ed ampia sezione sarà riservata al rapporto che i monaci avevano con Galileo Galilei, che in gioventù è stato novizio vallombrosano, anche per celebrare il 450° anniversario della nascita del grande astronomo. Alcune testimonianze scritte dell’abate Diego De’ Franchi, dimostrano, addirittura, la presenza del giovane Galileo all’Abbazia di Vallombrosa. In seguito, le lettere del monaco Orazio Morandi indirizzate a Galilei, ed esposte nella mostra, fanno vedere la continuità del rapporto con l’ambiente monastico. In questa sezione vi sono altri interessanti oggetti avuti in prestito dal Museo Galileo (esposti in replica perché è stato impossibile spostare gli originali): una serie di termometri, che venivano utilizzati per le misurazioni della temperatura, nel periodo in cui Vallombrosa faceva parte della Rete Medicea (XVII secolo) ed ospitava un osservatorio meteorologico. Si potrà anche ammirare una replica del cannocchiale di Galileo e un globo celeste appartenente ai monaci. La mostra rimarrà aperta dal 21 giugno al 31 ottobre (costo del biglietto intero 3 euro, ridotto 2,50 euro) tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Saranno anche possibili visite guidate su prenotazione. A disposizione dei visitatori quattro appuntamenti con le ”Visite Teatrali”, che avranno come titolo ”De’ venti e del loro nascimento” il 24 e 31 luglio ed il 7 e 21 agosto alle 16. Ai partecipanti sarà offerto un divertente percorso all’interno della mostra e dell’abbazia in compagnia dei venti, per conoscere la loro natura e le loro proprietà. Uno spettacolo adatto a grandi e piccini, che terminerà con una dolce sorpresa. L’appuntamento con il teatro è previsto tutti i giorni dal 10 al 15 agosto alle 17,30, nel Chiostro del Mascherone, all’interno dell’Abbazia con lo spettacolo basato su un canovaccio di Galileo ”Lo scienziato commediografo: quel che ha da essere andar con arte seguitando”. Le visite Teatrali e gli spettacoli sono ”messe in scena” dal gruppo della Pieve di Cascia (Reggello).

Di Golem

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