La crisi in Italia sembra non finire, ma ci sono anche associazioni di volontariato che aprono strutture per persone in difficoltà. E’ il caso dell’associazione “Insieme Onlus” di Pedara (CT) che ha inaugurato in questi ultimi mesi una nuova casa famiglia (ne ha già due sempre in Sicilia) che ospita donne sole con figli, papà separati anche loro con figli a carico, disabili in sedia a rotelle, senza fissa dimora, persone che perdono il lavoro, immigrati.

La casa famiglia “Oasi della Divina Provvidenza” è a Pedara vicino ad un’altra casa famiglia che porta lo stesso nome (di cui si è parlato in un altro casa famiglia 1articolo su Golem), ed è gestita dai volontari dell’associazione “Insieme Onlus”.

La casa famiglia vive di sole donazioni di beni materiali, non stipula convenzioni pubbliche e non accetta aiuti in denaro; tutte le persone accolte non devono pagare rette e sono ospitate nella completa gratuità. Verrebbe da chiedersi da dove i volontari dell’associazione “Insieme Onlus” prendono i soldi per comprare da mangiare, per pagare le bollette, per acquistare i vestiti, per i lavori di manutenzione della casa? Ebbene, nonostante il periodo di crisi, ci sono tanti siciliani che aiutano quest’opera di carità. C’è chi paga le bollette, chi porta vestiti e generi alimentari, esercizi commerciali che regalano vestiti, pane, pizze, dolci, frutta. Non manca mai nulla e quando, ad esempio non c’è la frutta, arriva qualcuno che la porta, dopo ogni nuova accoglienza arriva sempre una donazione di alimenti. 

Uno dei volontari spiega: “Quando c’è una nuova persona che viene accolta, sappiamo che la sera stessa o l’indomani arriverà un grosso quantitativo di pizze o di altri alimenti, poco tempo fa delle suore missionarie ci regalarono decine di casse di pomodori e altri ortaggi il giorno dopo l’accoglienza di due persone”.  I volontari della casa famiglia (www.insieme.ct.it)  hanno l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà, di qualsiasi religione, italiane o straniere,  offrendo loro un tetto, dei pasti caldi e la possibilità di “rientrare” nella società. In questo periodo sono circa trenta gli accolti nella nuova casa famiglia, proprio in questi ultimi giorni quattro persone: un catanese, un bulgaro e due africane di cui una in gravidanza . Non c’è limite di tempo per chi è accolto, può essere pochi giorni o per anni, il tempo necessario per recuperare una vita normale.

casa famiglia 2Adesso in casa famiglia c’è una donna sola, sicula doc di poco più di quarant’anni  con tre figli (di 14 anni e due gemelli di 12) questa signora è una bravissima cuoca ed è stata assegnata alla cucina, dove deve preparare per trenta persone e a volte anche per sessanta. E’ una donna solare e molto buona che per rendere più gustose le pietanze che prepara, sovente compra di tasca sua spezie, sughi, cibi particolari, bibite. Si comporta come una madre di famiglia, quello che compra per i suoi tre figli, lo acquista anche per gli altri (venti e passa accolti) e non chiede mai rimborsi ai volontari dell’associazione.

Un’altra bella storia, è quella di Jamal e Alì (due nome di fantasia per tutelarli) tra i quali è nata una bella casa famiglia 3amicizia. Jamal era un senza fissa dimora con problemi di alcol e di droga e Alì un ragazzo africano in sedia a rotelle a causa di un incidente. Jamal è stato scelto dal responsabile dell’associazione “Insieme Onlus” per assistere Alì in tutte le sue esigenze (il ragazzo è tetraplegico, con pochi movimenti delle mani) ha imparato a fare anche i cateterismi e i peristeen (per fargli compiere i suoi bisogni). Quest’amicizia è funzionale a tenere lontano dalla strada Jamal che si è molto affezionato ad Alì e non torna più in strada a vivere da clochard. E’ anche utile ad Alì che ha sempre un vero amico che si preoccupa per lui ed è con lui 24 ore su 24, sono ormai inseparabili. Il responsbile dell’associazione  ” Insieme Onlus” ha un desiderio aprire un’altra casa famiglia,per accogliere e reinserire socialmente tutte quelle persone che da anni vivono a causa di una invalidità fisica in strutture ospedaliere, dando loro la possibilità di migliorare la qualità della loro vita e di lavorare; la nuova costruzione sarebbe dedicata a Nino Baglieri, un volontario con Don Bosco (CDB), tetraplegico per il quale è iniziata la Causa di Canonizzazione.
E’ proprio vero, quando si è accolti con amore e ci sono le giuste motivazioni, le persone, spesso, tirano fuori il meglio che hanno dentro e si verificano dei piccoli miracoli.

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