Il fatto che una casa editrice di Genova, la De Ferrari, pubblichi un libro dedicato a Mariangela Melato, la grande attrice recentemente scomparsa, titolato Io, Mariangela Melato di Silvana Zanovello  si deve allo straordinario sodalizio che l’artista ha avuto con la città ligure ed il suo Teatro Stabile per oltre vent’anni. Peraltro, a Genova ha avuto luogo l’ultima delle sue sempre  applaudite interpretazioni, Nora alla prova, da Casa di Bambola di Ibsen, regista Luca Ronconi.

La Zanovello, giornalista e critico teatrale del Secolo XIX, registra con passione e profonda ammirazione il racconto che la Melato le ha fatto ripercorrendo la sua vita come un romanzo, i suoi sentimenti, i suoi amori, le sue speranze, l’impegno, il rigore, le vicende anche inedite. Una narrazione che scandaglia un quarantennio di teatro, cinema e televisione arricchita dalle toccanti testimonianze dei suoi colleghi attori e dei suoi registi. Il tutto corredato da belle testimonianze fotografiche e dall’elenco completo dei numerosi premi vinti nel corso della formidabile carriera (fra questi, 2 Eleonora Duse, 4 Ubu, 6 nastri d’argento, il “Renato Simoni”). L’introduzione al libro è del direttore dello Stabile di Genova, il quale ricorda la grande artista e donna con cui ha condiviso tanti anni di palcoscenico e di amicizia, esprimendo la sua assoluta ammirazione per la tenacia, l’arte e la modernità della sua recitazione. Egli rammenta i tanti spettacoli genovesi, dal 1992 al 2012, che fanno parte a pieno titolo della storia della nostra scena, tutti condotti dal pensiero di una “prima donna” che con sensibilità e intelligenza è riuscita come nessun altra a “leggere” nella vita di tutti i giorni le vibrazioni che le erano necessarie per dare voce ai suoi personaggi.  A sua volta, la prefazione è di Maurizio Porro, nella quale ben si rileva l’unicità della Melato ad essere insieme tragica e-o comica, antica e-o attuale, amorevole e-o feroce, un’interprete che ha saputo egregiamente fare il dramma e la commedia sia sul palcoscenico che sul grande schermo. Il volume nel rievocare le sue tante prove artistiche ricompone la rosa dei registi che l’hanno diretta, i migliori del nostro panorama teatrale e cinematografico, da Luchino Visconti a Giorgio Strehler, da Dario Fo a Alfredo Arias, da Luca Ronconi a Lina Wertmuller, da Mario Monicelli a Elio De Capitani, Giancarlo Sepe, Giuseppe Bertolucci, Franco Brusati, Filippo Crivelli e Gabriele Lavia. Il regista a cui è stata più affezionata è stato senz’altro Luca Ronconi, suo direttore in spettacoli memorabili, quali: Orlando Furioso da Ariosto, La Centaura e Amor nello specchio“, commedie rinascimentali di Giovan Battista Andreini, Orestea di Eschilo, Il lutto si addice ad Elettra di O’Neill. Sempre con Ronconi per testi che hanno rappresentato una vera e propria sfida drammaturgica come L’Affare Makropoulos di Capek dove impersonava una donna trecentenaria e Quel che sapeva Maisie di Henry James dove era una bambina di nove anni. Naturalmente il libro non manca di soffermarsi sul suo rapporto con Bertolt Brecht di cui fu protagonista eccezionale, nel 2003, di Madre Coraggio, e nel 2009 di L’Anima buona del Sezuan“, regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Nel corso delle pagine vengono logicamente messe in evidenza altre famose messe in scena, a cominciare da La Monaca di Monza di Testori, a Settimo ruba un po’meno di Dario Fo, a El nost Milan di Bertolazzi, quest’ultimo interamente parlato in dialetto meneghino a Lei particolarmente vicino in quanto di nascita milanese ed inoltre le applauditissime Medea e Anna dei miracoli. Un posto a sé ce l’ha il suo teatro “leggero” che ha affrontato con eguale serietà, molto apprezzata al fianco di Giorgio Gaber ne Il caso di Alessandro e Maria (1982) e, nel 2007, protagonista assoluta di una rappresentazione indimenticabile di arte varia Sola me ne vo’, dove cantava e danzava con ironia e malinconia. Una parte non secondaria è riservata alla sua attività cinematografica, specie per la popolare trilogia dei fortunati film di Lina Wertmuller Mimì Metallurgico, Travolti da un insolito destino, Film d’amore e d’anarchia dove esplose il suo temperamento grottesco. Fra gli altri registi cinematografici con cui lavorò vengono ricordati, Pupi Avati, Elio Petri, Nino Manfredi, Vittorio De Sica, Franco Brusati, Sergio Rubini.  Diva per eccellenza, tuttavia nel contempo anti-diva, capace di parlare di sé senza compiacimento alcuno e sempre con assoluto rigore.

Io, Mariangela Melato
di Silvana Zanovello
De Ferrari edizioni
pagg. 207
prezzo 18 euro

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