Continuiamo a parlare di anoressia estendendo il problema anche agli uomini, sia per quanto riguarda la ricerca delle origini del disturbo, sia per quanto riguarda lo studio delle “vittime”. Inizieremo parlando delle responsabilità dei padri nello sviluppare anoressia nelle loro figlie e termineremo parlando dell’anoressia maschile, purtroppo poco studiata a causa del basso numero di anoressici uomini; ma è veramente un numero così esiguo? Non può essere che nell’uomo, lo stesso disturbo che la donna esprime con la resistenza al cibo, viene talvolta convertito in resistenza a qualcos’altro? Se fosse così l’anoressia in genere, ma soprattutto quella maschile, sarebbe certamente sottovalutata.
Le colpe dei padri
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, spesso viene data la colpa alla madre che passa un messaggio ambivalente alla figlia: devi sposarti, ma pensare al successo. Ma questo messaggio può essere trasmesso da entrambi i genitori i quali possono pressare in maniere diverse sulla figlia, ad esempio un padre che si aspetta che la figlia segua le sue orme o che comunque divenga una donna in carriera, e una madre che si aspetta che invece segua la sua strada diventando una perfetta casalinga; ma può anche capitare l’inverso, ovvero una madre che pretende che la figlia pensi al successo, magari che segua una strada alla quale ella stessa ha dovuto rinunciare, e un padre che si aspetti che la figlia diventi una brava donnina di casa.
Oltretutto il padre stesso può rimandare alla figlia un’immagine personale di donna perfetta la quale si realizza in una madre, moglie e donna in carriera al contempo stesso.
Sentendosi quindi controllata da entrambi i genitori o da uno solo, l’anoressica decide di prendere lei le redini e di controllare il suo fisico, il controllo diventa però ossessivo descrivendo la sua persona, se fa qualcosa la deve fare al massimo, sentendosi stoica nella sua mortale forza di volontà.
Tipi di anoressia
Tendenzialmente, l’anoressica diventa tale spinta da un ideale di bellezza che identifica con la perfezione, perfezione a cui è votata in tutto quello che fa; crede che questo ideale di bellezza femminile sia l’unico tassello mancante per evitare delusioni, ma una volta raggiunto l’obiettivo in poco tempo si trasforma in critica nei confronti del ruolo dato alla donna: essa deve perdere la sua rotondità in favore di una scattante nervatura mascolina, perché solo in questo modo, nella sua testa, potrà arrivare all’indipendenza e al successo.
Bisogna però notare che vi sono due tipi di anoressia, ognuno dei quali si esprime maggiormente in un senso o nell’altro, vi è infatti l’anoressia con restrizione caratterizzata da un forte autocontrollo, tipica delle donne che vogliono dimostrare la loro indipendenza; e l’anoressia con abbuffate e condotte di eliminazione, questo secondo tipo di anoressia è tipico di chi è soprattutto preoccupata del proprio aspetto, può avere sporadici attacchi bulimici e ad ogni assunzione anche minima di cibo segue vomiting o auto somministrazione di lassativi. Anche se caratterizzato da una minore ossessione, questo secondo tipo di anoressia è considerato più infausto e pericoloso del primo, soprattutto perché tende ad associarsi a depressione, la quale può indurre a tentativi di suicidio.
Mente anoressica senza anoressia
Detto questo si può ritenere che esistano anche altri tipi di anoressia, alcuni dei quali non prevedono disturbi alimentari, se infatti anoressia vuol dire letteralmente senza appetito (anche se è più una perdita volontaria) vi sono altri tipi di appetito che si possono perdere nella ricerca di un controllo superiore dei propri bisogni e istinti. Si può infatti definire mentalmente anoressico anche colui che cerca di non avere rapporti sessuali, di non avere vizi, di non riposare, di non dormire, di non bere, di non avere imperfezioni.
E proprio da questo argomento vorrei introdurre un breve excursus sull’uomo anoressico, infatti l’anoressia maschile credo sia sottostimata, essa probabilmente non sempre si presenta con la rinuncia al cibo e quindi con il controllo di ciò che si mangia, ma a volte si esprime con altri tipi di controllo: l’eccessivo esercizio fisico o l’eccessiva astinenza dagli svaghi, potrebbero essere considerate forme di anoressia maschile.
L’anoressia maschile
Così come quella femminile, anche l’anoressia maschile è caratterizzata da perfezionismo e ossessione, ma al contrario di quella femminile, quella maschile non sempre prevede una drastica diminuzione di cibo, ma più che altro è caratterizzata da eccessivo esercizio fisico.
Come nell’anoressica anche nell’uomo i problemi iniziano in famiglia, l’anoressico ha spesso un rapporto conflittuale con il padre, il quale risulta ipercritico, talvolta assente e incapace di mettere in atto gesti concreti di affetto (quali abbracci e carezze), configurato sul tipico stereotipo maschile; mentre con la madre ha un rapporto di dipendenza e rifiuto, questa risulta infatti iperprotettiva, talvolta soffocante ed estremamente presente.
A causa di queste figure l’anoressico vive sensazioni di ansia ed insicurezza che solo con la ricerca della perfezione a tutti i costi possono essere messe a freno.
Anche l’anoressico inizia il suo percorso nell’adolescenza, esso può fare un percorso analogo all’anoressica, votato al controllo degli istinti, o può fare il percorso opposto, ovvero iniziare il duro percorso di ricerca di una immagine che possa essere considerata attraente sessualmente.
A dirla tutta l’uomo anoressico è maggiormente preoccupato della propria immagine rispetto alla donna anoressica la quale invece insegue un ideale più che altro di comportamento; forse è per questo che l’anoressico maschile si concentra soprattutto sullo sviluppo dei muscoli.
E’ da notare che fino a qualche anno fa erano soprattutto gli omosessuali a sviluppar anoressia tra gli uomini, ma nell’epoca odierna ove anche all’uomo comincia ad essere richiesta una certa avvenenza per avere successo nella società, l’anoressia maschile sta invadendo anche il fronte eterosessuale, ma a causa del suo essere considerato un disturbo femmineo, gli uomini fanno fatica a riconoscere il problema ancor più delle donne.
Dall’anoressia al peccato capitale
In realtà non è esatto sostenere che il culto per il corpo sia iniziato in quest’epoca, infatti già il popolo della Grecia antica ne aveva particolare riguardo, tanto è vero che in alcune culture, ad esempio quella di Sparta, gli obesi venivano letteralmente condannati.
La stessa importanza per il corpo era data dagli antichi Romani, i quali sono stati i primi a inventare le tecniche di vomiting per evitare di ingrassare dopo lauti pasti.
Legandosi alle tradizioni pagane, come spesso ha fatto, anche il Cristianesimo ha annoverato tra i suo peccati capitali il peccato di gola, dichiarando che è nel digiuno che vi può essere purificazione ed espiazione dei peccati. Ma attualmente, credo non sia azzardato considerare come peccato di gola qualsiasi rapporto malsano con il cibo, che sia esso orgiastica panacea o castigata resistenza.