MILANO. Fino al 13 luglio il Palazzo reale di Milano ospita la mostra Klimt. Alle origini di un mito, realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna, promossa dal Comune di Milano, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group. La mostra è curata da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vice direttore del Belvedere e si avvale della collaborazione per l’Italia della studiosa klimtiana Eva di Stefano. Venti gli oli di Gustav Klimt che il pubblico può ammirare a Palazzo Reale, una raccolta straordinaria se si pensa che sono 100 al mondo i dipinti e gli affreschi del maestro di cui si ha notizia e persino il Museo Belvedere, in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Klimt, è riuscito ad esporre non più di 40 oli nella grande mostra del 2012, un allestimento che dava conto della formazione, dello sviluppo e dell’apice della carriera artistica del genio austriaco.
La riproduzione dell’originale del Fregio di Beethoven, esposto nel 1902 a Vienna all’interno del Palazzo della Secessione costruito nel 1897, occupa un’intera sala e immerge il visitatore nell’opera d’arte totale, massima aspirazione degli artisti della Secessione Viennese, sulle note della Nona sinfonia di Beethoven. Tutto il percorso espositivo si avvale di un allestimento che integra tematiche e opere nel contesto di arte totale proprio della movimento. La mostra si propone di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei, tra cui diversi capolavori come Adamo ed Eva, Salomè, Girasole e Acqua in movimento. “Nell’ambito di un progetto culturale che vede Milano al centro del panorama dei grandi eventi espositivi internazionali, questa mostra rappresenta un capitolo di notevole qualità e importante significato -ha affermato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno-. I capolavori in mostra, infatti illustrano compiutamente diverse fasi della vita di Klimt e, accompagnati da una ricca documentazione, ricostruiscono il contesto di formazione della personalità dell’artista fin dalle sue prime esperienze giovanili”. Particolare attenzione è dedicata all’opera giovanile di Klimt, alla sua formazione presso la Kunstgewerbeschule viennese e ai suoi inizi come decoratore dei monumentali edifici di rappresentanza lungo il Ring, sulla scia di Hans Makart, indispensabili presupposti della sua evoluzione in direzione della modernità perché, come scrive in catalogo Agnes Husslein-Arco, direttore del Belvedere.”Pochi sanno che la Kunstler-Compagnie, la Compagnia degli Artisti costituita nel 1881 da Gustav Klimt, da Franz Matsch (compagno di Klimt alla Kunstgewerbeschule dell’Osterreichisches Museumfur Kunst und Industrie) e da Ernst Klimt, fratello minore di Gustav, fu attiva per quasi dodici anni, distinguendosi soprattutto -sottolinea Agnes Husslein-Arco- nella decorazione pittorica di edifici pubblici, specialmente teatri. A tali incarichi si dovette, in fondo, anche il successo di questa società di pittori, e in particolare di Gustav Klimt, sulla scena artistica viennese”.
Klimt. Alle origini di mito accompagna così il visitatore in un percorso alla scoperta di un artista divenuto mito attraverso alcuni dei capolavori più noti del maestro austriaco che, ancora oggi, incantano e che in mostra i visitatori possono ammirare: da Adamo ed Eva alla Famiglia, dal Girasole a Fuochi Fatui, da Acqua in movimento a Salomè senza tralasciare i paesaggi evocativi come Dopo la pioggia o Mucche nella stalla e i grandi ritratti femminili. La mostra si apre con il contesto famigliare: accanto a opere dei fratelli Ernst e Georg, sono esposti anche ritratti giovanili fatti da Gustav a membri della sua famiglia, nonché fotografie originali provenienti dal lascito dell’artista. La seconda parte dell’allestimento è dedicata all’apprendistato dei fratelli Klimt alla Scuola d’Arte Viennese, nell’ambito della quale fondarono, insieme a Franz Matsch, la cosiddettaKunstler-Compagnie (Compagnia degli Artisti): le opere presenti illustrano pertanto la formazione di Klimt pittore storicista e il suo rapporto con l’arte di Hans Makart. Ampio spazio viene riservato all’epoca della Kunstler-Compagnie, fino alla morte di Ernst Klimt nel 1891. Grazie soprattutto a bozzetti di grandi dipinti decorativi per teatri e musei, si può capire perché i tre artisti s’imposero quali successori di Hans Makart, allontanandosi tuttavia dal suo stile neo-barocco. La crisi klimtiana dopo lo scioglimento della Kunstler-Compagnie è contestualizzata nella crisi dell’arte viennese stessa, che sfocerà nella fondazione della Secessione. Qui una scelta di opere della prima fase della Secessione diventa dunque testimonianza del rifiuto definitivo della tradizione storicistica e del successivo passaggio all’avanguardia internazionale. Due sale sono dedicate al ritratto e al paesaggio, generi prediletti da Klimt dalla fondazione della Secessione. Tre importanti ritratti femminili, Signora davanti al caminetto e i due Ritratto femminile, eseguiti da Gustav Klimt tra il 1894 e il 1898, approfondiscono il primo tema, illustrando, al tempo stesso, il particolare rapporto dell’artista col genere femminile. In esposizione anche alcune lettere d’amore scritte a Emilie Floge, scoperte in tempi recenti, che gettano luce sull’intimità della sua vita amorosa. Nella sala dei paesaggi, oltre a due importanti dipinti di Klimt, Dopo la pioggia e Mucche nella stalla, è offerta una panoramica sul paesaggismo austriaco del tempo, dalle prime tendenze impressionistiche di fine Ottocento ai dipinti secessionisti di Carl Moll e di Koloman Moser. Altri due dipinti, Fuochi fatui e La famiglia, illustrano la pittura simbolista di Klimt, sezione che conclude l’esposizione. Il catalogo è edito da 24 Ore Cultura.