Rino Formica, un signore della prima Repubblica che ha il senso dello Stato e l’amore per la Carta si è mosso come Oscar Luigi Scalfaro nel 2006 allora promotore dei referendum a difesa della Costituzione del ’48, modificata dal governo di Berlusconi e dalla Lega nel 2005 .
Formica, interrogato oggi da Fabrizio d’Esposito, va sul pesante e parla di golpe del duo Renzi-Berlusconi accusando tra l’altro il Fatto Quotidiano che l’intervista, di favorire il golpe con gli attacchi al Colle del giornale. Senza entrare nel merito della polemica accadono strani fatti. Licio Gelli nel suo Piano di rinascita degli anni 70 aveva previsto la modifica costituzionale promossa oggi da Renzi e Berlusconi. Il segretario del Pd ha mandato a casa senza motivi il presidente Enrico Letta. Prima di agire ha incontrato Berlusconi. Per distruggere la Costituzione – sostiene Formica – basta abolire il Senato, garanzia degli equilibri tra esecutivo e legislativo. Per Renzi è una questione di costi della seconda Camera. Falso! Rimarrebbe un organo non più legislativo ma consultivo, ente inutile con un personale esoso e fannullone dagli stipendi d’oro. Cosa inventeranno per dare ai futuri pensionati cariche pubbliche, pensioni d’oro e bonus per incentivare la carriera persa? Come se si licenziassero 300 amministratore delegati: le liquidazioni manderebbero in bancarotta il Paese. La carica del presidente del Senato rimane un baluardo nel caso di impedimento improvviso del Presidente della Repubblica. Si è visto durante la malattia di Segni la tenuta democratica che ha impedito un golpe strisciante negli anni 60. Si vuole distruggere l’ organo secolare più antico dell’Occidente. Ma non era sufficiente diminuire i costi affidando a un ente terzo (Corte dei conti) la ristrutturazione dell’apparato? La Camera almeno per numero di deputati costa il doppio. Allora è più economico abolire quest’ultima? Troppa confusione e improvvisazione dei politici con costituzionalisti improvvisati pronti fare quello che si vuole magari con l’aiutino di qualche pregiudicato pronto ad approfittarne.
Renzi ha fatto la campagna elettorale delle primarie parlando esclusivamente di abrogazione della legge elettorale. Di abolizione del Senato ha parlato dopo la nomina a segretario del Pd. Un atto di slealtà verso gli elettori del Pd. Oggi da premier titolare dell’Esecutivo Matteo Renzi è in conflitto di interessi. Vuole indebolire con qualche pregiudicato il potere legislativo. Se vogliamo parlare di costi, “signori miei”, basta vedere i conti della casta di Stella & Rizzo. L’esecutivo è fuori controllo grazie alle riforme di B e la presidenza della Repubblica costa più dei Reali inglesi. Renzi assomiglia al castoro che quando vede il pericolo lancia i testicoli (non i suoi ma dei cittadini) al nemico, cosiddetto.