Cade, quest’anno, il bimillenario augusteo, a duemila anni dalla morte del primo imperatore romano, avvenuta il 19 agosto del 14 d. C. Dal nostro particolare punto di vista, vediamo come questo personaggio, che ha indubbiamente “segnato” la storia, si ponesse nei confronti dell’astrologia.
Nel volto pallido e segnato, Caio Ottavio tradiva le sofferenze per le continue coliche intestinali. Certo, per i suoi diciassette anni non era messo troppo bene: colite, eczema, febbri reumatiche. E adesso gli toccava andare da quell’astrologo, da quel Teogene. Lo aveva promesso all’amico Marco Vipsanio Agrippa, l’unico con cui potesse fare qualche discorso “civile” lì ad Apollonia, nell’Illiria, dove il suo prozio Caio Giulio Cesare lo aveva spedito a far pratica militare e di governo…
Lasciò fare tutto ad Agrippa, a cui fu predetta una grande fortuna. Quanto a lui, si rifiutò di rivelare i suoi dati di nascita ostentando uno sprezzante scetticismo. In realtà era angosciato dal timore di sentirsi predire qualcosa di spiacevole o anche solo un destino meno fortunato di quello di Agrippa. Ma dopo molte insistenze si arrese. Teogene, non appena ebbe finito di stendere il tema di nascita, si alzò per rendere adorante omaggio al giovane romano.
Così racconta Svetonio. Caio Ottavio, in seguito adottato da Cesare con il nome di Caio Giulio Cesare Ottaviano, sarebbe poi diventato Augusto. Egli, nel 28-26 a.C., fece coniare alcune monete sulle quali appariva il segno del Capricorno. L’immagine di Augusto, inoltre, è posta sotto lo stesso segno nella cosiddetta “gemma augustea”, un’onice incisa, attribuita a Dioscoride, che rappresenta il trionfo di Tiberio. Ottaviano Augusto, però, essendo nato il 22-23 settembre del 63 a.C., era della Bilancia. Il Capricorno era quindi il segno del suo concepimento (e in esso sappiamo che si trovava la Luna); e la sua scelta cone segno “ufficiale” dell’imperatore era forse legata ai suoi significati di successo, costanza, realizzazione, disciplina, tradizione, stabilità, fermezza.
Non manca, peraltro, la glorificazione di Augusto in quanto nato in Bilancia. E’ Virgilio che, nelle Georgiche, immagina che lo Scorpione si ripieghi su se stesso per lasciar posto ad un segno nuovo, quello della nascita di Ottaviano, appunto la Bilancia. Non si dimentichi che, all’epoca, questo segno aveva, per così dire, una vita piuttosto recente, essendo in precedenza identificato con le Pinze o Chele dello Scorpione. D’altro lato, Augusto-Bilancia era portatore di equilibrio, pace, giustizia all’intero universo. La Bilancia, inoltre, è dominata da Venere, progenitrice della gens Iulia, celebrata da Virgilio nell’Eneide.
Nell’11 circolarono molte voci insistenti sulla morte di Augusto e l’imperatore si decise, per smentirle, a far pubblicare il suo oroscopo in un editto con il quale proibiva, nel contempo, che gli indovini facessero previsioni a qualunque persona da sola o profetizzassero la morte di qualcuno anche in presenza di terzi. Non v’è dubbio che l’editto fosse rivolto principalmente contro gli astrologi, già colpiti anni prima da un’ordinanza emessa da Agrippa come edile. Le previsioni di morte, in effetti, finivano per risultare pericolose e destabilizzanti, in quanto mettevano in agitazione schiavi, mogli, mariti, nemici che, spesso, ritenendo gli astri troppo… lenti, cercavano di far avverare al più presto le previsioni stesse. Le proibizioni contro gli astrologi, pur se difficili da applicare, rimasero in vigore fino al IV seolo.
All’epoca, qualsiasi persona istruita aveva una buona infarinatura di astrolgia e questa poteva rientrare in ogni ramo della cultura. Così Vitruvio, nei suoi dieci libri De architectura, tratta anche di astrologia, astronomia e misurazione del tempo, usando il termine astrologia per indicare tutta la materia stellare. E, in campo architettonico, non va dimenticato il Pantheon, fatto erigere da Agrippa. L’edificio, fin dalla sua origine, deve essere stato basato su una concezione cosmico-astrologica, anche se l’attuale copertura e la maggior parte delle mura datano dalla ricostruzione di Adriano, al quale sono dovute anche le sette nicchie per i sette dei planetari, l’apertura centrale e le decorazioni della volta. Agrippa vi aveva fatto sistemare le statue del Divo Giulio con il capo stellato, di Marte Ultore e di Venere Genitrice. Gli ultimi due, astri e dei insieme, rappresentavano le forze celesti che proteggevano Augusto e si esprimevano per lui. Mette conto ricordare, in proposito, che il termine augustus (che verrà attribuito a tutti gli imperatori) legato al verbo augeo (greco auxano) significa accresciuto, cioè pieno, per così dire, della grazia, del favore degli dei.