Forse non è andata così, ma a noi piacerebbe almeno sognarla così. Le deprimenti cronache da bettola di quinta categoria (altro che cinque stelle), indegne anche dei compari di Jack Sparrow. le avete già lette e sinceramente le lasciamo agli altri, vediamo i provvedimenti discussi in settimana.

CAMERA
AULA

L’Aula di Montecitorio, tra una rissa e l’altra, ha approvato il decreto Imu: archiviata quindi la seconda rata del 2013, avanti con la privatizzazione di Bankitalia. Siccome alle cronache è passata solo l’abolizione della seconda rata Imu, nello specifico il provvedimento contiene anche:
– aumento degli acconti Ires e Irap e per il risparmio amministrato
– dismissione immobili pubblici
– aumento del capitale della Banca d’Italia e accise.
Certo, ci si continua a chiedere: ma che c’azzeccano questi argomenti tra loro? Segreti dei decreti.
In un clima sempre più disteso, al grido di corrotti e “Napolitano boia”, sono state respinte sia le pregiudiziali di costituzionalità della legge elettorale che il rinvio in commissione. Proteste di Lega, Cinque Stelle e Fratelli d’Italia sia sulle modalità, perché in commissione ci sarebbe stata una stretta assurda sulla discussione del provvedimento, sia sul merito perché la riforma affosserebbe i partiti più piccoli.
Mostro che va, mostro che viene: è arrivato in aula il decreto sulle emergenze ambientali e industriali, si va dalla terra dei fuochi all’Ilva di Taranto, passando per la proroga delle gestioni commissariali come l’Unità tecnica amministrativa (Uta) per la gestione emergenza rifiuti in Campania.

COMMISSIONI
Le commissioni riunite Attività produttive e Finanze stanno portando avanti la discussione del decreto Destinazione Italia: sulle Rc auto non ci siamo, l’articolo 8 è sempre lì, più favori alle assicurazioni, meno agli assicurati. Il testo, comunque ha ricevuto molti pareri con “condizioni” dalle altre commissioni.
In commissione Affari costituzionali il presidente Francesco Paolo Sisto (Pdl) ha posto in votazione la proposta di portare in Aula il testo unificato adottato come testo base (nessuna discussione sugli emendamenti in commissione, quindi tutto rinviato in Aula). Proposta passata a maggioranza. E’ prerogativa del presidente di commissione porre ai voti il testo base per portarlo direttamente in aula, ma che non si dica che non è stata leggermente tagliata la discussione, però.
La commissione Giustizia ha concluso l’esame del decreto “svuotacerceri”. Nonostante il tentativo di occupazione da parte del M5S e le ripercussioni vissute anche dalla commissione Giustizia ai “tumulti dell’Aula” di mercoledì 29 gennaio, i lavori del decreto si sono conclusi anche se in maniera un po’ frettolosa. Il provvedimento scade il 21 febbraio ma deve ancora essere esaminato da Palazzo Madama.

SENATO
AULA

La Delega fiscale è finalmente approdata in Aula, lotta serrata all’evasione, sistema fiscale più equo e uniforme, revisione e riforma del catasto dei fabbricati. Consenso piuttosto ampio sul provvedimento, ma i senatori del M5S non hanno partecipato ai lavori in segno di protesta rispetto a quanto successo alla Camera dove una deputata è stata schiaffeggiata (stava solo scavalcando i banchi del governo). E’ una catena: in Aula si protesta, nelle commissioni si protesta per quanto accaduto in aula, nell’altro ramo del Parlamento si protesta per quanto accaduto dall’altra parte… Chi fermerà la reazione atomica?
C’è però una notiziona da evidenziare: IL ministro per i beni culturali Bray ha risposto al question time sulla gestione dei beni culturali con particolare riguardo a musei e aree archeologiche; ebbene, il ministro ha detto che è entrata i funzione a Pompei la nuova struttura di governance ed è stato approvato il cronoprogramma, impegnandosi a rendere pubblico lo stato di avanzamento dei progetti; Bray ha inoltre riferito sulla riorganizzazione dovuta alla spending review e sulle linee guida per la valorizzazione del patrimonio culturale appena approvate. Ebbene, Sel e autonomie si sono dichiarati insoddisfatti, Forza Italia e Gal parzialmente soddisfatti ma pienamente soddisfatto si è detto il Movimento 5 Stelle!
L’Aula ha approvato il decreto milleproroghe che, proprio per mantenere fede al nome, proroga praticamente di tutto. Prorogati i GIudici di pace, i termini per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, interventi di emergenza, procedure di competenza del ministero dell’Interno, infrastrutture e trasporti, politiche agricole, alimentari, forestali, istruzione, salute, lavoro, politiche sociali, ambiente, economia, comunicazioni e servizi pubblici locali. Manca solo qualcosa sull’orario delle messe.
L’Assemblea ha approvato anche il disegno di legge in materia di scambio elettorale politico-mafioso, non senza qualche piccolo diverbio (sorvolo perché sapete cosa è successo anche qui).

COMMISSIONI
In commissione Giustizia arrivano provvedimenti “che l’Europa ci chiede”, come si dice in questi casi: Patrocinio a spese dello stato per imputati privati della libertà personale (proposta di direttiva per i procedimenti di esecuzione del mandato d’arresto europeo), proposta di direttiva sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati in procedimenti penali e proposta di direttiva per il rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali. Insomma, si prevedono in futuro altri interventi sul nostro sconquassato sistema giustizia.
In commissione Industria si è parlato di interventi a sostegno dell’editoria. Il presidente Massimo Mucchetti (Pd) ha presentato una interrogazione al governo sull’utilizzo del Fondo all’editoria per sapere soprattutto se ci sono concessioni di bonus in concomitanza con ristrutturazioni ma soprattutto se si intendono negare qualsiasi tipo di bonus o stock options in caso appunto di ristrutturazioni.
Secondo il presidente Mucchetti infatti, in un periodo come quello che sta vivendo l’editoria, sarebbe il caso di evitare l’assegnazione di premi produttivi ai manager di società i cui dipendenti siano finiti in regime di solidarietà contrattuale o altre forme di contrattazione sussidiata da finanziamenti pubblici. La risposta del sottosegretario Legnini ha tranquillizzato Mucchetti da un punto di vista politico che ha però chiesto una norma vincolante.
Meno soddisfatto si è dichiarato il senatore Enrico Buemi che per l’occasione ha divulgato il suo disegno di legge in materia di editoria e finanziamento ai giornali (leggibile in allegato).
“E’ veramente deludente – ha detto Buemi – che il governo abbia ammesso di non disporre di informazioni specifiche in ordine alle politiche retributive seguite dalle aziende editoriali o di notizie circa la previsione di particolari sistemi di incentivazione collegati ai processi di ristrutturazione”. Siccome questi processi sono collegati a finanziamenti pubblici, secondo Buemi va ripensata “l’elargizione a pioggia fatta finora, prima di qualsiasi utilità”.
Senato della Repubblica – Ddl 1236 – Fondo per l’editoria

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