VICENZA. Magnum Contact Sheets è il titolo della mostra visitabile fino all’11 maggio alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, il polo museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza. Nato dalla co-produzione di Magnum Photos e Forte di Bard (Aosta), dove è stato presentato in anteprima mondiale lo scorso autunno, questo percorso espositivo approda ora a Vicenza.

La mostra è suddivisa in sette sezioni, una per ogni decennio dell’agenzia fotografica Magnum, e presenta circa 150 opere: 60 i provini a contatto (contact sheets), esposti ciascuno accanto ai propri ”scatti finali”, in un percorso studiato per rappresentare le fasi cruciali della creazione artistica dell’immagine e per ripercorrere, attraverso le sue tappe più significative, quasi un secolo di storia della fotografia mondiale. Lo sbarco in Normandia di Robert Capa, il 1968 a Parigi di Bruno Barbey, l’invasione di Praga di Josef Koudelka (nella foto), i carri armati in piazza Tienanmen di Stuart Franklin e l’11 settembre di Thomas Hoepker sono soltanto alcuni degli scatti messi a disposizione del pubblico di Palazzo Leoni Montanari. Nelle sale delle Gallerie saranno inoltre esposti i ritratti degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia dell’ultimo secolo: dai primi piani di Che Guevara realizzati da Renè Burri al ritratto di Malcolm X ”fermato” nel tempo da Eve Arnold, da Martin Luther King di Leonard Freed a Margaret Thatcher nel pieno della sua ascesa politica e ritratta dalla fotografia di Peter Marlow. Le opere sono accompagnate da articoli, libri e riviste vintage e in copia originale che fecero da supporto per la prima pubblicazione delle immagini. Chiudono il percorso le video-interviste ad Alex Majoli, Paolo Pellegrin e Jeròme Sessini, tre fotoreporter Magnum della nuova generazione che raccontano la ”scelta della foto” al tempo del digitale. Il progetto Magnum Contact Sheets pone al centro del percorso espositivo il provino a contatto quale riferimento per l’esplorazione del processo creativo. Percorrendo la mostra il visitatore ripercorre a sua volta, con totale coinvolgimento, i passi che hanno portato alla realizzazione di alcune delle più famose icone fotografiche di tutti i tempi. Il fotografo scatta più volte, sviluppa il proprio supporto, sceglie un’istantanea fra tante, elabora l’immagine con cui vuole comunicare al mondo e alla fine crea. Ne nasce l’immagine fotografica che percorrerà il mondo e contribuirà a raccontare la storia. ”L’analisi spietata dei provini – dichiarava nel 1964 David Hurn – che siano i propri o quelli di un altro, è uno dei migliori metodi di insegnamento”.  Dopo la tappa di Vicenza, la mostra sarà, tra gli altri, a Berlino (giugno – settembre 2014), Vienna (Kunst Haus, ottobre 2014 – gennaio 2015), Madrid (Fundacion Telefonica, novembre 2015 – gennaio 2016), Rio De Janeiro (Oi Futuro, febbraio – aprile 2016), Pechino, Shangai, Singapore.

Di Golem

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