Sempre  di più si sollevano nei media italiani parallelismi tra l’ affaire Hollande- Gayet e Berlusconi. Serpeggia anche una certa soddisfazione qua e là : “ vedi anche loro.. che ci hanno preso così in giro”. Tracciamo innanzitutto le analogie.
In entrambi i casi emerge una forma di infantilismo nella migliore delle ipotesi, o di malafede.

Informazione e social network
Nell’era delle tecnologie alla portata di tutti in cui l’informazione circola alla velocità della luce, i comportamenti  degli uomini politici e pubblici sono condannati a essere irreprensibili  perché si devono poi misurare con l’impatto della loro popolarità. E’  matematicamente certo che non solo verranno scoperti, ma che le loro azioni private  si propagheranno e andranno in pasto alle considerazioni della gente comune nei social network. C’è  però una parte di senso di impunità  e di tracotanza del potere in un comportamento apparentemente ingenuo. Dietro quel  “a me, non succede”, non c’è  ombra di riguardo e di attenzione non fosse per proteggere  il proprio ruolo pubblico innanzitutto, e la dignità della propria compagna agli occhi di milioni di persone. Quando si ha quel ruolo, per definizione  è il più esposto. Appellarsi alla privacy diventa veramente opaco e ipocrita.  Tuttavia è vero che c’è un margine di vita privata che andrebbe salvaguardato. Solo che è impossibile.

Elettori e  popolo
La stessa gente che giudica quei comportamenti e che fa schizzare alle stelle “gli ascolti”  di  queste vicende intime degli uomini di potere, filtrandoli attraverso le proprie pulsioni, proiezioni, frustrazioni, insoddisfazioni e così via è anche la stessa gente che vota. Per raggiungere il potere è  necessario il consenso del “popolo” come massa di elettori.  In poche parole  ci si rivolge sempre alla parte  pulsionale  delle masse durante le campagne elettorali, ma poi si pretende dalle stesse masse di persone la discrezione e il ragionamento.

Mercato

In entrambi i  casi sembrano  non prendere in considerazione  che i media vivono esattamente della materia di cui vive anche la politica, cioè marketing. E vorrebbero che rinunciassero ai loro guadagni. Proprio Berlusconi poi, neo liberista convinto, ideatore delle “libertà” dei suoi elettori, ritiene che i giornali  debbano rinunciare a  vendere quando si tratta di salvaguardare la sua privacy. Invece il mercato è il mercato. Non importa cosa si vende, purché si vende.  E questo almeno Berlusconi lo sapeva bene.

Sicurezza
La linea di confine tra pubblico e privato  scompare totalmente quando si tratta di sicurezza. Prima ancora della persona  in quei casi viene il ruolo, che loro stessi mostrano così  di non rispettare. Sia per il  fotografo dei festini di Arcore, Antonello Zappadu, sia per il  fotografo di Closer (peraltro edito da Mondadori) Sébastien Valiela (che ha guadagnato 40.000 euro), entrambi hanno fatto presente che se al posto dell’obiettivo avessero avuto un fucile avrebbero potuto uccidere. E questo rende fragile il paese stesso e in balia di chiunque. E pone  delle questioni circa i servizi segreti, che automaticamente danno un retrogusto di complotto. Inoltre,  la casa dell’amica di Julie era intestata a un appartenente della mafia corsa. La stessa amica si era poi fidanzata con un altro mafioso còrso poi ucciso qualche mese fa  per un regolamento di conti. Non esattamente un bel dettaglio, che se non spiegato  può aprire  scenari inquietanti.
Le differenze tra Berlusconi e Hollande  sono però mastodontiche

L’imbroglio

Berlusconi aveva incentrato la sua campagna elettorale sui valori della famiglia. Aveva fatto circolare un libretto  con le fotografie della sua famiglia felice, inventato i Family day,  si era alleato con le ali più cattoliche e reazionarie. Nella retorica del discorso berlusconiano c’era una  fetta  cospicua di  retorica familiare e familistica. Lontano anni luce da qualsiasi riforma che  prevedesse libertà reali per tutti, ha previsto e preteso grandissime libertà per se stesso.  Ciò detto anche Hollande  in qualche modo ha imbrogliato. Non si è presentato ai francesi come presidente scapolo  che avrebbe avuto relazioni con chi avrebbe desiderato, ma si è mostrato con una compagna ufficiale, che ha tradito, facendosi scoprire da un tabloid, dopo che aveva criticato aspramente Sarkozy per il livello di vaudeville cui aveva abbassato la funzione presidenziale con le sue storie di mogli e modelle. In qualche modo ha “imborghesito” la funzione di Première Dame. Lo ha non solo detto pubblicamente “non esiste uno status di Première Dame” ma lo ha anche messo in pratica.

Il reato

La principale differenza. Julie, secondo le ultimissime indiscrezioni, sarebbe l’amante di Hollande da  almeno due anni. E fino a prova contraria ci sarebbe solo lei. Non pone una grande questione di morale se non nei benpensanti: se si tratta di amore non si vede perché i due (fatte salve  ovviamente le precedenti considerazioni sul ruolo di presidente) non dovrebbero stare insieme. Semmai c’è un giudizio: come ha potuto umiliare così la sua compagna, sapendo appunto  che il ruolo presidenziale  è così esposto?  E a maggior ragione, visto che non è legato da un vincolo matrimoniale ma appunto, essendo  Velérie Trieweiler una compagna, solo da quello affettivo,  il tradimento acquista un peso perfino maggiore. Almeno agli occhi di buona parte dei suoi elettori e elettrici, che perdonano molto meno che gli elettori di destra. Berlusconi non solo è stato  accusato del reato di prostituzione minorile  ma con il processo Ruby si è messo in luce un autentico traffico di prostitute. Di sicuro tutto c’era nelle sue storie meno che amore. Le agghiaccianti considerazioni  delle ragazze che  miravano a spolparlo e le testimonianze di orge  a vario livello, hanno messo il paese in ridicolo, in modo forse unico nelle democrazie occidentali. Erano tutte prostitute, se si intende persone che  pretendono soldi o posizioni professionali,  a fronte di prestazioni sessuali. Soprattutto le storie legate a Ruby e il reato di concussione per nascondere l’intera vicenda, oltre che la triste storia di Noemi Letizia  raccontata alle agenzia dalla moglie di Berlusconi hanno reso l’intera vicenda impossibile da  difendere. Questa è la differenza maggiore  che segna la diversità dello scandalo. Buona parte del paese lo ha tuttavia perdonato.

La ricattabilità

Il giro di prostitute e di minori a casa del presidente lo rendevano tragicamente ricattabile. Lo era tanto più che la sua linea politica  era appunto incentrata sulla “famiglia italiana”. Inoltre, non se ne hanno le prove, ma molte donne sembrano aver ottenuto posti pubblici  grazie al ricatto. E grazie alla “gratitudine” dovuta al presidente, erano praticamente tutte manovrabili.
Hollande da questo punto di vista non sembra veramente essere stato ricattabile e in nessun modo le regole della democrazia sono venute meno.

I soldi e i posti pubblici

Nella storia inopportuna di Hollande, presidente veramente troppo “ normale”  non si ravvisano tracce di sprechi e di spese di denaro pubblico. Anzi. Andava in motorino a casa dalla sua amata, accompagnato da una sola  guardia del corpo. Unico errore: è stato mandato a comprare croissant.   Berlusconi invitava  gruppi di donne per orge, in residenze come ad esempio Palazzo Grazioli dove normalmente si prendevano decisioni che riguardavano il destino del paese. Ricordiamo a riguardo le ragazze che si fotografavano nei gabinetti, le canzoni “ zoccola, zoccola..” che si sentivano dalle finestre del palazzo che aveva la bandiera italiana e la camionetta dei carabinieri  davanti al portone. Uno sfregio anche simbolico senza precedenti. Inoltre, le donne del giro di Berlusconi sono in parlamento, sono state al governo, e alle  Regioni. Le preferenze e i problemi sessuali dell’ex presidente del consiglio sono state fatte pagare agli italiani  sotto forma di cariche pubbliche assegnate a persone di sublime incompetenza.  Julie,  brava attrice e produttrice piuttosto nota era stata nominata, prima che si sapesse la vicenda, nel  jury d’onore che assegna  borse di studio per gli artisti a Villa Medici. Una carica di solo prestigio e di nessun guadagno. Appena è stato scoperto  dai media la ministra della cultura Filippetti ha immediatamente revocato l’incarico.  Una gaffe, ma  alla quale si è posto riparo. Le donne di Berlusconi  hanno non solo negato, ma sono rimaste tutte pervicacemente  attaccate ai loro posti, percependo denaro pubblico, appellandosi alle pari opportunità e al maschilismo. In alcuni casi all’invidia.  Forse l’aspetto più osceno della vicenda Berlusconi.

Le bugie
Hollande non ha smentito la scoperta del settimanale Closer,  ma ha – ipocritamente- fatto  appello alla vita privata. Non ha  detto bugie, non ha dichiarato il falso, ha solo schivato le risposte durante la conferenza stampa. Non ha detto “non risponderò”, ma ha detto che lo farà prima del viaggio negli Usa in visita dalla coppia  Obama. Cioè quando la sua funzione pubblica imporrà la spiegazione che si deve.  Aver procrastinato non è stato senza conseguenze: il gossip che monta  inevitabilmente nuoce al dibattito pubblico travalicando le pagine dei tabloid per sfociare in quelle  della politica. Berlusconi ne ha dette talmente tante che non si contano. Anzi  forse la cosa più triste era negare l’evidenza, una per tutte  chiamando le orge “cene eleganti”. E chi non ci credeva era comunista. Come è noto Repubblica  ha pubblicato per mesi le dieci domande  alle quali Berlusconi si ostinava a non rispondere. La maggior parte dei suoi elettori lo ha perdonato.

I media
I media italiani hanno avuto un ruolo fondamentale. Il taglio moralista di Repubblica è stato perfino determinante. Mai si riusciva a leggere negli articoli la cui cronaca già grondava di dettagli infamanti una seria separazione tra ciò che era pubblico e ciò che era privato, e una condanna  che fosse del ribaltamento del ruolo istituzionale o non dei costumi o della morale a rischio. La stampa di destra era invece colma di considerazioni sul moralismo dei detrattori e della sinistra ritenendo il presidente del consiglio tale per andare contro le libertà e diritti civili  dei cittadini (eutanasia, aborto, matrimonio gay, etc) ma privato cittadino, libero di infangare la cosa pubblica a proprio piacimento, quando riguardava la sua vita personale e della sua ristretta cerchia. Tuttavia proprio la quantità  di bugie  e la  depoliticizzazione dell’elettorato hanno fatto sì che le pagine della politica (anche quelle televisive) grondassero di considerazioni sulla sessualità  del presidente del consiglio. Ad  Agorà, su Rai tre, tra giornalisti  di politica che cercavano di inchiodare Berlusconi alle ammissioni, si è arrivati a disquisire su quale  tipo di eiaculazione avesse. Per questa ragione  i media italiani, hanno pubblicato molte più notizie su Hollande- Gayet che  i media francesi che invece hanno tenuto sotto tono la vicenda rispettando i tempi date dalle urgenze istituzionali, cioè quando non potrà più evitare di rispondere. La conferenza stampa di Hollande era sull’economia e si è mantenuta tale. Non solo. Le politiche di Hollande  influenzeranno l’economia italiana. Solo che da noi  nessuno lo spiega. In Francia i media si stanno giustamente  accanendo  contro le sue scelte economiche: “Hollande cancella la sinistra” scrivono in queste ore, mentre i nostri corrispondenti sono a caccia di informazioni sulla  sua vita privata. Repubblica nel dossier dedicato  alla   questione  ha pubblicato on line uno spot pubblicitario di  un’auto  girato a giugno 2013 dall’attrice, con questa didascalia: “la confessione  della loro relazione  era  già stata fatta in questo spot”.
La confessione sarebbe che, nell’elencare i tanti optional dell’auto Julie Gayet osserva che i sedili fanno dei piccoli massaggi.

I due davanti ai media

Berlusconi incalzato  dalla stampa generalmente minacciava, si infuriava contro i giornalisti comunisti, vaneggiava. Epica fu la  domanda fatta dal corrispondente di El Pais Miguel Mora “presidente dopo tutti questi scandali  perché non si dimette”. Altrettanto epica fu la  sua risposta “perché sono il migliore presidente degli ultimi 150 anni”. Dopo di che Miguel Mora venne intervistato dalla stampa nazionale in quanto giornalista che faceva domande.
Hollande ha procrastinato, si è detto indignato per la violazione della privacy,  ha tenuto fermissimo il punto sulle questioni economiche che riguardano il destino del suo paese. E anche del nostro. Ma siamo impegnati a sapere proprio tutto su Julie.

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