“Il pressing dell’Unione nazionale giudici di pace e la forte mobilitazione della categoria  ha dato i primi frutti”.
Così in una nota l’Unagipa che ieri ha incontrato prima il sottosegretario alla Giustizia onorevole Giuseppe Berretta “in un confronto produttivo e approfondito”, poi il Pd che ha presentato ufficialmente un progetto di riforma della magistratura di pace.
Inoltre, fanno sapere i giudici di pace guidati da Gabriele Longo, la Commissione Giustizia del Senato ” ci convocherà in audizione nelle prossime settimane”. Ieri la delegazione dell’Unione composta dal presidente  Gabriele Longo, Mariaflora Di Giovanni, Oliviero Campana, Pina Cipollone e Antonio Cuccurullo, ha  incontrato la segreteria del Pd ed ha “preso atto, per la prima volta, della posizione ufficiale del partito sulla Riforma della magistratura di pace”.
L’onorevole Alessia Morani  e altri deputati del partito hanno illustrato il progetto presentato alla Camera dall’onorevole Carrescia  insieme ad altri numerosi colleghi quale posizione  ufficiale del Pd. L’Unione, come già fatto in un precedente incontro non ufficiale, ha espresso  il proprio “parere positivo sul progetto che prevede la continuità del rapporto dei giudici di pace, la tutela previdenziale, la riduzione dell’organico e l’aumento delle competenze civili e penali.
L’unione ha chiesto però che è indispensabile presentare un identico progetto al Senato, unica sede  attualmente competente, dove si svolgerà l’esame della riforma della magistratura di pace e dove nelle prossima settimane saranno convocate le organizzazioni dei giudici di pace per un’audizione della commissione competente”.
L’Unagipa ritiene che l’iniziativa del pd sia un “primo passo verso una seria e urgente revisione delle condizioni di assurdo e illegittimo precariato nel quale versa la giustizia ed attende futuri fatti risolutivi dalla presentazione del Progetto al Senato alla posizione del Governo e delle altre forze politiche. Rimane confermata la mobilitazione della categoria – conclude la nota – nel caso che non si riscontrino nelle prossime settimane ulteriori  fatti positivi e risolutivi  della vertenza in sede legislativa”.

Di Golem

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