Fa piacere rivedere la mano vicino all’orecchio di Toni, non si vede più invece il violino di Gilardino, mentre il ragazzo di San Paolo, alias Kakà, supera quota cento e prosegue con il segno della croce.
Juve Roma. La squadra di Torino, degli Agnelli e della Fiat con la pubblicità della Jeep sul petto è spietata, quella capitolina gioca male: ore di commenti televisivi e radiofonici possono essere riassunti così. Esulta Vidal e fa il cuoricino, esulta Bonucci e mette il pallone sotto la maglia dedicandolo alla moglie che attende il secondo figlio e vediamo pure l’esultanza di Vucinic che quando giocava alla Roma era una rarità.
Fiorentina Livorno. Derby toscano cattivo per Rossi, atterrato e fermato da un fallo di Rinaudo che ammonito protesta pure (cacciarlo no, eh?) ma alla fine esulta Rodriguez che stavolta non regala il movimento di danza “canita”.
Napoli Sampdoria. Al San Paolo esulta per ben due volte Mertens e la fidanzata non manca di sottolinearlo su instagram. Manca ancora di vedere quella di Insigne che ai tempi del Pescara di Zeman faceva il galletto… Riavremo almeno un pollo?
Milan Atalanta. Esulta Ricardo Izecsion dos Santos Leite meglio conosciuto con il nomignolo che gli appioppò il fratello da piccolo: Kakà. E se lo merita, perché si è preso sulle spalle un Milan malconcio e lo sta riportando a galla. Fervente credente appartenente alla chiesa evangelica in genere esulta con il segno della croce e guardando il cielo. Ora s’è pure lasciato crescere la barba, quindi è più forte (vedi precedente rubrica “Questioni di barba”).
Catania Bologna. Lodi porta il figlioletto in campo ad inizio partita e quindi a noi vecchie sentimentalone già fa tenerezza, poi segna e tira pure fuori la maglietta col cuore con su scritto ti amo. E’ troppo, roba da diabete. Bologna senza Diamanti non scintilla (questa era facile).
Genoa Sassuolo. Gilardino segna ma non fa vedere il violino (nel senso del gesto di esultanza) mentre segna il “collega” Bertolacci che per fortuna non aveva contro la Roma: se avesse segnato non avrebbe esultato perché tifoso giallorosso sin da bambino.
Parma Torino. Avrebbe meritato un’esultanza come quella di Oba Oba Martins (quello che faceva minimo quattro salti carpiati con avvitamento) il gol segnato dal capitano del Parma Lucarelli: calcio d’angolo, tacco di Lucarelli e gol, mitico. Segna pure Marchionni che per esultare fa un mimo irripetibile, mentre torna al gol Amauri dopo il lungo digiuno (tra le esultanze più trash di qualche anno fa, da registrare anche quella del piatto di pasta in campo…).
Udinese Verona. Si rivede (sempre molto volentieri) la manona all’orecchio di Luca Toni e per ben due volte. Meno male che non segna invece Cacciatore perché non avremmo sopportato ancora una volta la sua danza dell’invertebrato (vedi gol alla Juve della 4° giornata). Segna anche Pereira che per esultare fa un gesto molto popolare: bacio alla fede nuziale e dedica in Tribuna. Popolare l’esultanza molto più bello e inusuale il gol.
Lazio Inter. Segna, decide la partita e fa discutere da sempre sul web con la sua strana esultanza tenendo pollice e indice facendo un tondo con le restanti dita dritte: la stoffa si riconosce anche da questo… e sì, il ragazzo cresce bene!