Il Governo Letta tiene: il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha passato l’esame di Montecitorio. DI questa giornata restano i 154 voti contrari e i 67 assenti (tutti in missione?)
Il caso PD.
Giornata dura per il Guardasigilli ma durissima per il Partito Democratico, uscito dilaniato da questo voto.
Alla vigilia, infatti, Pippo Civati, Matteo Renzi ed altri esponenti del partito hanno chiesto a gran voce le dimissioni del Guardasigilli. Il presidente del Consiglio Enrico Letta, però, intervenendo ieri sera all’assemblea del partito ha “blindato” il ministro, affermando che un voto di sfiducia alla Cancellieri avrebbe significato un voto di sfiducia al governo.
Particolarmente dura la reazione di Civati a questa presa di posizione di Letta definita un ricatto. Poi in mattinata la dichiarazione della svolta: “resto a disagio ma voto con il partito per disciplina”, ha affermato il candidato segretario.
Resta adesso da contare i 154 no e le assenze strategiche, mentre il web si scatena proprio contro il Pd e contro chi fino a questa mattina aveva chiesto le dimissioni del ministro.
Governo più debole
Il governo da oggi è più debole: non è una frase di Renato Brunetta, che in verità ha usato toni più coloriti come “da oggi Letta ha un cappio al collo”, ma proprio dal segretario Pd Epifani.
Detenuto in dialisi
Il presidente della commissione Diritti Umani del Senato, Luigi Manconi, ha annunciato che presenterà una seconda interrogazione parlamentare sul caso Bottigliero, un detenuto sottoposto tre volte a settimana a dialisi che da luglio 2011 ha perso 18 kg e che per questo non è compatibile con il regime carcerario; una situazione già denunciata e supportata dal parere medico del nefrologo GIuseppe Remuzzi che ha visitato il centro clinico del carcere di Regina Coeli.
Inchiesta Fonsai
Come se non bastasse, subito dopo il voto, è iniziata anche a girare la notizia che Salvatore Ligresti avrebbe dichiarato ai magistrati di essersi fatto latore presso Berlusconi del desiderio della Cancellieri di rimanere a Parma (da prefetto, ndr). Non solo.
Sempre nell’ambito dell’inchiesta Fonsai, sembra che Ligresti abbia sollecitato in più di un’occasione l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a trovare una collocazione lavorativa a Giannini, dal momento che Ligresti avrebbe avuto “una particolare consuetudine” con l’ex premier. La procura di Torino, comunque, ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla fuga di notizie relativa al caso perché qualcuno degli investigatori potrebbe aver violato il segreto d’ufficio.
Il Guardasigilli a caldo ha dichiarato che indiscrezioni uscite sulle dichiarazioni di Ligresti nei suoi confronti sarebbero false e destituite di ogni fondamento. “Qui – ha detto il ministro Cancellieri – c’è un accanimento che non ha limite, c’è un disegno che non comprendo”.
Il ministro Cancellieri ha comunque dichiarato che verrà inviata una nota con la quale si ricostruiranno bene le tappe dal momento che lei è stata commissario prefettizio a Parma nel 1994 e poi prefetto nella stessa città nel 2011 solo per pochi giorni prima di essere chiamata da Mario Monti. “Come fa a dire di avermi raccomandato? – ha dichiarato il Guardasigilli – Per quale motivo avrei voluto rimanere a Parma?”

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