Il presidente De Tilla: gli avvocati non sono imprenditori, sarebbe snaturata la loro funzione costituzionale e sarebbero sempre più soggetti alle regole della concorrenza.
L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani invita la Cassa Forense a rifiutare il ruolo di intermediario finanziario per sostenere l’accesso al credito degli avvocati per i fondi europei.
Ad illustrare le ragioni della proposta è il presidente Anai Maurizio De Tilla:
Si parla di un Action Plan sulle libere professioni, destinato a definire le modalità dei fondi comunitari per il ciclo 2014-2020.
A tanto si giungerebbe attraverso la equiparazione dei professionisti ai piccoli e medi imprenditori. Con un ruolo attribuito alle Casse professionali di collettore e intermediario finanziario.
Ma l’Avvocatura non può accettare questa assimilazione che ha sempre contrastato.
La funzione costituzionale degli avvocati è stata riconosciuta anche dal Parlamento Europeo che ne ha escluso la soggezione alle regole della concorrenza che sono peculiari delle imprese.
Commetterebbe un grave errore la Cassa forense (concetto estensibile a tutte le Casse professionali) a snaturare la propria funzione, fornendo alibi all’Antitrust e agli assertori delle liberalizzazioni selvagge”.