Dopo mesi di assaggi dei vari team di degustazione, in questi giorni sono presentate al pubblico le varie guide 2014 dei vini d’Italia. Ciascuna guida ha un proprio stile, propri metodi di degustazione e assaggiatori e spesso i vini premiati da una pubblicazione non sono presi minimamente in considerazione da un’altra.
Ma ci sono alcune etichette che mettono d’accordo tutti: come ha reso noto il sito winenews.it, quest’anno i vini sono cinque, tutti rossi e quasi tutti molto classici.
Il risultato è stato ottenuto incrociando i dati delle guide L’Espresso, Gambero Rosso, Ais-Bibenda, Veronelli e Slow Food. Tranne forse in un caso, non sono emersi risultati inaspettati e la Toscana guida la classifica dei vini premiati con ben tre etichette sul podio; segue l’altra regione re dell’enologia italiana, il Piemonte, e un vino pugliese che di anno in anno ormai raccoglie consensi sempre più unanimi.
Tra i grandi classici toscani troviamo il Brunello di Montalcino Riserva 2007 Biondi Santi: è il vino più costoso della cinquina (oltre 400 euro in cantina), ma ha una capacità di invecchiamento che può sfiorare il secolo ed è figlio della famiglia che ha “inventato” il Brunello così come lo conosciamo oggi. Altro classico toscano premiato è il Bolgheri Sassicaia 2009 Tenuta San Guido; ritenuto uno dei più costosi vini italiani, in realtà si trova a “solo” 120 euro e rappresenta forse l’esempio più famoso di quei Supertuscans che hanno conquistato il mercato americano e aperto le porte dell’esportazione italiana, a partire dalla fine degli anni Sessanta.
Il Sassicaia fu creato dal marchese Mario Incisa della Rocchetta che piantò nella sua tenuta sulla costa toscana alcuni ceppi di Cabernet provenienti da Chateau Lafite, una delle più grandi aziende bordolesi.
Il terzo vino toscano premiato risulterà invece sconosciuto ai più. Si tratta de Il Caberlot 2010 Il Carnasciale, fatto con Caberlot in purezza, un ibrido naturale tra Cabernet franc e Merlot, scoperto casualmente negli anni Sessanta in un vigneto dei Colli Euganei. Comercializzato a partire dal 1988, è imbottigliato solo nel formato magnum (prezzo circa 200 euro), ha un bel colore rubino intenso, sentori complessi di terra, macchia mediterranea, piccoli frutti rossi e note balsamiche e un gusto vellutato ed elegante, con finale sapido ed equilibrato.
Spostandoci dalla Toscana al Piemonte, troviamo premiato il re dei vini della regione, un barolo. Quest’anno è emerso il Barolo Villero Riserva 2006 Vietti (prezzo sui 140 euro), produttore prestigioso di Langa, celebre per l’attenzione maniacale dei cru, il rispetto della tradizione e la conduzione in biologico di alcune vigne particolarmente prestigiose.
Premiato infine un vino pugliese, il Primitivo di Manduria Es 2011 Gianfranco Fino, che già negli anni scorsi era balzato prepotente agli onori delle cronache, visto che con la vendemmia 2009 era stato incoronato miglior vino d’Italia, suscitando a onor del vero qualche polemica, tra tecnici e appassionati (ma le polemiche nel mondo del vino sono purtroppo all’ordine del giorno). Caratterizzato al tempo stesso da potenza ed eleganza, con un ampio e variegaro spettro gusto-olfattivo, tra i cinque vini “super premiati” è anche quello dal costo più abbordabile: dovreste trovarlo in enoteca a circa 40 euro.

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