Nel formulare gli auguri agli 80 delegati eletti alla Cassa forense l’Associazione Nazionale Avvocati Italiani indica alcune questioni preliminari che dovranno impegnare il nuovo Comitato dei delegati e il nuovo Consiglio di Amministrazione.
Primo. Bisogna agire politicamente perché venga definitivamente riconosciuta la natura privata della Cassa e la sua autonomia ed indipendenza.
“Il patrimonio che si è incrementato a sette miliardi di euro – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – fa gola ad una politica famelica che ha bisogno di soldi e non rispetta il risparmio dei professionisti italiani.
L’impegno in tal senso dovrà essere primario e non sono consentiti cedimenti o tentennamenti per salvaguardare il trattamento previdenziale degli avvocati”.
Secondo. La grave crisi di guadagni che attanaglia gli avvocati, derivante dalla più generale crisi economica e dall’attacco proditorio e furibondo alla funzione costituzionale e sociale dell’avvocatura, richiede un intervento consistente della Cassa di Previdenza a favore dei giovani, delle colleghe e dei percettori di redditi bassi.
“La Cassa forense, che ha nelle proprie disponibilità più di 100 milioni di euro all’anno da destinare alla solidarietà – ha continuato De Tilla – dovrà istituire con determinazione un vero e proprio “Welfare” di supporto a favore dei colleghi che si trovano in difficoltà nell’esercizio della professione forense”.
Terzo. La iscrizione obbligatoria di tutti gli iscritti agli albi alla Cassa forense – a parte la illegittimità costituzionale – potrà costituire motivo di ingiustizia sociale penalizzando i più giovani nella professione.
Per i primi tre anni – ha detto il presidente Anai – dall’applicazione della nuova norma inserita nella riforma (fortemente contestata) non dovrà essere previsto alcun contributo per i nuovi iscritti”.
Quarto. Stanno entrando nella professione numerose colleghe che si trovano in una condizione di difficoltà e di sfavore.

“La Cassa forense – ha concluso De Tilla – non può rimanere estranea a questa nuova realtà che ha bisogno di equi interventi che sono fino ad oggi mancati per riequilibrare le forti differenze nella categoria forense”.

Di Golem

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