All’origine di ogni scienza umana c’è sempre un mito. E si tratta spesso di un mito drammatico: l’uomo ruba la conoscenza agli dei e ne deriva una punizione; mordere il frutto proibito della conoscenza del bene e del male introduce il lavoro, la fatica, la morte. Ma anche un uso presuntuoso e malvagio del sapere conduce l’uomo alla rovina.
Così è anche per l’astrologia che, secondo il Libro di Enoch, è stata insegnata agli uomini dagli angeli caduti: “Ora, quando i figli degli uomini si furono moltiplicati, nacquero loro in quei giorni delle figlie belle e graziose; e gli angeli, figli dei cieli, le videro e le desiderarono e dissero fra loro: ‘Andiamo, scegliamoci delle mogli tra le figlie degli uomini e generiamo con loro dei figli'”. Così avviene; gli angeli si accostano alle donne, insegnano loro fascinazioni e incantesimi, la conoscenza delle piante; le fecondano e nascono terribili giganti che divorano uomini e frutti della terra. E gli angeli rivelano altra conoscenze. “… Azazel insegnò agli uomini a fabbricare spade e pugnali, scudi e corazze, e mostrò loro i metalli e l’arte di lavorarli per farne braccialetti e ornamenti, e l’arte di tingersi le palpebre con antimonio, e le pietre più belle e preziose e tutte le tinture colorate… L’empietà fu grande e generale; essi fornicarono, peccarono e furono corrotti in ogni modo. Amiziras insegnò incantesimi e il taglio delle radici; Armaros insegnò a sciogliere gli incantesimi, Baraquiel l’astrologia, Kokabiel i sogni, Tamiel l’aspetto delle stelle, e Asdariel il corso della Luna”.
L’astrologia, quindi, viene offerta all’uomo da Baraquiel (o Barachiel o Baraquijal), il cui nome significa “forza di Dio” ma anche “benedizione di Dio”; Tamiel, “perfezione di Dio”, insegna a interpretare l’aspetto delle stelle; Asdariel (corruzione di Sahariel) rivela il senso del moti lunari. Quanto ai segni insegnati da Kokabiel, “stella di Dio”, è dubbio se si tratti dei segni zodiacali o no. Resta il fatto, in ogni caso, che l’astrologia, la conoscenza delle stelle, è compresa in un insieme di “scienze”, suggerite dagli angeli caduti, che portano l’uomo alla perdizione e alla rovina.
Ma che succede dopo il castigo divino del grande diluvio? Ce lo dice un mito sumero, poi ripreso da babilonesi e assiri. “Nel primo anno dopo il diluvio, usciva dal mare eritreo, dove esso confina con la Babilonia, un “animale” dotato di ragione che aveva nome Oannes. Aveva tutto il corpo di pesce e al di sotto della testa di pesce un’altra testa, d’uomo; e piedi similmente d’uomo sporgevano dalla sua coda di pesce; e aveva voce umana… Questo mostro passava il giorno in mezzo agli uomini, senza prendere cibo, e insegna loro la conoscenza della scrittura, delle scienze e delle arti d’ogni genere, la fondazione delle città, la costruzione dei templi, l’istituzione delle leggi, la misurazione dei terreni, la semina e la raccolta delle messi; in una parola, tutto ciò che serviva per rendere comoda e civile la vita. Tanto che in seguito non si seppe inventare nulla di meglio. Dopo il tramonto del sole Oannes si rituffava nel mare per trascorrervi la notte, giacché era anfibio… Oannes mise poi per iscritto notizie sulle origini e sulla fondazione dello stato, e consegnò quella trattazione agli uomini”. Questo è quanto narra Beroso, sacerdote di Babel, nelle sue Storie babilonesi, dedicate ad Antioco I di Siria, verso il 280 a.C. Quello stesso Beroso cui si attribuisce la fondazione di una scuola astrologica nell’isola di Cos, in Grecia. Ora, nel racconto si dice che Oannes insegna molte cose, ma non si parla esplicitamente dell’astrologia. Tuttavia Jacques Sadoul, nel suo Enigm dello Zodiaco, sembra suggerire che anche l’arte di leggere nel cielo sia stata tra quelle rivelate dal misterioso uomo-pesce, identificato dagli studiosi con Ea (o Enki), dio delle Acque.
A questo punto è da ricordare un fatto strano. Saltiamo in Africa, in Mali, dove troviamo il popolo dei Dogon. Ebbene, costoro possiedono sorprendenti conoscenze astronomiche. Essi, infatti, sanno dell’esistenza di Sirio B, una piccola stella orbitante intorno a Sirio e del tutto invisibile a occhio nudo. E si noti che gli astronomi occidentali, fino alla metà del XIX secolo, non sospettavano l’esistemza di questa stellina, che fu fotografata solo nel 1970. Come fanno i Dogon a sapere che Sirio è una stella doppia? A quanto essi stessi dicono, queste conoscenze sono state loro trasmesse dagli abitanti di un pianeta che ruota attorno a Sirio B, sbarcati sulla Terra, E queste creature, che i Dogon chiamano Nommo, erano a forma di pesce e dovevano vivere nell’acqua perché anfibie… Così ha narrato l’etnologo Marcel Griaule, che è vissuto con i Dogon per un trentennio. Non manca, peraltro chi sostiene che le conoscenze astronomiche in questione siano state apprese dai Dogon, perché influenzati da un gruppo di astronomi che nel 1893 si era recato in Mali per assistere ad una eclissi di sole. Chissa? Certo, lascia perplessi la somiglianza tra i Nommo e Oannes e, sulla base delle ricordate leggende, l’astrologia sarebbe giunta agli uomini da esseri provenienti dalle stelle.