A scatenare l’ennesima reazione sulla nuova geografia giudiziaria è stato il comunicato del ministero della Giustizia con il quale si autorizza la “non chiusura” per due anni di 8 sedi per smaltire l’arretrato.
Questo il testo di via Arenula:
“Il Ministro della Giustizia, con decreto ministeriale, in applicazione dell’art. 8 del d.lgs. n. 155 del 2012, ha ritenuto di autorizzare – per un periodo di due anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 2012 n. 15 – la trattazione dei procedimenti civili ordinari e delle controversie in materia di lavoro, di previdenza e assistenza obbligatoria pendenti alla data del 13 settembre 2013 presso un numero limitato di sedi soppresse nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria.
L’intervento riguarda i Tribunali soppressi di maggiore dimensione per popolazione amministrata o per indice delle sopravvenienze ed è diretto a evitare che le procedure di accorpamento possano ritardare la definizione dei predetti procedimenti civili.
La selezione è stata effettuata con riferimento alle sedi soppresse caratterizzate alternativamente:
a) da un numero di abitanti superiore a 180.000 unità, corrispondenti alla metà della media nazionale dei tribunali provinciali assunta quale parametro di riferimento nell’attuazione della sopra richiamata legge delega realizzata con il decreto legislativo n. 155/2012;
b) da una sopravvenienza media annuale di 6.874 affari complessivi, corrispondente alla media delle sopravvenienze dei tribunali con popolazione superiore a 180.000 abitanti.
In relazione al primo parametro sono stati individuati i tribunali di Alba, Bassano del Grappa, Pinerolo e Vigevano; con riferimento al parametro della domanda di giustizia, sono stati individuati i Tribunali di Chiavari, Lucera, Rossano e Sanremo. Inoltre presso il Tribunale di Rossano si svolgeranno anche i dibattimenti penali relativi ai procedimenti pendenti alla data del 13 settembre 2013.
Pertanto, la riforma entrerà in vigore il prossimo 14 settembre, senza alcun ripristino di Tribunali soppressi, ma consentendo che i soli processi civili pendenti presso le sedi soppresse sopra indicate siano trattati in tali sedi, e ciò al fine di accelerare la loro definizione.”
Immediata la reazione del Consiglio nazionale forense:
“Con riguardo al Comunicato stampa pubblicato ieri sul sito del Ministero della Giustizia, il Consiglio Nazionale Forense rileva che il testo ignora gli Ordini forensi.
Infatti, i contenuti annunciati di un decreto ministeriale di cui non è ancora stato diffuso il testo, sembrano aver riguardo alla sola “autorizzazione- per un periodo di due anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 2012 n. 15- della trattazione dei procedimenti civili ordinari e delle controversie in materia di lavoro, di previdenza e assistenza obbligatoria pendenti alla data del 13 settembre 2013 presso un numero limitato di sedi soppresse nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria”. E fanno riferimento ad una “selezione” delle sedi sulla base di criteri indicati nel documento.
Il Consiglio Nazionale Forense, preso atto di quanto sopra, si è riunito ieri in seduta amministrativa straordinaria ed ha assunto una delibera per confermare l’interpretazione del decreto legislativo n. 155/2012 già espressa nel parere dell’Ufficio studi inviato al Ministro della Giustizia e agli Ordini forensi il 22 luglio scorso; interpretazione ribadita sia al Ministero della Giustizia che in ogni altra sede istituzionale con fermezza.
Ossia che, in mancanza di una espressa disposizione di legge concernente la sorte degli Ordini che hanno sede presso i tribunali soppressi, e di una disciplina dei rapporti di cui essi sono titolari, è inverosimile pensare che alla soppressione dei tribunali possa conseguire automaticamente quella degli Ordini forensi.
Ne consegue che tutti gli Ordini oggi esistenti conservano le loro prerogative, dovendo perciò continuare a svolgere i loro compiti istituzionali.
Nella lettera di accompagnamento della delibera ai presidenti degli Ordini, delle Unioni regionali, della Cassa forense, dell’Oua e delle Associazioni riconosciute dal Congresso, il presidente Alpa ha convocato una riunione con tutte le componenti venerdì 13 settembre alle ore 10 presso la propria sede amministrativa in Roma in via del Governo Vecchio, 3 nella quale saranno affrontate le questioni aperte della geografia giudiziaria, dei parametri e delle società tra avvocati.”
Intanto l’Organismo unitario dell’avvocatura informa che dal Tar di Bari arriva un ulteriore colpo al provvedimento di taglio degli uffici giudiziari perché è stata accolta la sospensiva per la chiusura della sede distaccata di Cerignola.
“L’Oua valuta positivamente l’accoglimento della sospensiva a seguito del ricorso (n. 1137/2013) presentato al TAR Bari dal Comune di Cerignola (più 10) contro Ministero della Giustizia per la chiusura della locale sede distaccata.
Per Nicola Marino, presidente Oua è”un intervento giusto a tutela del buon funzionamento del sistema giustizia a Cerignola. Un tassello in piu’ di una situazione caotica diffusa in tutto il Paese. Il Ministro Cancellieri ritorni sui suoi passi. Insistere e’ un assurdo”.