Tutti appesi, governo compreso, al discorso che l’ex premier pronuncerà a Palazzo Madama prima del voto in Giunta per le elezioni. Nel frattempo si cerca di pensare ad altro… e allora vi proponiamo alcuni dossier, senza trascurare la giunta per le autorizzazioni di Montecitorio che potrebbe riservare altre sorprese
SENATO
AULA
Media Civici da non confondere con i Social. Quindi non si tratta di Facebook, ma di piattaforme web pensate da subito, dalla fase di progettazione, per promuovere la partecipazione civica. In allegato lo studio per chi volesse sollazzarsi. Sempre in allegato le statistiche relative all’attività legislativa del Senato dal 15 marzo 2013 al’8 agosto 2013.
I disegni di legge presentati a Palazzo Madama sono stati 1003, i progetti approvati e trasmessi alla Camera sono stati 14, in tutto le approvazioni da parte dell’Assemblea sono state 21 (comprese le doppie letture) con 8 progetti assorbiti e 15 ritirati.
Le leggi approvate sono state in tutto 15, di cui 7 di natura ordinaria e 8 di conversione di decreti legge. Di questi comunque 2 soli erano di iniziativa parlamentare mentre 13 di origine governativa.
Per quanto riguarda i progetti di legge approvati da Palazzo Madama (sia quelli in via definitiva che quelli trasmessi all’altro ramo del Parlamento) su 18 Ddl, 9 erano “eredità” del governo Monti 7 del governo Letta e 2 di origine parlamentare.
Decreto del fare: gli adempimenti che servono per la piena attuazione, in allegato il riassunto elaborato dal servizio studi del Senato. Attenzione perché, ad esempio, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione occorre istituire un tavolo tecnico presso il ministero degli Affari regionali con tutte le autorità di gestione dei programmi operativi regionali e nazionali con le rappresentanze dei Comuni per l’istruttoria di tutti gli adempimenti necessari per l’ammissione al finanziamento degli interventi.
GIUNTE
Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio: in attesa di settembre, lo scorso 8 agosto si è consumato il voto sulla costituzione in giudizio della Camera dei Deputati sulla questione Di Pietro-Berlusconi (ordinanza 151 del 2013). Una maggioranza formata da Pd, Sel e Movimento 5 Stelle ha detto no alla costituzione in giudizio della Camera nell’ambito del conflitto di attribuzione sollevato dal giudice di pace di Viterbo nell’ambito del procedimento per diffamazione tra l’allora deputato Di Pietro e Berlusconi.
La vicenda nacque dalla querela per diffamazione presentata da Di Pietro dopo che l’ex premier parlando a Viterbo durante la campagna elettorale per le amministrative del 2008, mise in dubbio il titolo di studio dell’ex magistrato. Durante la precedente legislatura (vedi alla voce maggioranze a favore) la Camera dei deputati aveva dichiarato insindacabili le dichiarazioni di Berlusconi e il giudice di pace di Viterbo emise una sentenza di non punibilità.
Decisione che però fu impugnata dalla Procura di Viterbo davanti alla Cassazione, che annullò con rinvio. A quel punto il giudice di pace sollevò conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale con la richiesta di chiarire chi, tra la Camera che aveva negato il processo a Berlusconi e la Cassazione, che aveva disposto nuovo giudizio, avesse ragione.
Il 5 settembre l’ultima parola spetterà all’ufficio di Presidenza della Camera. Se dovesse confermare la decisione di non costituirsi in giudizio, per Berlusconi potrebbe prospettarsi un procedimento davanti al giudice di pace di Viterbo.
Sarà un settembre più rovente di agosto?
Senato, attività legislativa marzo-agosto 2013
Decreto del “fare”: le cose da fare
I media civici in ambito parlamentare