PORDENONE. Sembrava perduto dal 1971, ma il film inedito Too Much Johnson (Troppi Johnson) di Orson Welles è stato ritrovato dal cineclub Cinemazero di Pordenone e sarà presentato in anteprima mondiale il 9 ottobre in occasione delle Giornate del cinema muto in programma al Teatro Comunale Giuseppe Verdi dal 5 al 12.

La prima pellicola di Welles è un esperimento cinematografico del 1938 concepito in tre parti come prologo e raccordo agli atti dell’omonima pièce teatrale – una farsa di William Gillette del 1894 – che il talentuoso regista stava per mettere in scena a Broadway con la sua compagnia, la Mercury Theatre. Al film prendono parte molti attori del gruppo come il fedele Joseph Cotton, Arlene Francis e Virginia Nicholson, l’allora moglie di Welles. L’andamento del film – muto – è ispirato alle comiche di Mack Sennet e di Harold Lloyd. Il progetto però naufragò ben presto. Lo spettacolo andò in scena (con scarso successo di critica e di pubblico) senza parti filmate e la pellicola fu considerata perduta nell’incendio che divampò nel 1971 nella casa di Madrid di Welles.
welles 2La pellicola era all’interno di una delle scatole che una ditta di trasporti locale voleva eliminare ed è stato solo per caso che un ragazzo di Pordenone, Mario Catto, del cineclub Cinemazero, si è accorto di ciò che aveva tra le mani. La pellicola è stata poi restaurata dalla George Eastman House di Rochester (Usa) con il contributo di 35 mila dollari della National Film Preservation Foundation. Quando gira Too Much Johnson, Orson Welles ha 23 anni, ma è già un famoso regista teatrale e autore radiofonico. L’importanza del ritrovamento, oltre a riempire un tassello vuoto della filmografia di uno dei maggiori maestri del cinema, sta nell’individuare già in questo film il genio visivo di un regista che solo tre anni dopo esploderà con Citizen Kane (Quarto Potere), che molte classifiche da decenni continuano a ritenere il più bel film della storia del cinema.
«Le immagini – scrive Dave Kehr nell’articolo apparso sul New York Times – sono inconfondibilmente dell’autore di Quarto Potere, con forti composizioni dal taglio radente, diagonali potenti e l’uso insistente quanto ironico di angolazioni eroiche».
Non è la prima volta che un lavoro di Orson Welles che si riteneva perduto è ritornato alla luce. Nel marzo 1982 negli archivi della Paramount vengono casualmente trovate 249 scatole di negativo che riportano la scritta Bonito or It’s Ari True. Si tratta delle riprese del film incompiuto di Orson Welles, che, mai stampate, giacciono ignorate da quarant’anni. Pochi mesi dopo vengono alla luce altre bobine – 66 in tutto – e inizia così l’operazione di recupero del film, i cui esiti provvisori vengono riportati da Bill Krohn sui Cahiers du Cinéma nel settembre 1985. L’articolo comprende un rendiconto completo delle opere incompiute di Welles (una per ogni decennio: It’s All True per gli anni Quaranta, Don Quixote per i Cinquanta, The Deep per i Sessanta e The Other Side of the Wind per i Settanta), di quelle disperse e anche di quelle almeno parzialmente salvate.

Di Golem

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