“Le parole pronunciate dal Ministro Cancellieri all’indirizzo degli avvocati durante la protesta dell’ avvocatura napoletana sono inaccettabili.
Stia certa il ministro che gli avvocati italiani a ‘togliersi dai piedi’ non ci pensano minimamente, ma anzi continueranno a far valere con sempre maggiore convinzione le ragioni della categoria, che in larghissima misura coincidono con quelle dei cittadini e del loro diritto ad una giustizia equa ed accessibile.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense (ANF) Ester Perifano, che ha inviato una nota formale di protesta per quanto detto dal Ministro della Giustizia nell’ex palazzo di giustizia a Castel Capuano, nei confronti degli avvocati.
“La frase sprezzante pronunciata dal Ministro- continua Perifano – è la fotografia di una rappresentazione dell’avvocatura che una certa politica ha contribuito a creare, specie nel corso degli ultimi anni, ovvero di una casta del nostro Paese che protesta esclusivamente a proprio uso e consumo.
E’ con tutta evidenza una rappresentazione di comodo, il facile bersaglio di una politica che non sa, o non vuole, un confronto costruttivo e cerca di smantellare le garanzie che il sistema giudiziario offre al cittadino per far valere i propri diritti”.
“Ci auguriamo – conclude Perifano – che il ministro Cancellieri voglia dichiarare il proprio rincrescimento per le sue frasi alquanto infelici, e dimostri d’ora in poi maggiore serenità nell’esercizio della sua funzione”.

Secondo l’Associazione nazionale avvocati italiani, il Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha dato grande prova di sé come Ministro degli Interni, ma non può cambiare tono e carattere con le nuove responsabilità. “Determinazione e dialogo cortese ed educato con l’avvocatura – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – non possono non ispirare le sue iniziative per la riforma della Giustizia”.
Secondo l’Anai per dialogare efficacemente la Cancellieri non può affidare una plausibile riforma della giustizia a un decreto legge, qual è quello del “Fare”, che – senza preventivo confronto – ripristina la media conciliazione obbligatoria e stabilisce regole processuali demolitorie del diritto di difesa.
“L’Avvocatura ha buone ragioni e non è una lobby – ha continuato De Tilla – al contrario di altre realtà, come quei poteri forti della nostra economia, che muovono certe scelte discutibili in tema di giustizia.
Inoltre, la revisione della geografia giudiziaria fa acqua da tutte le parti. A parte le palesi ragioni di incostituzionalità, vengono demoliti uffici giudiziari essenziali ed efficienti e, in gran parte del Paese, le sedi accorpanti non sono idonee. Il che è stato rilevato dai TAR in ben undici provvedimenti di annullamento e di sospensione. Si impone lo slittamento ad un anno insieme ad alcune importanti correzioni della normativa”. 
Secondo il presidente Anai, “non è infatti ragionevole attuare subito la revisione delle circoscrizioni e demolire gli uffici giudiziari, e successivamente modificare e ripristinare uffici soppressi, dopo l’accertamento postumo del ‘malfatto’.
Procedendo con caparbietà (che non è saggia determinazione) si rischia di ‘fare male’ senza alcun effetto utile per assicurare ai cittadini un’adeguata resa giudiziaria”.
Per questi motivi L’ANAI invita il Ministro Cancellieri a fare un passo indietro ed aprire un confronto costruttivo con l’Avvocatura.
Intanto, l’ANAI aderisce all’astensione proclamata dall’OUA dall’8 al 16 luglio.

Di Golem

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