Quindici anni non sono bastati per realizzare gli ascensori di risalita al castello di Gorizia, definiti da molti un’opera inutile, devastante e scandalosa, e di cui ancora non si hanno certezze sulla conclusione dei lavori e i costi di gestione. Di certo c’è che i costi di realizzazione sono raddoppiati, da 2 a 4 milioni di euro, così come le critiche riguardo la mancata trasparenza e la confusione con cui si starebbero portando avanti i lavori.
Il castello di Gorizia è il cuore antico della città. Situato sull’altura che sovrasta la città, offre una spettacolare vista panoramica di tutto il territorio circostante. Fu il primo Conte di Gorizia, Marquardo III di Eppenstein, a far costruire un primitivo maniero che ben presto divenne un’importante roccaforte, centro delle attività amministrative e giuridiche della Contea. L’aspetto attuale non rispecchia esattamente quello originario, forse a tre piani e cinto di mura, dal momento che dell’antico mastio rimangono solo alcuni lacerti murari interpretabili come resti di fondamenta. Il castello di Gorizia, citato per la prima volta in un documento del 1202, fu sempre la residenza dei Conti di Gorizia fino all’ultimo erede, Leonardo, con il quale la dinastia si estinse. Nel 1508 passò ai Veneziani i quali, al fine di adeguarlo ai nuovi metodi guerreschi del tempo, innalzarono nuove cinte murarie composte da bastioni e da torrioni, e ne rifecero l’interno rendendolo più gradevole. Nel 1509 il castello ritornò tra i possedimenti della corona d’Austria fino al 1813, quando passò in mano francese per essere trasformato in caserma. Già l’anno seguente, con il Trattato di Parigi, ritornava ad essere possedimento austriaco. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, a seguito dei bombardamenti subiti, del castello rimaneva solo un cumulo di macerie. La ricostruzione iniziò durante il periodo fascista (1930) ma dei tre piani originari ne furono ricostruiti solo due. Nel 1943 il castello di Gorizia fu occupato dalle truppe germaniche e parte del suo giardino utilizzato per le fucilazioni. Attualmente ospita il Museo del Medioevo Goriziano con fedeli riproduzioni di armi bianche, macchine d’assedio a grandezza naturale (come catapulta, trabucco, tronfia e trapano), la Sala della Musica medievale e la ricca Sala Didattica. Il castello si raggiunge attraverso la Porta Leopoldina, costruita nel 1660 in onore della visita dell’imperatore Leopoldo d’Asburgo.
Risalita? No, discesa libera
Il castello di Gorizia è oggi al centro di una polemica riguardante la costruzione degli ascensori che formeranno l’impianto di risalita al monumento, un lavoro che rientra in un ampio progetto di riqualificazione dell’area risalente a circa 15 anni fa e finanziato dalla Regione in occasione del Millenario della fondazione della città (2001). A fare infuriare il sindaco Ettore Romoli sono state le dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Cingolani, capogruppo cittadino del Pd, che ai giornali ha definito l’opera “inutile perché al castello si arriva già comodamente e addirittura devastante dal punto di vista ambientale e paesaggistico, uno scandaloso spreco da 9 milioni e mezzo di euro”. Romoli si è subito difeso dicendo che la “realizzazione degli ascensori costerà meno di 4 milioni di euro. Di questi nemmeno un euro graverà sul bilancio comunale perché si tratta di stanziamenti già reperiti e destinati a quest’opera”. Ha aggiunto che non si tratta di un’opera di grande utilità perché sarà alla base del rilancio del castello e del suo borgo. Per quanto riguarda i costi di gestione, altro punto dibattuto e che a dicembre aveva stimato nella “cifra non gigantesca di 60/80mila euro”, ha intenzione di chiedere alla Regione di inserirli nell’appalto del servizio pubblico. I 4 milioni, secondo il sindaco, sono comprensivi degli aumenti derivanti dalle varianti progettuali dovute ai rinvenimenti archeologici e alle normative sopraggiunte in corso d’opera. L’errore sarebbe quindi tutto di Cingolani che “nonostante abbia passato intere mattinate ad interrogare i funzionari comunali, ha sbagliato cifre e conti, confondendo i costi globali dell’intervento (comprendente la riqualificazione di piazza Vittoria, della galleria Bombi e la scalinata fino al Bastione fiorito) con quelli dell’ascensore. La ricerca della verità non è uno degli obiettivi del capo del Pd, interessato solo ad attaccare il sindaco e ad accrescere il divario fra cittadini e istituzioni”. La risposta di Cingolani non si è fatta attendere. Ha accusato Remoli di nascondere volutamente dati e costi reali dell’opera perché questi indicano la sua inadeguatezza come amministratore. Ribadisce che “si tratta di un intervento unitario, comprensivo della costruzione degli ascensori e della riqualificazione di piazza Vittoria, del costo di 9 milioni e mezzo di euro”. Rende noto che dal verbale del consiglio comunale del 1 dicembre 2010 risulta che l’allora consigliera Di Gianantonio aveva prospettato che i costi per gli ascensori sarebbero stati superiori ai 4 milioni, mentre Romoli non solo aveva assicurato che non ne sarebbero stati spesi più di 2 milioni e mezzo ma aveva anche promesso di finire l’opera in 18 mesi. Oggi i lavori sono ancora lontani dall’essere conclusi e il sindaco è passato da una stima di 2,5 milioni ad una di 4, “iniziando così a concedere qualche barlume di verità”. Ma come si arriva a 9 milioni e mezzo di euro, cifra che in questo periodo di crisi fa rabbrividire? Cingolani spiega che “com’è stato stabilito nell’ultima finanziaria regionale, per le prescrizioni della Soprintendenza dovute al ritrovamento di un muro antico e a causa di altre varianti al progetto iniziale, tra cui l’adeguamento alle norme antisismiche, ben 950mila euro, che in un primo momento erano stati concessi dalla Regione per l’acquisto della cabine degli ascensori, hanno cambiato destinazione e saranno utilizzati per i nuovi lavori rivelatisi necessari. L’ulteriore importo va a sommarsi ai 7 milioni e 666mila euro già preventivati per l’opera: si raggiunge così la cifra di 8 milioni e 616mila euro. A questi andranno ancora aggiunti i soldi per acquistare le cabine degli ascensori, per i quali l’importo previsto, 950mila euro, dovrebbe essere presumibilmente confermato. La somma complessiva supererà quindi i 9 milioni e mezzo di euro”. Nello specifico la costruzione degli ascensori, che Cingolani ribadisce gravare economicamente sui cittadini, comporta spese tecniche, prevede espropri (223 mila euro) e bonifica dagli ordigni bellici (70 mila euro) a cui vanno aggiunti i costi di dirigenti e tecnici impegnati da ormai troppi anni nella realizzazione di quest’opera. Quindi i soli ascensori avranno un costo di 4 milioni e mezzo di euro. “Eppure il sindaco” prosegue Cingolani “avrebbe potuto utilizzare tutti questi soldi per riqualificare vie e piazze del centro storico invece che per costruire l’ascensore, grazie ad un articolo della finanziaria regionale del 2005, che autorizzava a ridefinire i termini del finanziamento concesso per il millenario di Gorizia”. Invece Romoli, nell’aprile dello scorso anno, in piena campagna elettorale, dichiarò di non essere stato al corrente di questa possibilità. Negli ultimi giorni della campagna elettorale, messo alle strette dal Cingolani, Romoli annunciò l’attivazione di un arbitrato, formato da tre membri nominati da Legambiente e dal Comune, per stabilire definitivamente di chi fossero le responsabilità per la scelta di costruire l’ascensore. A più di un anno di distanza, dell’arbitrato non c’è traccia mentre i costi dell’opera continuano impietosamente a lievitare. Per quanto riguarda l’impatto ambientale, già nel 2011 il Comitato contro l’Ascensore al Castello di Gorizia (CO.AS.GO.) aveva reso noto che, in seguito della segnalazione fatta da Legambiente al Servizio Valutazione Impatto Ambientale delle Regione, risultava che il progetto dell’accesso diretto al Castello tramite funicolare doveva essere soggetto a un’autorizzazione proprio per verificare eventuali ricadute ambientali.
Costi e benefici: segreti comunali
Notizia di pochi giorni fa è invece la soluzione che il Comune ha proposto alla Soprintendenza per ovviare al ritrovamento delle “antiche preesistenze murarie”, probabilmente facenti parte della cinta originaria del castello, rinvenute durante i lavori di costruzione degli ascensori e subito vincolate dalla Soprintendenza. Ovviamente la scoperta ritenuta “di notevole interesse e valenza storico-archeologica” ha comportato il blocco dei lavori. Durante il confronto sull’impianto organizzato dal Movimento 5 stelle, Romoli ha proposto la costruzione di “un ascensore sotterraneo, invisibile dall’esterno e quindi di minor impatto ambientale, che si collegherebbe alla funicolare in partenza da piazza Vittoria per sfociare in una rampa distante pochi metri dal Castello: in linea teorica ciò potrebbe rendere superflua l’installazione della seconda e ultima cabina, se non fosse per il problema del superamento delle barriere architettoniche. Se il nuovo progetto andasse in porto, il viaggio inaugurale sull’impianto di risalita potrebbe avvenire nella primavera del 2014”. Nel caso in cui la Soprintendenza fosse favorevole, sarà necessaria la stesura di un nuovo progetto. Intanto, coloro che sono contrari all’opera fanno notare che ad oggi manca ancora il “dettagliato report su costi e benefici”. Romoli, a fine maggio, aveva promesso di presentarlo a breve.
(16./ Continua. Le precedenti puntate sono leggibili megli articoli correlati)