“L’avvocatura ha il compito di custodire i diritti, fuori e dentro il processo, nelle carceri. Il sistema è diventato iniquo; costi eccessivi e limiti all’accesso possono essere rimossi. Gli avvocati sono disponibili al dialogo e alla cooperazione con il ministero della Giustizia e con le istituzioni per soluzioni condivise ed efficienti”.
Occorre restituire equità al sistema giustizia, perché “non si tratta di una fabbrica che lavora in catena di montaggio con prodotti da imballare e rifiuti da smaltire”.
L’Avvocatura sente la sua responsabilità sociale ed è pronta a “collaborare nel dialogo e nella cooperazione con il Ministero della giustizia, con il CSM con le altre Istituzioni, per individuare soluzioni condivise ed efficienti. Consegneremo al Ministro della giustizia un pacchetto di proposte concrete”.
Al contrario occorre abbandonare la strada dell’aumento dei costi di accesso, della mediazione obbligatoria, della soppressione dei cosiddetti tribunalini, senza l’analisi ponderata tra risparmi e costi (economici-sociali-giudiziari) attuata sede per sede.
Il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, ha tenuto oggi la relazione inaugurale dell’anno giudiziario forense presso la sede istituzionale, via Arenula, sede del ministero della giustizia.
E’ intervenuto il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e le massime autorità giudiziarie.
Nell’occasione, il presidente ha consegnato al Ministro il libro, appena edito, “L’Avvocatura istituzionale-Documenti, Discorsi, Rievocazioni dei Presidenti del Consiglio nazionale forense-1926-2004 (2013 Antezza) a cura di Guido Alpa e Francesca Mesiti.
RIFORMA FORENSE
. Nell’anno appena passato, ha rilevato Alpa, l’Avvocatura ha vissuto una svolta epocale grazie alla riforma del proprio ordinamento professionale, realizzata con una legge ordinaria e speciale che ha potuto garantirne l’indipendenza e l’autonomia; “principi consacrati dallo stato di diritto”, in considerazione della funzione essenziale che essa detiene: quella della difesa dei diritti dei cittadini”. “Carattere di specialità dell’Avvocatura che è stato sottolineato anche dal Presidente della Repubblica nel telegramma che ha voluto inviare”, ha riferito il presidente del CNF.
In questo primo semestre, il CNF ha atteso all’approvazione dei primi regolamenti attuativi per perseguire innanzitutto gli interessi pubblici generali ( p.e. il regolamento sullo sportello del cittadino, destinato a fornire in ogni sede di tribunale un servizio gratuito di informazione su accesso alla giustizia e prestazioni professionali). Sono in fase di ultimazione il regolamento per l’istituzione dell’ Osservatorio permanente sull’ esercizio della giurisdizione, i regolamenti sulle scuole forensi e sulla Scuola per il patrocinio dinanzi alle corti superiori, il regolamento sugli organismi di disciplina, e la revisione del codice deontologico. “Siamo disponibili a collaborare con il Ministero della Giustizia per la redazione dei regolamenti di competenza dell’ Esecutivo, concernenti materie molto rilevanti quali la specializzazione, il tirocinio, la cooperazione con le Università” ha riferito Alpa. Che al ministro della giustizia ha rivolto l’invito a procedere celermente nel varo del nuovo decreto Parametri sulla base della legge forense, la cui proposta è stata inviata dal CNF al ministero lo scorso 24 maggio, per garantire trasparenza e ristabilire equità e giustizia anche nei compensi degli avvocati.
Invito che il Ministro Cancellieri ha accolto comprendendone “la rilevanza”. “I numeri dei giovani che si presentano all’esame di abilitazione sono diminuiti di 1/6 (25.mila quest’anno contro le media di 30.mila); anche questo è segno di una crisi che ha colpito duramente anche l’avvocatura”, ha detto Alpa.
ARRETRATO GIUDIZIARIO
. L’Avvocatura sta affinando proposte, consapevole della necessità di porre rimedio a una situazione “intollerabile e faticosa per gli stessi avvocati”.
Ma è contraria “a rimedi a impatto mediatico, privi di consistente efficacia”. Si invece al dialogo e alla cooperazione.
Per Alpa alcune misure sono possibili immediatamente: piena attuazione del processo telematico, trasferimento delle best practices, ufficio del giudice.
E’ improprio parlare di “smaltimento”, sottolinea la relazione, perché i diritti non sono merce.
Per “portare a compimento” i processi che si sono accumulati negli anni-dal 2008 il numero dei procedimenti non è aumentato- occorre pensare a “misure costituzionalmente legittime”.
MEDIAZIONE.
“Vorrei essere chiaro e netto. L’Avvocatura non è avversa alla conciliazione. La prevenzione delle liti è ormai una prassi usuale nella difesa degli interessi dei clienti; l’avvocato è naturalmente propenso a una soluzione conflittuale con la controparte”.
Ma, ha sottolinea Alpa , l’ “obbligatorietà è una barriera all’accesso alla giustizia, è una fase pregiudiziale costosa e non ha sortito gli effetti sperati. Maggiori costi e filtri alla giustizia non possono considerarsi conformi alla Costituzione”.
( secondo i dati del Ministero della giustizia, rielaborati dal CNF, nel periodo marzo 2011-dicembre 2012, su 192.739 mediazione definitive, solo l’11,85% si è conclusa con un accordo (22.854); l’82,45% ( 158.907) sono fallite, di cui la stragrande maggioranza per mancata comparizione iniziale della parte (67%, pari a 29.713, ndr).
Citando una recente direttiva comunitaria pubblicata in Gazzetta Ufficiale della Comunità europea il 18 giugno scorso,il presidente ha evidenziato che le norme comunitarie escludono mediazioni che siano filtro o ostacolo per l’accesso al giudice.
“Occorrerà dunque lavorare in questi mesi per riformulare il testo proposto dal governo con il “decreto del fare” per individuare un sistema appropriato di riforma della giustizia”, ha indicato il presidente CNF.

Per quanto riguarda le ADR (soluzioni alternative alle controversie), ha detto Alpa rivolgendosi al ministro, la proposta dell’Avvocatura è già scritta, e può essere realizzata dai Consigli dell’Ordine: le legge forense n. 247/2012 ha previsto la istituzione di Camere arbitrali e/o di Conciliazione presso gli Ordini forensi e tra le proposte di intervento normativo che il CNF presenterà al ministro guardasigilli nel corso dei prossimi incontri ci sarà la “traslatio iudicii”: alle parti si potrebbe concedere la possibilità di trasferire, a domanda congiunta, l’intero procedimento, così come celebrato fino al momento della domanda, dal giudice ordinario ad un arbitro, ad un collegio arbitrale o ad una camera arbitrale.
Il CNF proporrà ancora la negoziazione assistita, “sia per semplificare le formalità di conclusione di operazioni economiche o di accordi familiari, sia per dare efficacia ad accordi transattivi ottenuti sulla base della conciliazione volontaria”.
“Il presidente della Repubblica chiede un contributo costruttivo e il CNF ha già pronte una serie di proposte concrete per la migliore efficienza della giustizia, che consegneremo al ministro nell’incontro del 3 luglio”.
ACCESSO ALLA GIUSTIZIA/GEOGRAFIA GIUDIZIARIA. Due misure di riorganizzazione del sistema ledono gravemente l’accesso alla giustizia garantito dalla Costituzione, rileva Alpa: l’aumento sconsiderato delle spese di giustizia e la riforma delle circoscrizioni giudiziarie.
Il sistema è diventato “iniquo”. Le cosiddette leggi di stabilità hanno incrementato i costi del contributo unificato, in qualche caso li hanno quadruplicati. “Gli aspetti pecuniari sono una novità del nostro sistema”.
Altrettanto preoccupante è la riforma della geografia giudiziaria: “la cura si è rilevata peggiore del male, ispirata come è da criteri astretti. Noi non aderiamo a esigenze campanilistiche ma rileviamo una situazione critica e lacune che non si possono trascurare; per esempio la sorte dei Consigli degli Ordini presso i tribunali sopprimendi di cui la legge non si occupa. Le gravi conseguenze a cui darebbero luogo artificiosi accorpamenti sono aspetti tutti evidenziati dal CNF” e finora trascurati.
I DIRITTI E LA LORO SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
. La crisi economica attuale ha aggiunto al problema della “effettività dei diritti” quello della loro “sostenibilità economica”, come se fossero “un lusso che non ci si può permettere”; si è iniziato con i diritti del lavoro, dipendente e indipendente, si è proseguito con i diritti dei giovani, degli anziani, delle donne, per non parlare dei c.d. diritti delle generazioni future. “Ci sarà molto da fare nei prossimi anni per uscire da questo tunnel recessivo, per riconquistare i confini dei diritti perduti, dei diritti non scritti sulla carta ma dei diritti concreti, sperimentati, di cui si possa effettivamente godere. Ci sarà bisogno di un’Avvocatura più qualificata, più preparata, più rispettata” ha detto Alpa sottolineando che “l’ ’osservanza delle regole di aggiornamento professionale, l’attenzione con cui sono seguiti i congressi di aggiornamento, i seminari, le lezioni – ora trasmesse persino mediante il sistema e-learning – ci dànno la prova che gli avvocati italiani, ben consapevoli del ruolo sociale che rivestono, non intendono abdicare alle loro funzioni e confermano oggi più che mai il loro sostegno al Paese in questa fase cruciale della nostra vita”.

Di Golem

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *