Il rapporto segnale che il 2012 per le costruzioni è stato l’anno più nero. Tutti i dati mostrano che la crisi in atto è la più intensa e la più lunga che ci sia mai stata nella storia del Paese.
La perdita del volume d’affari è doppia rispetto a quella registrata con la crisi degli anni ’90. Per gli investimenti, il 2013 segnerà il sesto anno consecutivo di caduta.
Una lunga fila di segni meno che portano il settore a perdere il 29% degli investimenti.
Nel corso della crisi sono fallite 11.177 imprese di costruzione, su un totale di circa 48.500 aziende chiuse di tutti i settori economici in Italia (circa il 23% dei fallimenti).
Muore l’edilizia, muore la filiera. Si arena la produzione di cemento: nel 2012 le quantità consegnate sono diminuite del 22,6%. Stessa sorte per il legno: il mercato dell’edilizia-arredo ha visto, infatti, crollare il proprio fatturato del 19%. 
A questo si aggiunge la crisi nera delle compravendite di abitazioni che si sono praticamente, -49%, calcola l’associazione dei costruttori Ance, ”riportandosi ai livelli di meta’ anni ’80, con una caduta vertiginosa solo nel 2012 di circa il 26%”. ”Perche’? Le banche hanno smesso di concedere mutui alle famiglie”. Poi, ”troppe tasse sulla casa”. 
In sei anni, emerge dall’osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance, è del 58% il calo dei mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni. Mentre sul fronte del fisco, ”sono 9 le voci di tassazione che gravano sugli immobili in Italia per possesso, vendita o locazione” E ”con l’Imu le imposte sugli immobili sono aumentate di 12 miliardi. L’Italia ha quindi raggiunto il Regno Unito in cima alla classifica dei Paesi con la piu’ alta tassazione sulla casa”. L’Imu, poi, ”a differenza dell’Ici ha reso non conveniente l’affitto a canone concordato”.

Di Golem

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