Ieri il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha incontrato una delegazione dell’Organismo unitario dell’avvocatura, insieme alle istituzioni e alle associazioni forensi.

L’Oua, rappresentata dal Presidente Nicola Marino e dal segretario Paolo Maldari, ha presentato un dossier di proposte per la riforma della macchina giudiziaria e sulla professione forense. L’Oua ha anche ricordato al Guardasigilli che sono previste due giornate nazionali di astensione dalle udienze (a partire da domani) e la convocazione di una manifestazione nazionale a Roma il 30 maggio, che si terrà all’Hotel Ergife dalle ore 10, e che sarà anche l’occasione per un incontro con le forze politiche e con i rappresentanti del Governo.  
Alla fine della riunione, il presidente dell’Oua, ha definito il confronto come un importante punto di partenza: «Una giornata interlocutoria e positiva, anche se su alcune questioni (geografia giudiziaria) si insiste nella direzione sbagliata: il primo obiettivo è quello di superare i gravi problemi che colpiscono la giustizia, riannodando il filo di un dialogo interrotto da troppi anni, sacrificato sull’altare di contrapposizioni sterili che hanno portato all’immobilismo da un lato, e a politiche emergenzialiste e sbagliate dall’altro. Questa situazione ha danneggiato avvocati e magistrati, il sistema stesso, ma soprattutto i cittadini, le imprese e i diritti costituzionali. Il Ministro ha preso in considerazione sia le ragioni delle nostre prossime proteste, sia la nostra volontà di proposta e dialogo. Innanzitutto al nuovo Guardasigilli abbiamo chiesto di intervenire su due grandi nodi: geografia giudiziaria e parametri e, quindi, l’abbiamo invitata alla manifestazione dell’avvocatura del 30 maggio a Roma».
«Abbiamo avanzato spunti concreti di riflessione per una modernizzazione della macchina giudiziaria – continua Marino – a partire dalla disponibilità ad affrontare il grave problema dell’enorme arretrato nel civile, ma anche per una riorganizzazione degli uffici e dei tribunali per evitare che, poi, si ripropongano nel prossimo futuro le stesse disfunzioni. Si deve puntare, per citare alcuni esempi, sull’autogestione delle risorse, sul processo telematico, sull’innovazione tecnologica, sulla diffusione di logiche manageriali e delle best practice, sulla riforma della magistratura onoraria e sull’implementazione di strumenti nuovi di risoluzione delle controversie (arbitrati, negoziazione assistita, mediazione volontaria…ecc). Evitando, così, di decapitare la giustizia di prossimità, come prevede l’attuale provvedimento di revisione che entrerà in vigore il prossimo settembre, sul quale, abbiamo chiesto una proroga visti gli evidenti profili di illegittimità all’esame della Consulta il prossimo 2 e 3 luglio (sono 19 i rinvii fino ad ora, ma il numero aumento di giorno in giorno), ma anche una seria correzione, considerate le numerose incongruenze e gli evidenti danni sui territori interessati, a fronte di risibili risparmi, ma anche come auspica la Commissione Giustizia del Senato che si appresta ad approvare all’unanimità un ddl bipartisan in tal senso. Ma non basta: servono interventi urgenti per superare il buco nero dei Tribunali dei Minori, istituendo finalmente le sezioni specializzate e mettendo mano ai regolamenti attuativi della nuova riforma del settore, sui quali l’Oua può dare un forte contributo migliorativo».
«Sul problema dei compensi professionali – aggiunge – si auspica il via libera urgente del decreto correttivo concordato con tutte le componenti della categoria il novembre scorso e già pronto per essere licenziato, considerando che i parametri attualmente in vigore sono fortemente penalizzanti, soprattutto in considerazione della fortissima crisi. Su questo piano sono stati presentati dei dossier relativi alla nuova legge forense, affinché si modifichino alcuni aspetti come previsto da diverse mozioni votate al recente Congresso Forense di Bari: obbligo di assicurazione per responsabilità professionale, formazione, specializzazioni, e per l’accesso con l’introduzione del numero programmato».

Infine l’Oua ha ricordato al Ministro la manifestazione-incontro di Roma all’Ergife (dalle ore 10) del 30 maggio, alla quale hanno già aderito le massime istituzioni forensi, gli Ordini territoriali e le Associazioni, sottolineando che sono previsti oltre 1000 avvocati da tutta Italia, nonché rappresentanze di sindaci e dei cittadini.
“Sono molto soddisfatto dell’incontro e grato al Ministro Cancellieri per aver iniziato un confronto franco e costruttivo con l’Avvocatura – ha commentato il presidente della Cassa forense, Alberto Bagnoli – il Ministro ha assicurato un’intensa e stretta collaborazione per il futuro, richiamando soprattutto il recupero del valore dell’etica e la priorità della tutela del cittadino, principi cardine della nostra professione”.
“Abbiamo illustrato al Ministro la situazione di forte disagio in cui versano gli avvocati sottolineando il problema dell’iscrizione obbligatoria di tutti i professionisti alla previdenza forense, anche gli avvocati con redditi molto bassi – ha proseguito Bagnoli – per questo abbiamo chiesto al Ministero una sollecita approvazione del nuovo regolamento elettorale e del nuovo statuto così da dedicarci a tempo pieno ai problemi della categoria. Da parte nostra, abbiamo assicurato la disponibilità a collaborare con il Ministero su questioni di grande importanza come l’anticipo dei pagamenti dei compensi per le difese d’ufficio e gratuito patrocinio o gli investimenti finanziari nei settori del processo telematico, dell’edilizia giudiziaria e del piano carceri”.
“Apprezziamo l’iniziativa del Ministro Anna Maria Cancellieri di aver voluto incontrare unitariamente l’Avvocatura italiana, e ci auguriamo che il confronto diretto con tutte le rappresentanze (istituzionali, politiche, associative e sindacali) sia costante durante il proseguio della legislatura.”
Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, che ieri ha preso parte all’incontro tenutosi al Ministero della Giustizia tra le rappresentanze dell’Avvocatura e il Ministro.
“Abbiamo espresso al Ministro – continua Perifano – la nostra preoccupazione per l’ inaccettabile deriva mercatista presa dalla Giurisdizione negli ultimi anni:soprattutto nel processo civile, un settore che interessa quotidianamente milioni e milioni di famiglie. Tutti gli interventi più recenti hanno avuto il minimo comun denominatore della compressione delle facoltà difensive delle parti a favore dei poteri autoritativi del giudice, senza però che sia stato raggiunto l’obiettivo di ridurre i tempi di definizione dei giudizi. Non solo: il paradosso, intollerabile, è che il nostro Paese, fra quelli europei, è quello in cui i costi individuali di accesso alla giurisdizione sono fra i più elevati, ma lo Stato insiste ad utilizzare il sistema giudiziario per fare cassa senza però reinvestire su di esso se non una parte infinitesimale di quanto incassa. Va, inoltre immediatamente arrestata la tendenza, in evidente rottura con la nostra Costituzione, alla sostanziale ‘privatizzazione’ della giurisdizione.”
“Confidiamo inoltre – aggiunge Perifano – che l’esperienza dell’obbligatorietà della media-conciliazione rimanga solo una brutta pagina del passato e che non si ripropongano interventi di quella natura. La cultura della mediazione e della conciliazione non si impone per legge e, soprattutto, non possiamo accettare che i percorsi di soluzione alternativa dei conflitti siano pensati come solo come deterrenti, sanzionatori e punitivi.”
“Inoltre, Governo e Parlamento – sottolinea Perifano – devono prendere urgente consapevolezza che larghi settori dell’Avvocatura si stanno drammaticamente impoverendo; molti studi chiudono e tanti giovani non riescono ad aprirne di nuovi. E’ un fenomeno impressionante che richiede – come si sta facendo per artigiani e piccole e medie imprese – immediati interventi specifici di sostegno oltre che la revisione radicale degli attuali studi di settore. Nell’immediato, un primo e necessario passaggio è dare il via libera al decreto correttivo dei parametri dei compensi (concordato con l’avvocatura nel novembre scorso), visto che quelli ora vigenti sono mortificanti e penalizzanti per la categoria. Infine, la riforma dell’ordinamento forense. E’ fondamentale che si attivi un tavolo permanente di dialogo con tutte le rappresentanze dell’Avvocatura per la definizione dei regolamenti attuativi, ora a rilento. Ma non basta – conclude Perifano – questa legge approvata in chiusura della precedente legislatura, dovrà essere riproposta all’attenzione del Parlamento per alcuni necessari fondamentali interventi correttivi, perchè così non va. Non serve all’avvocatura: è nata vecchia e inadeguata. Importante in questa prospettiva anche il ruolo del Ministero della Giustizia e il confronto costante con gli avvocati al fine di definire le necessarie modifiche e per avviare celermente l’iter parlamentare.”
Per l’Associazione italiana giovani avvocati era presente il presidente Dario Greco e il tesoriere nazionale Nicoletta Giorgi.
Quattro le emergenze segnalate dal presidente Greco al ministro Cancellieri: 
1) la situazione carceraria del nostro Paese deve essere rapidamente affrontata e risolta, partendo dalle misure alternative alla detenzione, con particolare attenzione ai detenuti in attesa di giudizio;
2) l’arretrato civile è la palla al piede della Giustizia italiana ed un freno per l’economia del Paese; é necessario affrontare la questione, senza però immaginare la rottamazione dei processi, ma partendo dall’eliminazione delle carenze di organico nella Magistratura. E poi urgente la completa entrata a regime del processo telematico, che snellirà il lavoro degli avvocati, dei magistrati e delle cancellerie;
3) la legge 247/12 di riforma dell’ordinamento forense va rapidamente cambiata, per eliminare le iniquità a danno dei Giovani Avvocati e per migliorare il sistema giudiziario del nostro Paese, in linea con quanto deliberato con ampia maggioranza dal Congresso Nazionale Forense di Bari del novembre scorso;
4) l’esigenza di garantire un sistema previdenziale equo per i Giovani Avvocati, che con l’entrata in vigore della riforma sono automaticamente iscritti a Cassa Forense, ma ai quali non è stato garantito il diritto di voto”.

Di Golem

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